Veronica Padoan di lotta e di governo
Una new entry nel club dei radical-chic
Ieri Veronica è scesa in campo, aprendo con tanto di furgone, la manifestazione davanti alla Prefettura di Foggia contro il caporalato che sfrutta gli immigrati nelle campagne pugliesi.
Campagna di lotta nobilissima, per carità, ma dovrebbe anche ricordarsi che il "capolarato" non è solo ai danni degli immigrati ma anche -e soprattutto degli italiani che da anni, e particolarmente se giovani, sono sfruttati in ogni campo del lavoro.
Fatta questa dovuta precisazione è singolare vedere la signorina Veronica, figlia del potentissimo ministro dell'Economia Pier Carlo (il cognome è lo stesso), riproporre in salsa foggiana le solite contestazioni contro "i signori del Palazzo" cioè, a conti fatti, contro il "babbo" che magari le passa tanti soldini e prebende e le troverà (se non lo ha già fatto) un bel lavoro ben remunerato alla faccia dei migrati, dei migranti e degli immigrati, quelli veri però.
Chissà che ne avrà pensato il ministro della Giustizia Andrea Orlando sbirciando da dietro le pesanti e un po' fasciste tende della Prefettura la ragazza indiavolata con il megafono e figlia del collega.
In questo ricorda un po' il presidente della Camera, Laura Boldrini, di ricchissima e potente famiglia (tra cui presidenti di società pubbliche), che ha "giocato" e gioca tuttora (solo un po' più cauta) a fare la rivoluzionaria "sandinista" avendo però le terga al caldo protette dalla "cara famiglia".
Altra "pasionaria" nota per i suoi afflati umanitari alla luce dei tanti soldi del babbo anch'esso pasionario è Cecilia Strada di Emergency:
Così è ora per Veronica, ragazza vittima della nota "sindrome di Marx" che colpisce i rampolli delle famiglie bene di tutto il mondo; speriamo guarisca presto e capisca che tali manifestazioni non aiutano la causa per cui lotta, anzi provocano un generalizzato fastidio tra chi è costretto a tirare la cinghia per arrivare a fine mese.