A- A+
PugliaItalia
Ex-Ilva, bozza d'accordo del Governo con riduzione d'esuberi e carbone

C’è la decarbonizzazione graduale e l'ingresso dello Stato nel piano del Governo sull’Ilva, attraverso società come Invitalia o direttamente Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), con il 18,2% nel capitale di Am InvestCo.

patuanelli

A questo si aggiungerebbe anche metà degli investimenti previsti per l'installazione dei forni elettrici, e tutta la cosiddetta ‘cintura di sicurezza’ a carico della macchina pubblica, tra cassa integrazione, incentivi all'uscita e un “piano sociale pubblico”, che arriverebbe a prevedere anche il riassorbimento di una parte degli esuberi, a carico di altre società controllate dal Mef. Così come, per i costi delle bonifiche, Invitalia potrebbe scendere in campo con un programma di sviluppo da 70 milioni in cinque anni.

Nella bozza di accordo, diretta al tavolo di trattativa tra il Mise e i vertici di ArcelorMittal, i dettagli teorici per garantire un futuro all'Ilva si riassumerebbero: nella riduzione al massimo (1.000) degli esuberi, con una produzione di acciaio di 6 milioni di tonnellate all'anno, e soprattutto la spinta verso tecnologie sostenibili ed energia pulita, con un sostanzioso contributo statale.

mittal ilva

E’ Il Messaggero ad anticipare la bozza di accordo. Ne avrebbero discusso qualche giorno fa, in videoconference Francesco Caio, consulente del Mise, gli studi legali BonelliErede Lombardi e Freshfield per i commissari, Cleary Gottlieb per Arcelor. La bozza va limata con le osservazioni di ArcelorMittal, ma a leggere il tono degli impegni, l'obiettivo è stringere i tempi in vista della scadenza del 20 dicembre, quando il tribunale di Milano è chiamato a esprimersi sul ricorso cautelare e d'urgenza presentato dai commissari Ilva contro il recesso dalla gestione del siderurgico chiesto dal gruppo ArcelorMittal, ora sospeso in attesa dell'esito della trattativa. Salvo che non si concordi un altro rinvio di cui si discute già.

iLVA cONTE

Dunque, l'accordo prevede oltre all'impegno tra il governo, l'Ilva in amministrazione straordinaria e Am InvestCo, a modificare gli accordi di giugno 2017, anche la chiusura del contenzioso a Milano. Ma è anche subordinato a quattro precisi paletti: la conversione in legge del nuovo dl Salva-Ilva che spetterebbe al governo, la modifica del Dpcm del 2017 in modo da recepire il nuovo piano industriale e ambientale, il ripristino dello scudo penale e la conferma da parte del Tribunale di Taranto, della sospensione dello spegnimento dell'Altoforno 2 fino al 30 giugno 2021. A patto che ci sia il via libera dei sindacati.

Ilva fumo2

Passando alle modalità del piano, la strategia industriale prevede una riduzione della produzione a carbone con la progressiva avanzata delle tecnologie verdi. L'obiettivo è mantenere la produzione di 6 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, alla quale contribuirebbe, per 1,2 tonnellate, l'installazione del forno elettrico entro 3 anni. Quest'ultimo è considerato il cuore del green deal e prevede un investimento da dividere tra Am InvestCo e lo Stato, grazie al ricorso a fondi Ue disponibili. Il tutto a condizione che arrivino misure ad hoc che permetterebbero la qualificazione dei rottami come sottoprodotti o l'utilizzo degli stessi anche se qualificati come rifiuti.

Poi c'è il capitolo esuberi. I numeri sono ballerini. Ma sembra assicurato un percorso a tappe di riduzione dei costi a carico di Am InvestCo, con strumenti vari di intervento pubblico. Sarebbe poi escluso che la holding controllata da ArcelorMittal si faccia carico dei dipendenti dell'Ilva in amministrazione straordinaria nel 2023. E si ipotizza anche un "meccanismo da definire" per riparare la multinazionale da iniziative dei sindacati per il mancato rispetto degli accordi. Infine, cambia tutto per il canone di locazione degli stabilimenti. Non è previsto alcun pagamento cash, ma piuttosto l'emissione di nuove azioni riscattabili a favore dell'Ilva in amministrazione straordinaria.

(gelormini@affaritaliani.it)

Commenti
    Tags:
    ex-ilvaarcelor mittalgoverno bozza accordo taranto puglia esuberi acciaio carbone decarbonizzazione







    
    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.