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Ex-Ilva: Regione Puglia e Comune di Taranto parti civili contro Arcelor Mittal

Arriva anche la Guardia di Finanza da Arcelor Mittal, per accertamenti disposti dai magistrati tarantini, che indagano per appropriazione indebita e distruzione dei mezzi di produzione, mentre con un altro filone delle indagini della procura di Milano, si indaga per false comunicazioni al mercato, distrazione di beni da fallimento, fino addirittura all’ipotesi di reati tributari.

Mittal GdF

Gli inquirenti intendono verificare se dirigenti e manager del gruppo con le loro condotte abbiano sottratto e distratto beni e risorse dall’Ilva fallita, dopo che hanno iniziato a gestirla col contratto d’affitto, contratto da cui hanno chiesto di recedere dando anche l’avvio alla causa civile.

Nel contempo la contestazione di aggiotaggio informativo, invece, si concentra su alcune comunicazioni di ArcelorMittal, che avrebbero avuto effetti sul mercato, in paticolare sui mercati esteri: dove la capogruppo dell’azienda franco indiana è quotata. 

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Ma i sospetti più pesanti di Guardia di Finanza e Procura riguardano la possibilità che ArcelorMittal non abbia gestito “con diligenza” i rami dell’azienda, facendogli perdere valore oltre il “fisiologico” depauperamento. Una delle ipotesi è che la multinazionale abbiano tenuto male gli impianti e, quindi, pilotato la crisi. Per questo, accertamenti sono in corso sugli ‘ordini’ dell’acciaio: si vuole capire se la loro diminuzione sia dovuta alla crisi del mercato o se, per esempio, siano stati dirottati su altre consociate del gruppo.

Su questi specifici aspetti della vicenda si sviluppa il filone tarantino delle indagini: che ipotizzano i reati di “Distruzione di mezzi di produzione” e “Appropriazione indebita” e puntano ad appurare se sia in corso o meno un “depauperamento” del ramo d’azienda che la multinazionale franco-indiana vuole retrocedere. Senza tralasciare le ulteriori verifiche relative alle operazioni di bonifica, la situazione dello stabilimento, le attività di manutenzione finora eseguite e la sicurezza sul lavoro. 

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1124Photo credit Nick Zonna

A tal proposito, il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ha dichiarato: “Sulla vicenda ex Ilva sono ottimista rispetto alle leggi della Repubblica, i Mittal non sono proprietari dell'acciaieria, ma in affitto dalla Amministrazione Straordinaria che è, di fatto, la Repubblica italiana. Se un imprenditore ha in affitto per due anni un’azienda dello Stato e commette un reato, ne risponde. La cosa insopportabile è poter pensare che c'è qualcuno che si sente più forte delle leggi e gli è consentito tutto. È la prima volta che un presidente della Repubblica interviene in una vertenza industriale. Significa che si sono superati tutti i limiti ed è un monito per tutti".

"Arcelor Mittal deve capire che l'Italia non è ricattabile - ha aggiunto Boccia - se lo fa risponde alle leggi dello Stato. Avevo detto nelle scorse settimane che sulle perdite i conti non quadravano e ora spero che l’azienda faccia chiarezza con i commissari e con la magistratura”. 

Moody's Emiliano

Nel frattempo, Regione Puglia e Comune di Taranto hanno deciso di costituirsi parti civili nei procedimenti giudiziari in corso contro Arcelor Mittal: “Ferme restando le ragioni dell’impugnativa innanzi al TAR per il Lazio del DPCM 29 settembre 2017 (il piano ambientale, gravato, tra l’altro, per l’insufficienza delle misure di tutela ambientale e delle tempistiche previste) - ha fatto sapere il presidente Michele Emiliano - ho dato mandato alla avvocatura regionale di costituirsi nei giudizi incardinati innanzi al Tribunale di Milano, al fine di evitare qualsiasi pregiudizio ambientale e alla salute umana cagionato da un incontrollato abbandono degli asset aziendali, nonché per tutelare l’integrità del compendio aziendale, il cui venir meno per l’illegittimo e forse premeditato operato della società affittuaria comprometterebbe anche la possibilità di decarbonizzazione del ciclo produttivo proposta in ogni sede dalla Regione Puglia”.

Ilva Melucci

Dal Comune di Taranto, invece, si comunica in una nota che "L'intervanto è finalizzato alla salvaguardia degli equilibri economici del nostro territorio, al mantenimento dei livelli occupazionali, al massimo contenimento dei disagi attesi per le imprese locali ed alla sostanziale progressione del piano ambientale a difesa della salute dei cittadini tarantini”.

"L’ulteriore costituzione in giudizio nel procedimento d’urgenza presentato da Ilva in As contro AM InvestCo Italy - si specifica dal Comune - è finalizzato, invece, ad impedire lo spegnimento immediato degli altiforni di Taranto, deciso unilateralmente da Arcelor, che potrebbe condurre alla successiva chiusura dello stabilimento, situazione palesemente volta ad impedire un nuovo assetto produttivo presso il più importante stabilimento siderurgico italiano”.

Franzoso inaugura

A stretto giro di comunicato arriva anche il commento della consigliera regionale 'tarantina' di FI, Francesca Franzoso: “Sei ore di consiglio monotematico sull'ex Ilva, senza uno straccio di notizia, salvo poi, dopo ventiquattro ore, annunciare la costituzione in giudizio delle Puglia contro Arcelor Mittal al tribunale di Milano. Emiliano avrebbe potuto dircelo ieri. Invece ancora una volta ha mostrato la totale mancanza di rispetto per il Consiglio regionale, che dall'inizio della legislatura il Presidente vive come un fastidio. Auguri ai colleghi della maggioranza che continuano ancora a sostenerlo”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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