Vertice Conte-Di Maio-Salvini pre-Cdm. Dl Fisco, tregua armata nel governo
Salvini torna a parlare dei recenti problemi nella maggioranza dopo le incomprensioni con Di Maio, stemperando i toni. Il leader 5S: "Amici ritrovati"
E' tregua armata, ma sempre una tregua, all'interno del governo Conte, mentre i due partiti di maggioranza si apprestano a risolvere la controversa parte del comma 9 dell'articolo 9 del decreto fiscale che M5s non può proprio digerire. E cioè lo scudo penale per il riciclaggio e l'autoriciclaggio. Sotto i riflettori c'è la cosidetta 'dichiarazione integrativa' dei redditi. Prima del Cdm che devere risolvere il problema che ha creato molte tensioni all'interno della maggioranza giallo-verde e rispondere alla lettera Ue sulla manovra, il premier e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno tenuto un vertice a tre per sciogliere i nodi sul tavolo in materia tributaria. Un vertice dopo che stamane entrambi i leader di M5S e Lega hanno cercato di temperare i toni.
"Abbiamo il diritto e dovere di andare d'accordo, io condizioni non ne pongo, visto che gli altri sono molto attenti giustamente come lo sono io", aveva detto dal Forum Coldiretti, Salvini tornando a parlare dei recenti problemi nella maggioranza sul Dl fiscale.
"Quando mi arrivano dei provvedimenti dei 5 Stelle - aveva aggiunto - io spesso vado sulla fiducia li firmo li leggo e non eccepisco alcunché, e non cambio idea dalla sera alla mattina, però ognuno è fatto a suo modo, quindi io rispetto gli alleati con cui stiamo lavorando bene in questi mesi e con cui lavoreremo bene per 5 anni".
Dl fiscale, parla Di Maio/ Stop allo scudo penale per gli evasori e alla mini-voluntary su case e conti all'estero. E' questa la posizione espressa dal vicepremier Luigi Di Maio, davanti a Palazzo Chigi, in attesa del Consiglio dei ministri convocato per trovare una soluzione allo scontro tra M5S e Lega sul decreto fiscale. "Togliamo di mezzo il condono per gli evasori e lasciamo la pace sociale com'è scritta nel contratto", ha detto Di Maio. "Per me la pace fiscale era nel contratto di governo, l'unica cosa che non era nel contratto di governo era questa cosa del comma 9 dell'articolo 9 e la questione dell'estero". |
"Conte ha la mia stima e ha sempre ragione. Però - aveva continuato il vicepremier -, l'unica cosa è che stavolta chiederò che quando lui leggerà il decreto e Di Maio prenderà nota, una copia la voglio anche io perché altrimenti poi non vorrei che si ricominciasse da capo".
In ogni caso, aveva spiegato ancora Salvini, "io ho detto non vi va bene, ve lo siete scritti, ve lo siete letti, avete cambiato idea, ve lo riscrivete e a me va bene, perché io dalla sera alla mattina non cambio idea".
Il leader del Carroccio aveva poi escluso di aver parlato con Di Maio: "Ci parliamo in Consiglio dei ministri" e che non ci sarà un vertice prima del Cdm di oggi "visto che sono qua sul lago di Como".
"Ho il decreto sicurezza e immigrazione che arriva in Parlamento, - aveva detto - la legge sulla legittima difesa, l'autonomia, stiamo lavorando alla riforma della Fornero, alla flat tax, figurati se metto in discussione un governo su qualche codice o codicillo su cui i 5 stelle hanno ripensato".
"Ho presentato da forza di maggioranza e da ministro dell'Interno un decreto immigrazione e sicurezza concordato a lungo con il mondo, ci abbiamo lavorato per 3 mesi, e se una forza alleata di maggioranza invece di un emendamento me ne presenta 81, se io avessi dovuto comportarmi alla stessa maniera con il decreto di Di Maio avremmo potuto presentare 500 buone idee, però questo lo fanno le opposizioni, non lo fanno le maggioranze.
Quindi spero che queste buone idee, che saranno eccezionali, - aveva infine aggiunto Salvini- si riducano a un numero più normale, altrimenti il decreto immigrazione lo partoriamo nel 2020".
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