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Politica
Urbano Cairo nuovo Macron del centro - destra?
Urbano Cairo, presidente e amministratore delegato di RCS MediaGroup

In tempi di macronismo isterico il nome dell’editore Urbano Cairo comincia a girare come ipotesi federante un centro - destra attualmente diviso non da cose di poco conto ma proprio sui fondamentali ideologici, tipo sovranismo salviniano versus liberalismo berlusconiano.

Vediamo perché questa ipotesi potrebbe avere degli sviluppi concreti.

Urbano Cairo, occorre ricordarlo, nasce alla corte di Berlusconi divenendone addirittura l’assistente personale e facendo poi carriera nelle aziende di famiglia come la Mondadori di cui diventa addirittura ad per la parte pubblicitaria.

La sua ascesa pare puntare alle stelle della galassia Mediaset quando però incappa in Mani Pulite e -contrariamente a tutti i manager della società- patteggia una pena.

Berlusconi non gradisce l’ammissione di colpevolezza e le loro strade si separano.

Cairo vola da solo e lo fa bene.

Costituisce in breve una sua concessionaria pubblicitaria e poi acquista il Torino FC nel 2005, imitando l’esempio del suo “padre” Berlusconi con il Milan.

Ma è solo recentemente -sempre nel solco della strategia berlusconiana- che Cairo scopre una vocazione non solo pubblicitaria ma anche da editore e così acquista nel 2013 la decotta TV La7 da Telecom e la fa rinascere. Recente l’acquisto che fa scalpore: nel 2016 diventa l’editore del Corriere della Sera, l’ammiraglia Rizzoli da cui si gestisce tradizionalmente affari e politica in Italia.

Passiamo ora al versante politico.

I media di Cairo sono in questi anni sembrati assai propensi ad appoggiare il cambiamento incarnato da Grillo tanto che Enrico Mentana, direttore del TG La7, è stato uno dei pochi giornalisti invitati ad Ivrea per la convention del Movimento.

Se La7 ha costituito la classica parte costruens dell’azione di Cairo il Corriere della Sera è stato finora utilizzato in quella destruens con tutta la sua potenza di fuoco contro il Pd di Renzi insieme al nuovo libro Poteri forti (o quasi) di De Bortoli, ex direttore e attuale editorialista del quotidiano di via Solferino.

E veniamo ora al centro - destra che -come detto- non riesce ancora a dialogare diviso come tra un Salvini lepenista e spostato sull’estrema destra e un Berlusconi liberista e merkeliano.

Berlusconi in questi anni ha cercato un sostituto, vuoi per l’età, vuoi per strategia politica, vuoi per gli impedimenti giudiziari in attesa di risoluzione.

I nomi che si sono succeduti, per l’”uomo nuovo” sono stati però tutti irrimediabilmente bruciati da Crono - Berlusconi a partire da Toti per poi proseguire con Marchini ed infine l’ultima “scoperta” Parisi.

La vittoria di Macron, del resto, ha stimolato sia a sinistra che a destra un certo languore politico che in entrambi gli schieramenti potrebbe concretizzarsi nella ricerca di qualcosa di nuovo visto che il Macron italiano e cioè Renzi ha dovuto ritirarsi (per adesso).

Cairo che ha antichi rapporti di conoscenza con l’Uomo di Arcore potrebbe essere dunque un candidato ideale e il Corriere della Sera finora non ha trattato molto male Salvini, oltre che naturalmente Berlusconi.

A questo punto se Cairo dovesse veramente scendere in campo si troverebbe però a gestire un conflitto tra l’attuale linea filo - grillina dei suoi media e la sua nuova avventura nel centro - destra e dovrebbe riposizionare la sua linea editoriale in tal senso, costituendo, tra l’altro, un forte blocco mediatico insieme a Mediaset.

Per ora sono solo voci che girano ma in panorama così complesso come quello italiano un Cairo Macron del centro - destra è una ipotesi la cui quotazione è in salita.

 

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cairo centro - destra





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