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Politica
Vertici Rai, le pagelle di Michele Anzaldi. Foa, Salini, Freccero... Nomi-voti
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Promossi e bocciati tra i vertici della Rai. Su Affaritaliani.it il deputato del Partito Democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, dà i propri giudizi sui direttori e dichiara: “Col cambio di governo deve cambiare anche questa Rai. Serve davvero la cultura dell’indipendenza, come ha dichiarato oggi il presidente della Camera Fico al Fatto Quotidiano. Spero non resti il solito annuncio”.

Marcello Foa ape
 

Marcello Foa (presidente della Rai): non classificabile. “La sua elezione non è mai stata completata. Dopo la bocciatura in prima battuta, è stata consentita una seconda votazione senza precedenti. Un quarto d'ora dopo la votazione ho chiesto l'accesso agli atti che è stato negato a me e a tutto il Pd. Il processo elettivo di Foa non è mai stato ultimato. Barachini prima aveva detto che avrei potuto visionare le schede, poi ha cambiato idea”.

Fabrizio Salini (amministratore delegato della Rai): voto 7 sulla fiducia. “E' partito pieno di buona volontà poi si è fermato, facendo una vera marcia indietro. Mi riferisco alle sue parole in Vigilanza quando ha affermato che bisogna far lavorare tutte le risorse interne, peccato che alla riunione successiva della Vigilanza dedicata proprio ai troppi esterni abbia detto di non aver cambiato idea ma che i dirigenti fanno quello che vogliono. Un amministratore delegato non può dire questa cosa, lui deve tutelare gli interessi degli italiani e degli interni, così come deve garantire un vero rispetto del pluralismo. Così è stata vanificata la buona partenza”.

Teresa De Santis (direttrice di Rai Uno): voto 4. “A parte i risultati pessimi degli ascolti e la grande infornata di esterni politicizzati in gran parte vicini alla Lega, ci sono stati tantissimi incidenti e una forte perdita di qualità. Per dirne una: gli italiani si sono persi il passaggio della campanella con il governo Conte II. E poi le opacità sul ritorno di Miss Italia denunciate persino dal Cda, le scelte di palinsesto che affossano gli ascolti della rete. E’ la pubblicità su Raiuno che fa quadrare i bilanci dell’intero servizio pubblico”.

Carlo Freccero (direttore di Rai Due): voto 5. “Va ricordato che ricopre quel ruolo con spirito di volontariato, visto che non percepisce stipendio, ma anche lui è stato risucchiato da questa cattiva gestione della Rai. Sono stati numerosi gli incidenti gravi registrati dall'Agcom. Queste non sono chiacchiere o opinioni ma il giudizio dell'autorità indipendente sulla comunicazione. Abbiamo visto su Rai Due veri e propri squilibri ed errori”.

Carlo Freccero direttore Rai2
 

Stefano Coletta (direttore di Rai Tre): voto 6. “Nonostante qualche segnale di innovazione come I 10 comandamenti, l'unica trasmissione di approfondimento politico della Rai, Carta Bianca su Rai Tre condotta da Bianca Berlinguer, vede una nota politica fatta non da uno dei 1000 giornalisti interni del Tg3, del Tg2 o del Tg1 ma da un esterno specializzato in alpinismo e in libri sulla natura, Mauro Corona. Tutto ciò lascia più di qualche dubbio, anche perché è stato protagonista di numerosi incidenti in onda”.

Giuseppe Carboni (direttore del Tg1): voto 6,5. “Tutti i telegiornali della Rai hanno fatto grossi errori, alcuni, come in questo caso, mitigati da una buona gestione. Ma i giudizi sui tg, ricordo, non sono i miei bensì dell'Agcom".

Gennaro Sangiuliano (direttore del Tg2): inclassificabile. “E’ l’unica valutazione possibile, e dico così perché si tratta comunque di un collega. L'Agcom ha avviato un procedimento contro la Rai, anche a causa delle violazioni del Tg2, che potrebbe causare una multa da 72 milioni di euro all’azienda e, forse, la Rai si salva perché l’istruttoria è stata avviata con l’Authority in scadenza. Ha avuto due richiami che però dovevano essere un richiamo e una sanzione, eppure continua a favorire Salvini e Meloni, anche a costo di fare a pezzi le regole basilari dell’informazione. Non è semplicemente un tg della Lega, si muove come se fosse libero da qualsiasi deontologia giornalistica, con eccessi che non hanno senso. Il Tg2 è riuscito perfino a censurare il premio che ha ricevuto a Venezia il famoso attore Luca Marinelli, un successo internazionale dedicato agli uomini e alle donne che in mare rischiano la vita per salvare chi ha bisogno. Sui social Marinelli ha avuto un successo strepitoso e tutto ciò è stato censurato dal Tg2”.

Giuseppina Parterniti (direttrice del Tg3): voto 7. “Dopo una partenza con qualche errore ha trovato il ritmo puntando sul sociale e sull'ambiente”.

antonio di bella 800
 

Antonio Di Bella (direttore di Rai News): voto 8. “Nonostante nessun parli di questo canale e di come promuoverlo, si dimostra sempre una spanna sopra gli altri e non ha nessun richiamo dell'Agcom. E' della vecchia scuola e non incorre in incidenti. Peccato che sia un canale difficile da trovare. Se ci fosse stato un uomo come Cairo al posto di Salini e di tutti coloro che paghiamo in Rai per prendere decisioni strategiche, Rai News sarebbe in tutti gli aeroporti, le stazioni ferroviarie e i punti di accesso al nostro Paese. E invece c'è Skytg24. Peccato visto l'ottimo lavoro del direttore”.

Auro Bulbarelli (direttore di Rai Sport): voto 5. “Non hanno fatto grandi proteste sindacali, e su questo sbagliano , ma se non hanno le dirette e i mezzi, che cosa possono fare? Nonostante la Rai abbia un sacco di soldi, ha perso tutte le gare, come fanno a lavorare? Per non parlare della tecnologia scadente, ad esempio se parliamo di un gran premio di F1 o di una partita di calcio la Rai non sarà mai all'altezza dell'offerta di Sky o di altre tv a pagamento. E' una colpa dell'azienda, ma non ho visto grandi proteste della

salvini luca toni
 

redazione e della direzione di Rai Sport. E comunque sono costretti ad arrivare quasi sempre dopo sui grandi eventi. E poi l’idea di dare un programma all’ex calciatore Luca Toni proprio dopo che è andato ai comizi di Salvini a farsi i selfie sembra una scelta quantomeno discutibile avendo tanti bravi giornalisti interni".

Luca Mazzà (direttore di Rai Giornale Radio): voto 7. “Non ha denunce o esposti e se la sta cavando abbastanza bene. Radio Uno ha il grande svantaggio di essere stata per 40 anni la prima radio italiana fino a quando arrivò Berlusconi. Da quel momento ci fu il crollo di Radio Uno fino al 40esimo posto a favore, ovviamente, delle radio della famiglia Berlusconi. Ora cerca di recuperare e di lavorare bene in un settore complicato e difficile. La riforma varata a suo tempo della newsroom e del direttore unico è positiva, ma non è sufficiente per far recuperare così tante posizioni. Serve uno sforzo maggiore dell'azienda”.

Antonio Preziosi (direttore di Rai Parlamento): voto 5. “E' nota per le molte lacune, soprattutto sui lavori delle aule parlamentari, colmate da altre televisioni e da altre radio, soprattutto Radio Radicale”.
 

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