Unioni civili, nasce la maggioranza Pd-M5S. Alfano isolato
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
2 febbraio 2016, Palazzo Madama. Nasce la nuova maggioranza Partito Democratico - Movimento 5 Stelle. Il premier Matteo Renzi, i suoi fedelissimi e anche i grillini potrebbero smentire questa affermazione ma, di fatto, questo è accaduto nell'Aula del Senato. Le pregiudiziali di costituzionalità e le sospensive del ddl Cirinnà sulle unioni civili, presentate dal Centrodestra, sono state bocciate grazie all'asse compatto tra il Pd e il M5S. Un dato è chiaro e lampante: visto e considerato il no secco del Nazareno ad Angelino Alfano ("La stepchild adoption rimane nel provvedimento") senza i voti dei 5 Stelle il Pd e il presidente del Consiglio, nonostante il supporto dei 19 senatori verdiniani, avrebbero subito una clamorosa sconfitta. Che cosa accadrà adesso? Gli occhi sono puntati sulle votazioni segrete e su quante ne ammetterà il presidente Grasso.
Il capogruppo dem Luigi Zanda esattamente come è avvenuto in passato su Italicum e ddl Boschi, ha già messo le mani avanti cercando di ridurre al minimo le 'trappole' a Palazzo Madama. Se l'intesa Pd-M5S (compresa Sel) reggerà il ddl Cirinnà non subirà nessuno stop, ma se i voti segreti fossero numerosi, considerando la fetta di cattolici nella fila dei Democratici, le sorprese potrebbero essere dietro l'angolo. Politicamente quanto sta accadendo a Palazzo Madama è il passaggio più difficile dell'intesa Renzi-Alfano.
Il ministro dell'Interno sembra intenzionato a non togliere il sostegno alla maggioranza, avendo appena incassato un bel po' di poltrone con il rimpasto, ma all'interno di Area Popolare-Ncd-Udc alcuni senatori (pare una decina, forse addirittura quindici) potrebbero lasciare la maggioranza, come ha già fatto il gruppo di Quagliariello e Giovanardi, nel caso in cui il ddl Cirinnà (con la stepchild adoption) venisse approvato grazie all'accordo Pd-M5S. Una mina per l'esecutivo e per il premier, anche se - spiegano fonti Pd - a quel punto un'altra decina di senatori di Forza Italia potrebbero lasciare Berlusconi per entrare in Ala (i verdiniani) appoggiando quindi il governo. Pare che Renzi abbia calcolato tutto, ma i colpi di scena non si possono escludere.