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Aldo Moro, una lezione da statista da riproporre ai ragazzi nelle scuole

Le dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo,  che ricorda la strage di via Fani e lancia il progetto di un laboratorio storico per i ragazzi a scuola.

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"Nel quarantesimo anniversario della strage di via Fani", ha dichiarato Loizzo, "ricordiamo il sacrificio dei cinque umili servitori dello Stato, uccisi la mattina del 16 marzo 1978: il maresciallo dei Carabinieri Oreste Leonardi, l'appuntato Domenico Ricci, il vice brigadiere della Pubblica Sicurezza Francesco Zizzi di Fasano e gli agenti di PS Raffaele Iozzino e Giulio Rivera".

"Quel giorno cominciarono i tragici 55 giorni del sequestro di Aldo Moro, la cui memoria accomuniamo a quella degli uomini della scorta sacrificati dalle BR. Ma ricordiamo anche che la verità sul caso Moro è ancora chiusa in un “armadio della vergogna” e occorre trasformare il ricordo in memoria attiva e in atti concreti: mai fermarsi nella ricerca della verità". ​ 

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"In tutta Italia si stanno svolgendo iniziative che hanno un significato profondo, non sono rituali - rsottolinea Loizzo - il Caso Moro resta una ferita aperta. L'omicidio che ha cambiato la storia del Paese pesa ancora sui tempi che stiamo vivendo, soprattutto davanti allo smarrimento del sistema politico, privo di una figura che possa rappresentare un forte punto di riferimento morale, politico e culturale".

A tal proposito, "Il Consiglio regionale ha in progetto un laboratorio storico rivolto ai giovani. Si andrà in tutte le scuole di Puglia, con la collaborazione dell'Ufficio scolastico regionale, per tornare a parlare di Moro, del suo contributo, del suo esempio, sotto tutti gli aspetti della sua straordinaria figura: il docente universitario, il costituente, il politico di vaglia, l’uomo di governo, la ‘voce’ del Mezzogiorno, che il Sud ha smarrito da decenni".  

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Anche il Governatore, Michele Emiliano, ricorda lo statista pugliese in una nota diffusa: "Sono trascorsi 40 anni dal massacro di via Fani con il quale le Brigate rosse portarono a compimento il loro vile attacco al cuore dello Stato, sequestrando Aldo Moro e uccidendo barbaramente i cinque uomini della sua scorta. Quel giorno, e i 55 che seguirono fino al 9 maggio, con l'immagine del corpo dello statista pugliese riverso nel bagagliaio di un'auto, hanno cambiato la storia d'Italia".

"Aldo Moro non era solo l'uomo del dialogo - ha aghiunto Emiliano - ma soprattutto un costruttore della buona politica. Un pugliese mite, che ha pagato con la propria vita il furore ideologico di chi sognava la guerra rivoluzionaria".

"Un uomo del Sud, che ha sempre guardato al Mezzogiorno come parte vitale e produttiva dell’intero Paese, rifuggendo ogni prospettiva sudista, fatta di piccole patrie, e coltivando l’ambizione di essere un Sud in grado di raccogliere le sfide della modernità. Un insegnamento, tra i tanti - ha concluso il Governatore - che resta ancora di profonda attualità”.

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"Il 16 marzo di 40 anni fa veniva rapito Aldo Moro, mentre i cinque uomini della sua scorta venivano barbaramente assassinati nel nome di una fantomatica, pretesa e pretestuosa giustizia del popolo, sotto i cui colpi cadevano, invece, proprio il popolo e la democrazia. Allo statista pugliese sarebbe toccata la stessa sorte il 9 maggio". ha ricordato Luigi d'Ambrosio Lettieri già componente della Commissione parlamentare di Inchiesta sulla strage di via Fani, il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro.
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"Aldo Moro e gli uomini della sua scorta ci hanno consegnato il significato più profondo di cosa voglia dire essere al servizio della comunità. Il ricordo di un evento così brutale diventi, quindi, occasione di riscatto per recuperare un'etica della responsabilità preziosa e indispensabile per il futuro democratico del nostro Paese, specialmente in questo momento così delicato sotto il profilo istituzionale, politico, economico e sociale".
 
(gelormini@affaritaliani.it)
 
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