Virginia Raggi criticata dal New York Times
La Raggi e il New York Times
Virginia Raggi è in caduta libera da ormai molto tempo e rappresenta finora il più grande errore che Beppe Grillo ha commesso nella sula lunga marcia di avvicinamento al potere e cioè a Palazzo Chigi.
Un errore dovuto ad un eccesso di “modismo populista”, di passione sfrenata per i riti e i contro riti di iniziazione tecnologica, comunarie, provinciarie, regionarie, nazionarie e chi più ne ha più n emetta che permettono a sconosciuti quasi sempre impreparati di fare danni alla comunità.
Virginia dei Miracoli, che pensava che i frigoriferi cospirassero contro di lei guidati dalla luna piena in una Roma misteriosa e gotica ora è presa di mira anche dalla stampa estera. E che stampa. Niente popodimeno che quel New York Times vessillifero del politically correct democratico che aveva inizialmente tessuto i suoi panegirici.
Il giornale che trovi dagli psicanalisti della Quinta Avenue, quelli da 200 dollaroni a 40 minuti immortalati nei film di Woody Allen.
Per un Paese provincialotto come il nostro è poi il chiaro segnale dello scaricamento ufficiale della sindaca pentastellata che nel frattempo se ne va a fare la settimana bianca e agli americani fa spallucce magari sperando che i democrat l’hanno scaricata Trump la prenda a bordo del battello populista.