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Ex-Ilva, Emiliano: 'Taranto sacrificata per l'acciaio del Paese'
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“La Regione Puglia è stata completamente estromessa da quelle stesse leggi che hanno aumentato i livelli di tolleranza sulle emissioni. È stata estromessa dai controlli interni alla fabbrica perché veniva considerata ‘pericolosa’ per il funzionamento della fabbrica stessa. Ed è questa la ragione per la quale ho sempre detto che se l’ILVA non fosse mai esistita sarebbe stata una cosa positiva per Taranto e per tutta la Puglia”.

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Così ha dichiarato Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, ospite nella trasmissione condotta da Stefano Bandecchi  “L’Imprenditore e gli altri”, in onda ogni lunedì sera su Cusano Italia Tv.

“Se ci fosse un governo che dicesse di voler chiudere la fabbrica senza ulteriori problemi, noi come Regione Puglia saremmo assolutamente d’accordo”, ha proseguito Emiliano.  “Purtroppo, non c’è la volontà da parte di nessuno di assecondare la richiesta di chiusura, e quindi bisognerà  procedere con la cosiddetta decarbonizzazione”.

Nel corso della trasmissione, Emiliano si è poi soffermato sull’investimento di 1miliardo di euro del PNRR voluto dal governo Draghi per la costruzione di forni elettrici a riduzione diretta. “Avrebbero eliminato quasi totalmente le emissioni nocive e dimezzato quelle di gas serra. Purtroppo, il ministro Fitto ha bloccato sostanzialmente l’inizio dei lavori, sottraendo il finanziamento del PNRR a società del governo italiano. Il mio timore – ha sottolineato il Presidente della Regione Puglia - è che il governo voglia impiegare questo miliardo non per decarbonizzare la fabbrica, ma per finanziarne il funzionamento così come è oggi”.

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Proprio su questo Emiliano ha aggiunto: “L’attuale funzionamento della fabbrica è un reato. È la prosecuzione di un reato già punito gravemente da una sentenza della Corte d’assise di Taranto, che adesso andrà in appello, e sarebbe reiterazione gravissima del reato. L’unico modo per far funzionare legalmente la fabbrica, e cioè senza uccidere le persone, è dimostrare che esista un sistema che non ha emissioni".

"Per quel che è stato ritenuto dal governo Draghi e dall’UE, parliamo dei forni elettrici a riduzione diretta che funzionano a idrogeno, quindi il piano dell’Università Cusano e quello della Regione Puglia sono molto simili se non sovrapponibili”, ha voluto sottolineare Emiliano.

“Questa città si è sacrificata come un kamikaze per produrre l’acciaio italiano in favore di tutta l’Italia - ha concluso Emiliano - e adesso chiede l’apertura di una procedura di infrazione e la condanna dell’Italia sulla base dei dati sanitari di cui parliamo”.

(gelormini@gmail.com)

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