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Politica
Zingaretti: "Salvini in Aula o non gli daremo tregua"

"Noi non daremo tregua a Salvini finché lui o Conte non verranno in Parlamento a riferire nella sede propria la loro versione". Lo afferma, in un'intervista a 'Repubblica', Nicola Zingaretti secondo il quale, "la Procura, e non la politica, dovrà accertare la verità sulla presunta tangente di 65 milioni alla Lega trattata da uno stretto collaboratore del ministro degli Interni. Il quale, però, in maniera goffa ha preso le distanze da questo signore quasi non lo conoscesse, smentito da centinaia di foto ed eventi. 

Davvero credono che si possa discutere in Parlamento un decreto sicurezza promosso da un ministro che dice bugie?". Il segretario del Pd non risparmia critiche neppure al premier Conte: "Se il primo ministro si illude di lavarsi le mani indicando nel suo ministro il responsabile del falso non ha capito che si sta dando la zappa sui piedi. Le responsabilità del governo sono palesemente comuni".

Salvini, continua, "non ha avuto nemmeno il buon gusto di dire che, soldi o no, Savoini in quel nastro dice cose gravissime. La strategia di Salvini è sempre la fuga. Da bravo illusionista ogni volta droga il dibattito pubblico con dibattiti surreali - le ong, i mini-bot, i rom -rimuovendo i problemi veri sul tappeto. Ma stavolta non funzionerà". "Il governo - aggiunge Zingaretti - è sorretto da una maggioranza numerica unita solo dalla paura di lasciare il potere. Per il resto nulla. Ormai si litiga su tutto: fisco, sicurezza, autonomia e regionalismo, cantieri. I due vicepremier dopo aver negato per settimane l’esigenza di una manovra correttiva per evitare la procedura d’infrazione, erano assenti dalla riunione del Cdm che l’ha varata.

Avevano paura di ammettere che i conti sono saltati e la crescita si è fermata. C’è un rischio molto concreto che la contropartita per evitare l’aumento dell’Iva possa essere un massacro dei servizi pubblici essenziali con netti tagli alla scuola e alla sanità". Per quanto riguarda il Pd, "io voglio il nuovo partito digitale, non il partito dei social e una presenza nei luoghi della vita. Il Pd non si ricostruisce né con Twitter né con le alchimie politiche. Io dico a tutti: non aspettate che il Pd cambi.

Cambiatelo. Venite. Sporchiamoci le mani. Io il Pd lo voglio rimettere nelle mani della gente. Stiamo tornando nei luoghi dove vive l’Italia quella che primeggia e quella che soffre". E, "la Costituente delle idee sarà il processo per la costruzione dell’alternativa a questo governo di incapaci". 

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