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Politica
Ue, Zanni (Lega): "Ursula e popolari ci hanno chiesto di votare a favore"


Il premier Giuseppe Conte ha parlato di possibili danni all'Italia dopo il voto della Lega contro Ursula Von der Leyen. Come risponde?
"I timori di Conte sulle possibili ripercussioni negative del nostro no a Von der Leyen sono a mio avviso ingiustificati. Noi, esattamente come il premier Conte, conosciamo l'importanza delle istituzioni e riconosciamo al numero uno di Palazzo Chigi il ruolo di guida di questo governo. Questo, tuttavia, non può farci desistere dal nostro intento che è unicamente quello di lavorare nell'interesse del nostro Paese e degli italiani. Dire sì a Von der Leyen, come hanno deciso di fare i nostri colleghi pentastellati, per noi avrebbe significato, alla luce delle proposte e del programma della "nuova" Commissione, arrenderci all'impossibilità di un cambiamento e cedere alle stesse logiche che hanno portato l'Ue allo stallo in cui si trova".

Fino a poco prima del voto sulla Von der Leyen c'era l'ipotesi che gli europarlamentari della Lega si esprimessero a favore, che cosa è successo negli ultimi minuti prima dello scrutinio e perché avete deciso di votare contro?
"Era appunto un'ipotesi, la Lega non ha mai dichiarato che avrebbe supportato la candidata. Abbiamo deciso di non votare Von der Leyen perché sono troppe le differenze fra il suo programma e le nostre priorità. Milioni di cittadini alle scorse Europee ci hanno scelto perché portassimo a Bruxelles e Strasburgo una nuova idea di Europa, basata sul rispetto delle peculiarità del nostro Paese e che fosse sganciata dalla dimensione del "Superstato" europeo che ha già prodotto danni considerevoli all'economia italiana, comportando seri disagi ai cittadini. Von der Leyen non ci ha convinto sul tema degli investimenti e non ci ha dato sufficienti garanzie nemmeno sulle possibili soluzioni al problema dell'immigrazione. Avremmo dovuto ignorare le necessità del nostro Paese, magari in cambio di qualche poltrona? Non è cosi che ragioniamo".

E' vero che la presidente della Commissione ha rifiutato di incontrare la Lega? E che motivazioni ha dato?
"Vorrei chiarire di nuovo un concetto fondamentale: non è la Lega che ha offerto il proprio appoggio, ma sono stati i popolari e VdL a cercarci e a chiedere i nostri voti. Dalla scorsa settimana erano iniziati i contatti con la candidata. Avevamo avuto un colloquio telefonico. Era stato fissato un incontro ufficiale per lunedì pomeriggio a Strasburgo, ma poi l'irritazione dei socialisti e dei liberali ha spinto Von der Leyen a cancellare la riunione. La motivazione ufficiale di VdL è stata l'agenda, ma più probabilmente si è trattato dell'ennesima incarnazione del "cordone sanitario" messo in piedi dalle forze di maggioranza a Bruxelles. Nonostante questo, tramite la leadership dei popolari, hanno continuato fino all'ultimo a cercare "sottobanco" i nostri voti".

Nigel Farage è a dir poco allibito per il sostegno del M5S alla Von der Leyen, pensa che possano esserci trattative per un ingresso del Brexit Party in Identità e Democrazia?
"La questione di un possibile allargamento delle alleanze per il gruppo ID è sempre sul tavolo. Noi siamo aperti a dialogare con chiunque condivida i nostri valori. C'è da dire che la posizione delle delegazioni britanniche al Parlamento europeo dipende da molte incognite. Vedremo cosa ci riserverà il futuro. Un dato è chiaro; che si tratti di Farage o di qualcun'altro, sui temi e sulle visioni comuni siamo e saremo sempre aperti, come abbiamo annunciato dal primo giorno".

Come spiega il voto dei 5 Stelle? Il premier Giuseppe Conte mi aveva espressamente chiesto di votare a favore della Von der Leyen?
"Per quanto la propaganda grillina oggi voglia far passare l'idea che il voto a Von der Leyen sia stato un atto di lealtà al premier Giuseppe Conte, mi permetto di dissentire. Credo che in questa fase di sua confusione interna il Movimento stia cercando di accreditarsi presso l'establishment europeo per ottenere qualche poltrona e uscire da una posizione marginale che li ha relegati nel gruppo dei non-iscritti. La difficoltà nel trovare un apparentamento politico in parlamento ha costretto i pentastellati a tentarle tutte pur di ottenere qualcosa. Penso che non serva tirare in mezzo la figura di Conte per giustificare scelte che sarebbe più consono, da parte loro, spiegare agli elettori".

Non pensa che il no della Lega possa rendere difficile il via libera del Parlamento europeo a un commissario leghista?
"Dobbiamo fare chiarezza: abbiamo detto no a Von der Leyen perché le sue proposte non ci hanno convinto. Se avessimo appoggiato la sua candidatura in cambio del commissario, avremmo tradito gli scopi con cui siamo venuti a Bruxelles. Sarebbe grave confondere due processi distinti e scambiare un appoggio per una poltrona. Non è mai stata la nostra logica e non lo sarà mai".

Quanto accaduto sul voto alla Von der Leyen indebolisce o rafforza l'ipotesi Giancarlo Giorgetti commissario?
"La discussione sul commissario spetta al governo. Giancarlo è sicuramente un politico di altissimo profilo, anche internazionale, adatto a ricoprire qualsiasi ruolo di rilievo. Vedremo se la nuova commissaria darà prova di maturità valutando merito e competenze, oppure se deciderà di assestare il suo giudizio sulla base di un nome e di una appartenenza politica".

Matteo Salvini ha dichiarato che non c'è solo in nome di Giorgetti per il ruolo di commissario. Può farci altri nomi?
"Come detto, la Lega ha le sue opzioni e ne discuterà con il premier Conte e con il vicepremier Luigi Di Maio. Di certo, qualunque sarà la scelta, questa dovrà tenere conto dell'esito delle elezioni dello scorso 26 maggio".

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