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Emiliano e Di Gioia tra i trattori. Aidepi e Amopa: 'Grano italiano non basta'

A Bari, come in altre città del Sud, trattori in colonna per protestare contro la precipitazione del prezzo del grano riconosciuto ai coltivatori e produttori italiani, e contro la massiccia importazione di grano estero, che quotidianamente muove nei porti pugliesi un traffico ingente di navi-silos. E se le istituzioni regionali si schierano a fianco della protesta, Aidepi  (Associazione delle Industrie del dolce e della pasta italiane) e Italmopa - Associazione Industriali Mugnai d'Italia fanno sapere che: "Senza grano estero, si fermerebbe o comprometterebbe la produzione di farine e semole destinate all’Industria pastaria, dolciaria e alla panificazione”.

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“Emiliano, fai aumentare il grano” si gridava da sotto il palco della manifestazione della Coldiretti a Bari davanti alla Presidenza regionale. Gli agricoltori impegnati nella coltivazione del grano lamentano prezzi troppo bassi del prodotto utilizzato, per fabbricare la pasta alimentare e per garantire il sostentamento di aziende e famiglie.

Migliaia gli agricoltori presenti già dalle prime luci dell'alba - in una sorta di stato d'assedio che ha bloccato il traffico del capoluogo già in difficoltà col ponte di C.so Cavour in ristrutturazione - con trattori e mietitrebbie sul Lungomare, alla presenza del presidente nazionale Coldiretti, Roberto Moncalvo, e del presidente regionale, Gianni Cantele, per difendere il grano italiano dalle speculazioni - con la mobilitazione nazionale più grande degli ultimi decenni - a sostegno della coltura più diffusa nel nostro Paese.

"La Puglia che è il principale produttore italiano di grano duro è paradossalmente - denuncia la Coldiretti - anche quello che ne importa di più, tanto da rappresentare un quarto del totale del valore degli arrivi di prodotti agroalimentari nella regione".

Sui cartelli portati dai manifestanti si leggono slogan come “Ci vogliono dieci chili di grano per una Coca Cola”, “No grano no pane”, “Stop alle speculazioni” e “Il giusto pane quotidiano”. Ma non mancano azioni eclatanti per denunciare il crollo delle quotazioni del grano italiano, con le sfilate dei trattori giunti in città: a Bari la preparazione del record mondiale della più grande pagnotta Doc, il pane DOP d’Altamura più grande del mondo della lunghezza di 2,5 metri, per dimostrare la qualità del grano italiano rispetto al prodotto estero, che viaggia per mesi e mesi prima di arrivare nel nostro Paese.

Dito puntato da tutti sugli “orrori” dell’agropirateria, con “terrificanti” imitazioni della pasta italiana, dai “chapagetti” coreani alla “Italiano pasta” fatta in Egitto, dagli “spagheroni” olandesi ai “kapeleti” sloveni, fino ai “maccaroni” fatti in Germania.

"A pesare sono le importazioni in chiave speculativa che - precisa ancora la Coldiretti - si concentrano nel periodo a ridosso della raccolta e che influenzano i prezzi delle materie prime nazionali anche attraverso un mercato non sempre trasparente. L'Italia nel 2015 ha importato circa 4,3 milioni di tonnellate di frumento tenero, mentre sono 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero".

Emiliano grano
 

Il presidente Michele Emiliano è intervenuto prima di recarsi a Taranto in occasione della visita del presidente del Consiglio Renzi e ha detto che: “Non potevo mancare. La Puglia è il grano, è l’agricoltura, è l’olio. L’identità della Puglia è formata dai sacrifici delle famiglie degli agricoltori. Non sto difendendo una parte del mercato, ma l’identità di una regione che attraverso la coltivazione del grano ha definito nel corso dei secoli la propria ragione di esistere". 

"Non sto sostenendo la battaglia per un prezzo di acquisto del grano - ha precisato Emiliano - ma stiamo sostenendo le ragioni di una civiltà. E vogliamo costruire, in accordo con il mondo dell’agricoltura e con la Coldiretti  una legge, che indichi ai commercianti, ai produttori pastai, a chi impiega il frutto del vostro lavoro, l’importanza di utilizzare il grano pugliese e utilizzarlo bene, senza approfittare della sovraproduzione e della tardività di alcune colture”.

Trattori 8
 

“Chi impiega il grano a prezzo più basso senza utilizzare il nostro - ha poi sottolineato con forza - non sa che il grano lo trova ovunque, ma fare concorrenza con il prezzo più basso rischia di fargli ritrovare solo la fuffa in mano e non la sostanza. Se saremo capaci di spiegare che il grano pugliese ha caratteristiche sia organolettiche che di qualità superiori e che i trasformatori hanno bisogno dell’immagine del grano pugliese per non essere travolti essi stessi dalla concorrenza - ha concluso Emiliano - potremo riunificare questa comunità in occasione di un evento positivo come la sovraproduzione per limitare le importazioni dall’estero”. 

Col Governatore è intervenuto anche l’assessore alle Risorse Agroalimentari Leo di Gioia: “La Regione è vicina agli agricoltori, che stanno ponendo un tema reale: il fatto che non sia più remunerativa l'attività agricola, soprattutto quando si coltivano alcuni prodotti come il grano che hanno per motivi di mercato delle fluttuazioni di prezzo incomprensibili e non giustificabili”.

Di Gioia Leo GEL
 

“Noi poniamo anche una questione di merito - ha aggiunto Di Gioia - cercando di dare una mano, per risolvere la situazione. Abbiamo ad esempio la volontà di realizzare presto la Commissione Unica Nazionale (Cun) per la determinazione di un prezzo indicativo, che non sia soggetto a speculazioni e fluttuazioni arbitrarie". 

"Abbiamo il Programma di sviluppo rurale (Psr) che può dare una mano operativa, indirizzandolo verso gli accordi di filiera per fare in modo - secondo Di Gioia - che siano contrattualizzate quantità e prezzi. Abbiamo poi tutta l'attività sulla qualità, la tracciabilità ed i controlli. Su quest'ultimi ad esempio li stiamo chiedendo per il grano che viene importato. La questione dei dazi e delle importazioni ha comunque a che fare con i trattati per il libero scambio, bisogna affrontare il tema con Bruxelles".

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"La Regione intanto chiede che i controlli siano estesi a tutte le navi che arrivano, che si blocchi - ha ribadito - quel grano che non ha le qualità idonee, per poi entrare nella catena della produzione. E' una richiesta legittima e con il Ministro su questo c'è forte intesa”.

Enzo Gesmundo, segretario generale della Coldiretti ha infine consegnato la Tessera d'Onore al presidente Emiliano. “Te la consegniamo non come presidente della Regione - ha detto Gesmundo - ma come uomo che ama profondamente l’Italia ed è innamorato del Sud”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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