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Arcelor Mittal, la sfida minacciosa: ‘Spegniamo tutto e ce ne andiamo!’

La bomba-sfida di Arcelor Mittal arriva e deflagra con la notificata ai Commissari dell’intenzione del ritiro dall’accordo siglato per l’acquisizione dell’Ilva Spa. Non è improvvisa, dato i diversi segnali fatti pervenire nei giorni scorsi, non ultima l’invettiva-video dell’ex ministro Carlo Calenda, accompagnata dal relativo avvertimento e dai sentimenti di vergogna per aver fatto parte del PD e di aver lavorato con Renzi.

andrea orlando

Ma il vero allarme arriva da un altro ex ministro, Andrea Orlando, che in un suo post sui social ha scritto: “Nella corsa al rimpallo di responsabilità, spesso tra coloro che hanno votato la cancellazione dello scudo penale, dopo l’annuncio della proprietà di ILVA dell’intenzione di lasciare Taranto, sembra sfuggire una cosa che è ancora più pericolosa della stessa rinuncia".

arcelor mittal1 156

"Arcelor Mittal - precisa Orlando - fa sapere nella lettera inviata che spegnerà gli impianti, pregiudicando, quindi in modo difficilmente reversibile la capacità produttiva dell’impianto. È in parole povere, in termini produttivi, una minaccia di avvelenare i pozzi. Questa cosa va respinta subito in modo preliminare a qualunque altro confronto”. 

Taranto TMC Ilva2

Riprende la stessa analisi ed entra nello specifico il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Confermo quello che ho sempre detto sull’Ilva: se non fosse mai esistita sarebbe stata una fortuna per la Puglia e per Taranto".

"Ma la fabbrica esiste - prosegue Emiliano - uccide cittadini e operai, è totalmente illegale come dimostra lo stesso management di Arcelor Mittal, che senza una immunità penale speciale - che esisteva in Europa solo per loro e che non è consentita a nessun’altra azienda - intima con arroganza allo Stato italiano di riprendersi la fabbrica entro 30 giorni".

Moody's Emiliano

"Il nostro ordinamento - spiega il Governatore - già prevede la non punibilità di chi osserva la legge e ricordo a me stesso che l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) in Italia è legge dello Stato e che tutti gli atti per il suo adempimento sono legittimi per definizione e quindi immuni dal diritto penale".

"Si saranno forse accorti che hanno firmato un contratto che non reggono economicamente?", ipotizza Emiliano, "E soprattutto che l’altoforno 2 è in uno stato così deteriorato da non essere utilizzabile se non a costi altissimi? Si saranno di certo accorti che a 4 milioni di tonnellate, come limite produttivo, non riescono a mantenere gli impegni occupazionali che hanno sottoscritto".

"Ma la soluzione non è far implodere la fabbrica per la deresponsabilizzazione di Arcelor Mittal, lasciandola al suo destino, conclude Emiliano, "Lascerebbero una bomba ecologica irrisolta e migliaia di disoccupati. E questo è semplicemente inaccettabile”.

Franzoso inaugura

I consiglieri regionali di Forza Italia Nino Marmo e Francesca Franzoso attaccano: “La notizia del ritiro di Arcelor Mittal dall’accordo siglato per l’acquisizione delle attività dell’Ilva S.p.A., notificato oggi ai Commissari, è la diretta conseguenza dell’operato di un governo del tutto privo di cultura industriale. L’eliminazione della tutela legale per coloro che operano all’interno dello stabilimento siderurgico ( inclusi i dirigenti) ha di fatto affossato il futuro di un settore strategico per Taranto e per l’intero Paese".

Marmo FI

"Adesso, migliaia di lavoratori, con le loro famiglie - aggiungono - vanno incontro ad un domani drammatico e la disoccupazione dilagherà non solo nell’acciaieria, ma per tutto l’indotto, con ripercussioni gravissime per l’industria italiana. Una vergogna, il frutto di una carenza di visione e di sciatteria, di cui la Puglia e l’intero Paese, ben oltre i confini della provincia di Taranto, ne pagheranno le conseguenze”.

