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Autonomia differenziata, Sud attento a sussidiarietà e aree interne

Il ministro per gli affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, in Sicilia a Corleone insieme a Carmelo Miceli (PD), a Monsignor Pennisi, Arcivescovo di Monreale, al Consorzio  Sviluppo e Legalità, all’Unione dei Comuni del Corleonese e della Valle del Sosio, al Centro Internazionale di Documentazione sulle Mafie e del Movimento Antimafia, ha colto l'occasione per un confronto con i tanti sindaci del territorio palermitano, cittadini e amministratori locali sull'Autonomia differenziata e le opportunità per le Regioni a Statuto Speciale.

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"Qui a Corleone, avete dimostrato che riscattarsi è possibile, ma lo Stato deve starvi accanto", ha dichiarato Boccia, "10 milioni di italiani vivono in città come Corleone e non possono essere trattati come cittadini di serie B, tocca allo Stato fare in modo che le risorse per strade, porti, aeroporti, ferrovie, fibra ultraveloce arrivino in maniera prioritaria al sud, alle aree interne, alle aree di montagna, a quello a rischio spopolamento".

"Corleone è l'esempio di una terra bellissima - ha proseguito il ministro Boccia - che non deve spopolarsi ed è compito dello Stato partire dalle aree interne, a sud come a nord. Se resterete compatti, trasparenti, duri con chi delinque, diventerete un modello per le aree interne, ne avete la forza e tutte le capacità. Con il testo della legge quadro sull'autonomia differenziata, che abbiamo condiviso all'unanimità con le Regioni, che sottoporremo al Parlamento, vogliamo superare una volta per tutte il criterio della spesa storica. Perché da nord a sud vogliamo tutti la stessa cosa: lep e perequazione Infrastrutturale".

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“Non ho mai chiesto di forzare, non avrei mai violato le regole”, aveva detto in precedenza il ministro per gli Affari regionali, a Palermo, nel corso dell’incontro con il presidente della regione Sicilia, Nello Musumeci, spiegando il testo sull'autonomia differenziata.

“Se ci sono le condizioni - aveva aggiunto Boccia - e c'è l'unanimità lo si porterà avanti secondo i meccanismi che decideranno tutti i gruppi parlamentari. Nella nota di aggiornamento al Def - ha quindi evidenziato Boccia - ho assunto un impegno che ci sarebbe stato un collegato alla manovra chiamato 'disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata' ed è quello che sto facendo nei tempi previsti, ossia dicembre”.

“Questa è stata la fase della costruzione del consenso con i territori - ha rilevato Boccia - le Regioni mi hanno dato un contributo importante perché tutte hanno smussato le loro posizioni di partenza. La legge quadro sull'autonomia differenziata che abbiamo condiviso all'unanimità con le Regioni e che, dopo il passaggio in Cdm, approderà in Parlamento, è applicazione del modello di sussidiarietà. Ho consigliato a tutte le Regioni di avanzarne la richiesta e, per come la stiamo costruendo, porterà dei benefici tangibili agli enti locali".

"Abbiamo previsto un fondo di perequazione infrastrutturale con una dotazione di base di 3,4 miliardi in dieci anni che aumenteranno gradualmente, con il vincolo di priorità per tutte quelle aree in ritardo di sviluppo - ha affermato Boccia - gli investimenti in infrastrutture, strade, porti, aeroporti, fibra ultraveloce e reti saranno vincolati prioritariamente alle aree interne, aree di montagna, periferie perché la nostra idea di autonomia si traduce in lotta senza quartiere alle diseguaglianze”.

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“Con il ministro Boccia - ha detto Nello Musumeci - abbiamo parlato di autonomia differenziata e ho ribadito come, da parte del governo, non ci sia mai stata alcuna opposizione alla legittima aspirazione di alcune regioni del Nord di ottenere un regionalismo differenziato. Abbiamo solo manifestato l'esigenza di istituire un tavolo nazionale davanti al quale affrontare un tema che ha ricadute che riguarderebbero tutto il territorio nazionale”.

