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Elezioni, Giorgia Meloni a Bari infiamma Piazza San Ferdinando
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Era dai tempi di Pinuccio Tatarella che non si vedevano in piazza San Ferdinando - a Bari - così tante fiamme tricolori resistere al vento di tramontana, che si appresta a stravolgere l'assetto parlamentare italiano, che vedrà ridursi gli scranni degli eletti, mentre cresce la base elettorale: con i 18enni votanti - per la prima volta - anche per il Senato.

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Il vento che ha impedito uno scenario più suggestivo e imponente, bloccando l'installazione di un fondale che avrebbe enfatizzato la presenza sul palco barese di Giorgia Meloni, di fronte allo sventolio di bandiere e ai cori da stadio a supporto e sostegno della leader di Fratelli d'Italia.

Due soli anfitrioni per introdurre rapidamente il suo arrivo, che lo stesso vento ha rischiato di far atterrare altrove, sul palco a doppia prospettiva e riservato alla sola protagosta delle serata: Filippo Melchiorre e Marcello Gemmato, gli alfieri del radicamento e della crescita del partito in Puglia.

Gli striscioni testimoniano la mobilitazione militante dall'intera regione, ce n'è uno in particolare che colpisce Giorgia Meloni, che recita: "Speriamo che sia FEMMINA", e l'attacco del discorso segue il copione tradizionale, con le stilettate all'avversario preso di mira: Michele Emiliano.

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Temi toccati: quelli più sensibili e più adatti ad accendere ulteriormente gli entusiasmi della piazza, che sotto minaccia di pioggia - non materializzatasi - ha continuato a rispondere e a manifestare vicinanza e affetto alla propria leader.

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Dal tetto europeo al prezzo del gas (per bloccare gli speculatori da Amsterdam) al "disaccoppiamento" delle tariffe energetiche (svincolando dal gas le altre fonti), per concentrarsi sulla possibilità che il Sud Italia possa diventare l'Hub di approvvigionamento e di produzione energetica dell'intera Europa: "Noi oggi - ha sottolineato Giorgia Meloni - abbiamo un grande problema di approvvigionamento energetico, però abbiamo un vantaggio rispetto ad altri, i gasdotti del Mediterraneo arrivano nel Sud Italia, il Sud, lo vediamo oggi, con questo vento, ha un clima fantastico per tutte le rinnovabili. Investendo al meglio sia le risorse del Pnrr sia altre risorse, se decidiamo di fare questa scelta strategica che secondo me va fatta, noi possiamo far diventare il Sud Italia l’hub di approvvigionamento energetico dell’intera Europa".

E poi quindi l'Europa, croce e delizia della politica nazionale, spesso alle prese con falsi problemi di piccolo cabotaggio, e senza coraggio nei confronti di quelli più nevralgici: "Il tema della difesa unica europea è una delle materie su cui l’Europa dovrebbe andare avanti. E’ quello che tentiamo di spiegare da tempo, cioè che l'attuale Ue si è occupata fin qui di cose che dal nostro punto di vista erano secondarie, e non si è occupata delle grandi materie che le competevano, come approvvigionamento energetico, catene del valore troppo lunghe, politica estera, politica di difesa. Tutto questo non c'è stato ed è la critica che abbiamo mosso in questi anni. Siamo stati considerati nemici dell’Europa".

In precedenza ai microfoni della stampa, dopo l'insofferente risposta a chi le chiedeva ancora dell'Ungheria, le sue riflessioni hanno toccato il fronte politica estera: "Credo che mentre noi siamo all’interno di un conflitto nazionale con la Russia e di una guerra - che io credo essere più ampia di quella che riguarda solo l'Ucraina - che ha come obiettivo la revisione degli assetti mondiali, bisogna fare attenzione a dividere il nostro fronte".

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"Questo penso - ha aggiunto - anche dell’atteggiamento che si è avuto sull'Ungheria piuttosto che sulla Polonia. La Polonia è la nazione che si sta caricando i profughi di tutta Europa, e io vedo un’Europa polemica con la Polonia nel momento in cui, invece, il suo ruolo è molto utile anche in tema di contrasto alla Russia. Quindi è un tema di strategia. Dopo di che i nostri alleati sono l’Europa sicuramente, sperando che venga rispettato anche il nostro interesse nazionale". 

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"Io ho sempre detto quello che penso della collocazione dell’Italia - ha proseguito - e penso di averlo ampiamente dimostrato: credo in un’Italia che stia a testa alta e saldamente all’interno dell’Europa, dell’occidente e dell’Alleanza atlantica. Mi pare di averlo ampliamente dimostrato in tutte le scelte che si fanno".

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Lavoro e famiglia gli altri due fronti su cui spendere ogni risorsa e profondere ogni energia: "Nell’ultimo anno abbiamo fatto solo 400mila figli: questo non è un inverno demografico, è una glaciazione. Adesso la famiglia è diventata una specie di nemico, invece è il più grande ammortizzatore sociale che abbiamo e dobbiamo incentivarla e tutelarla. Dobbiamo incentivare la natalità".

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"Le cosa da fare sono tante e non sarà facile - ha concluso Giorgia Meloni, completando le tematiche nel programma di Fratelli d'Italia - ma non ci mancano il coraggio e la visione. Fdi è un partito di persone non ricattabili e non comprabili. Questo può cambiare le cose e per questo ci temono".

E sulle note di Lucio Battisti, dell'inno nazionale e "Del cielo sempre più blu" di Rino Gaetano, è partita la carrellata di selfie finale, per una serata tutta da incorniciare.

(gelormini@gmail.com)

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