Lega Puglia1

Mentre i parlamentari pugliesi della Lega, Anna Rita Tateo, Rossano Sasso e Roberto Marti - insieme al Segretario Regionale Luigi D’Eramo, in una nota dichiarano: “Le scelte sciagurate del Governo Conte Bis per l’ex Ilva stanno puntando dritti verso il fallimento del distretto industriale di Taranto, che porterà alla perdita di migliaia di posti di lavoro e danneggerà irrimediabilmente un territorio già in difficoltà come quello tarantino”. 

ilva

“Non ha senso - aggiungono - parlare di rilancio del mezzogiorno d’Italia, se poi ci si lascia guidare dalla folle ideologia della ‘decrescita felice’ per compiere scelte simili. Siamo convinti infatti che bisogna riuscire a far coesistere la necessità di rispettare il diritto alla salute con la scelta di favorire l’industrializzazione del nostro territorio, fondamentale per una vera crescita del sud. Inoltre va tenuto conto che se ArcelorMittal dovesse rescindere il contratto, come ha annunciato di voler fare, a perderci non sarebbero soltanto i lavoratori ma anche tutto ciò che riguarda il piano di bonifica ambientale che si stava attuando.

"ArcelorMittal era sulla buona strada - concludono i parlamentari leghisti - ma, evidentemente, per il Governo guidato dai 5 stelle e dal PD di Emiliano la Puglia deve rimanere una regione di serie B ed essere considerata il parco giochi dell'Italia”.

Amati3

Dal canto suo, il Consigliere regionale, Fabiano Amati, Presidente della Commissione bilancio commenta: “La decisione di ArcelorMittal è una sciagura, perché non conosco alcuna attività sostitutiva in grado di fare il 12% del PIL regionale, così come quantificato da tutti gli istituti statistici e dall’ultimo rapporto Moodys sul merito creditizio, che in queste ore stiamo celebrando con entusiasmo. Né conosco iniziativa produttiva che al posto dell’acciaieria di Taranto possa fare lo stesso numero di occupati".

Peacelink Taranto1

"Nessuno al posto di quell’imprenditore potrebbe mai accettare l’idea di farsi processare per condotte relative all’adempimento del Piano ambientale, cioè per la realizzazione di obblighi di rango pubblicistico che possano riportare la fabbrica alle condizioni ambientali legali. Per questo - sottolinea Amati - è opportuno che il governo nazionale intervenga prontamente, per agevolare la revoca della comunicazione di recesso, pena una gravissima crisi economico-sociale che nessun uomo politico riformista e di sinistra dovrebbe tollerare, alla ovvia condizione di sicurezza ambientale prescritta dagli atti amministrativi vigenti e dalle leggi”.

congedo e gemmato

Alquando pungente la nota dei deputati di Fratelli d'Italia Puglia, del coordinatore regionale e dei consiglieri regionali: "Il PD e il M5S, oggi alleati nel governo rossogiallo, si rivelano incapaci di affrontare questioni complesse e affossano le imprese dietro i grandi proclami di rilancio industriale. In particolare il M5S incassa il suo ennesimo fallimento su un tema strategico per l'economia del Paese e segnatamente della Puglia, quando bastava trovare il giusto compromesso tra salvaguardia dei posti di lavoro e tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini. Di Maio ebbe a dire che si trattava del miglior risultato possibile, ma il miglior risultato possibile per il Paese e per la Puglia è che questo governo abusivo vada a casa".

renzi

E arriva il commento anche di Matteo Renzi: "Salvini ci attacca sull'Ilva? Ridicolo. La norma usata come pretesto da Mittal è stata votata dal SUO Governo grilloleghista. Non ho tempo per polemiche: Salvini vuole cercare un colpevole? Si faccia un selfie. Noi intanto lavoriamo per una soluzione. Ilva non deve chiudere"

(gelormini@affaritaliani.it)

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