"Abbiamo sottolineato - ha sottolineato Musumeci - l'esigenza di tutelare la perequazione infrastrutturale e fiscale, perché non vorremmo che una parziale applicazione del regionalismo possa determinare una ricaduta negativa sulle regioni del Mezzogiorno che vivono una stagione di grandi difficoltà. A gennaio celebreremo a Palermo una giornata dedicata alle Regioni a statuto speciale - ha ricordato Musumeci - desidereremmo che in quella giornata ci fosse anche la presenza del ministro, che ha dato già la sua ampia disponibilità”.

Infine Boccia ha confermato il vertice di maggioranza per definiremo la rotta: "Io non penso ci siano fibrillazioni per i contenuti. Dal 2 gennaio, - ha auspicato - per quanto mi riguarda, possiamo andare in Parlamento".

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Dalla Puglia diverse voci si sono levate, per arginare un temuto intervento penalizzante, a partire da Onofrio Introna, già presidente del Consiglio Regionale pugliese: "Ministro Boccia, giovedì non deve passare l'autonomia differenziata al Nord senza il promesso adeguamento dei servizi nel Sud. Il governo giallorosso non può rubare il futuro della gente del Mezzogiorno".
 
"Il ministro degli affari regionali vuol portare nella Conferenza Stato-Regioni, giovedì 5 dicembre, il riconoscimento formale dell'autonomia a Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Si fermi, o il Sud verrà ancora una volta tradito", ha scritto in una noya Introna.
 
"Non si può cedere all'egoismo delle tre regioni settentrionali senza aver prima riconosciuto al Sud l'innalzamento dei Livelli essenziali di prestazione (Lep), i servizi pubblici senza i quali il Meridione non avrà scuole moderne e trasporti adeguati, asili nido, università, sanità, assistenza agli anziani, ora tutti al disotto del minimo".

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"Il pugliese Boccia - ha incalzato introna - sta accelerando sull'autonomia del Nord, dimenticando l'impegno assunto a calcolare i Lep entro un anno. Mentre si arrende alla prepotenza lombardo-veneta-emiliana, non ha nemmeno convocato la commissione premilitare per elevare i servizi nel Sud".

"Il Mezzogiorno non può accettarlo e non può aspettare. Le Regioni, le città metropolitane, i Comuni, i cittadini del Meridione si attivino per fermare l'intesa di giovedì sull'autonomia o dei Lep e del Sud non si ricorderà più nessuno. Le speranze che avevamo riposto sullo stop ad un processo di autonomia non equilibrato e le assicurazioni ricevute dai nostri ministri sono sul punto d'essere tradite. Fermiamo questa secessione mascherata".

 
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“La bozza ha un elemento fondamentale - ha spiegato, invece, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a Roma al termine della conferenza Stato-Regioni convocata dal ministro Francesco Boccia - cioè senza livelli essenziali di prestazioni non si fa l’autonomia differenziata. Quindi per il Mezzogiorno questa è una garanzia importantissima, perché il Mezzogiorno nella spesa ordinaria (e quindi nella spesa storica) è molto pregiudicato nel nostro Paese".
 
"Quindi passare dalla spesa storica, che sono i soldi che abbiamo sempre avuto, ai livelli essenziali delle prestazioni ovvero i soldi dei quali c’è realmente bisogno per avere le stesse prestazioni in tutti Italia, è un passaggio che consente di mettere insieme le esigenze del Nord di avere più competenze e più autonomia, con le esigenze del Sud di avere più risorse per recuperare il delta, la differenza che esiste con il Nord".

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"Questo è il patto che abbiamo siglato di fatto davanti al ministro Boccia. Questa intesa nella quale l’autonomia differenziata non è  un sistema per far correre di più le regioni che sono già forti, ma per ricucire e superare la questione meridionale. Questa è la sfida che oggi parte grazie al ministro Boccia che è stato capace, in una vicenda abbastanza pregiudicata per come era stata impostata, di assicurare maggiore autonomia per tutte le regioni, ma con risorse perequate per tutti secondo il bisogno. E anzi dovranno essere addirittura maggiori nelle regioni del Mezzogiorno perché è previsto anche un fondo di perequazione che serve al recupero delle zone più svantaggiate”.  
 
(gelormini@affaritaliani.it)
 
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