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Emiliano in affanno dopo le dimissioni lampo di Giannini

Michele Emiliano è o si sente sotto assedio. Il rimpasto di giunta che si apprestava a comporre in Regione, dosando equilibri e interventi che comprendevano anche gli ambiti amministrativi a Palazzo di Città a Bari, subisce una poderosa bordata.

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Il colpo è di quelli che fanno male. L’avviso di garanzia al suo Assessore più vicino, Giovanni Giannini, e le conseguenti immediate dimissioni hanno tutta l’aria di una busta arrivata “a nuora, perché suocera intenda” e scombussola, congelandolo, tutto lo scacchiere strategico.

A testimoniarlo, secondo il presidente del gruppo di Direzione Italia, Ignazio Zullo, la rapidità nella formalizzazione delle stesse dimissioni dell’Assessore ai Trasporti e Lavori Pubblici: "Da irriducibili garantisti, non comprendiamo il motivo per cui il presidente Emiliano ha accettato e non respinto le dimissioni dell’assessore Giannini”.

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“Avrebbe dovuto applicare al suo assessore esattamente la stessa misura che ha applicato a se stesso”, rincara Zullo con sarcasmo, “lui non è caduto sulle cozze, perché fa cadere Giannini sul divano? Forse perché i cuscini sono più morbidi dei gusci? "

In verità, l’impressione è che la partita sia più che mai condizionata dal braccio di ferro, da tempo in atto, tra il Governatore pugliese e il Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi. La Puglia in controtendenza alle ultime elezioni, il Fronte Democratico che prende corpo, la scissione all’orizzonte - data per imminente - del fronte D’Alema/Bersani, impongono un’accelerata nel controllo della situazione, che altrimenti rischia di essere persa di mano.

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Il divano come contropartita per un presunto “aiutino” nelle pratiche per la ristrutturazione di Grotta Palazzese a Polignano a Mare - tra i ristoranti nelle dieci location più belle del mondo - della famiglia Scagliusi (imprenditori dei salotti e della ristorazione), per Giannini sa tanto di appiglio strumentale, che la Magistratura, alla quale esprime fiducia, saprà valutare con adeguato giudizio, trattandosi di un regalo per il matrimonio della figlia (dove gli Scagliusi erano invitati), mentre l’interessamento per i progetti era prassi comune per chiunque gli rappresentasse un problema burocratico.

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Con chiaro riferimento al secondo “appiglio indiziario” emerso, su altre presunte utilità in cambio di un finanziamento, per dei lavori di un asilo nido. In questo caso, l’assessore avrebbe aiutato un imprenditore di Acquaviva delle Fonti a sbloccare il finanziamento per l’appalto di un asilo a Sammichele di Bari. Per questo interessamento, da intercettazioni telefoniche, l’imprenditore avrebbe affermato di essersi in qualche modo sdebitato. La Procura vuol capire se è vero, e vuole accertare in che modo.

Numerose le attestazioni di stima e solidarietà pervenute da ogni fronte politico a Gianni Giannini. Per la cronaca, l’indagine che coinvolge l’assessore Giannini scaturisce dall’operazione “Pura Defluit”, condotta da Carabinieri e Guardia di Finanza, su presunte tangenti in cambio di appalti in alcuni comuni della provincia di Bari. Che ha fatto registrare l’arresto del sindaco di Altamura, Giacinto Forte (ai domiciliari), di centrodestra, e del vicesegretario del Pd di Acquaviva delle Fonti, Roberto Ottorino Tisci. Agli indagati vengono contestati a vario titolo i reati di corruzione e turbativa d’asta.

(gelormini@affaritaliani.it) 

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Pubblicato sul tema: Colpo alla giunta Emiliano L'assessore Giannini si dimette

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