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Foggia come Beirut: bombe, assalti e prove di resistenza con la legalità

Degrado, sconforto e rassegnazione sembrano aver preso il sopravvento a Foggia: una città abbandonata a se stessa, dove in un’atmosfera da “guerra aperta” - manco fossimo nella Beirut degli anni più cupi - le bombe carta diffondono il panico nella notte, distraendo le forze dell’ordine, mentre con un escavatore si irrompe negli uffici di una società di spedizione (TNT), per portar via di sana pianta la cassaforte con un bottino di circa 20.000 euro.

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Mancano solo i carri armati, ma la percezione dello stato di guerra è evidente. Magari con ‘sfumature’ diverse, ma anche qui si combatte per il controllo dei territori, il presidio di traffici d’ogni tipo e la difesa di interessi economico-finanziari poco puliti. Da tempo, la città di Foggia sembra essersi immedesimata nell’allocuzione di Alberto Moravia, che la vedeva come la seconda città più “brutta” del mondo dopo Il Cairo.

 

Una città che sembra aver dimenticato d'essere stata "capitale" e capolinea con Dogana del dedalo di autostrade rupestri, rappresentato dai "Tratturi della transumanza", nel cuore del famoso "Granaio d'Italia": il Tavoliere delle Puglie, e sede nientemeno delle reggia imperiale di Federico II, tra i presidi diocesani eccellenti di Sipontum, Troia e Bovino

 

In questo clima, il capoluogo dauno si prepara all’evento del 21 marzo ed essere al centro della “XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, promossa da Libera, Avviso Pubblico e Regione Puglia. Una giornata storica, che in migliaia di luoghi in Italia, nel resto d’Europa e in America Latina proporrà momenti di lettura e riflessione, per ricordare oltre 970 persone morte ammazzate dalla malavita organizzata (104 minori e circa 70 pugliesi).

 

“Questa terra è meravigliosa - ha detto don Luigi Ciotti presentando la Giornata - anche se ferita e amara e il 21 marzo tutta l’Italia deve comprenderlo. Ho trovato la meraviglia dei ragazzi anche nei quartieri più difficili. Ci sono tante cose belle e positive. Poi ci sono problemi seri: le mafie del Gargano, Foggiano e Cerignola, per troppi anni sottovalutate ed etichettate in modo sbagliato. Qui non si uccide solo con le armi. Si uccide in altre forme. Abbiamo tanti morti vivi, persone che vivono in ansia e si sono impaurite, ripiegate su se stesse”.

 

Alla presentazione dell’evento in Prefettura a Foggia, oltre al fondatore di Libera, sono intervenuti Daniela Marcone, referente locale dell’associazione, Michele Abbaticchio, vicepresidente Avviso Pubblico e sindaco di Bitonto, Claudia Lioia, assessore comunale di Foggia, Michele Emiliano, presidente Regione Puglia e lo stesso prefetto Massimo Mariani

 

 

 

“Terra, solchi di verità e giustizia” sarà il tema attorno al quale si articolerà la Giornata del 21 marzo. “Libera ha scelto di tornare in Puglia a Foggia (nel 2008 eravamo a Bari, nel 2000 a Casarano) - ha sottolineato don Ciotti - per denunciare la potenza e la ferocia di una mafia emergente ma colpevolmente sottovalutata, responsabile in questi anni di tanti omicidi il più delle volte impuniti a carico anche di innocenti".

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"Saremo a Foggia anche per incoraggiare una Puglia che resiste - ha ribadito il sacerdote in prima linea contro le mafie - fatta di gente perbene che nelle associazioni, nelle cooperative, nelle realtà laiche e religiose, o anche semplicemente assumendosi le proprie responsabilità di cittadino, s’impegna per il bene della sua terra e dell’intero Paese".

 

Come in altre occasioni Foggia sarà l’epicentro di una Giornata a più voci per: "Ascoltare le testimonianze dei famigliari, e approfondire le questioni relative alle mafie e alla corruzione, nel segno di una memoria che non vuole essere celebrazione, ma impegno per il cambiamento. Una lettura collettiva - ha detto ancora don Ciotti - che unisce il paese perchè quelle persone non sono morte per una targa, una corona di fiori, un discorso celebrativo. Sono morte per la nostra libertà, per la nostra democrazia, ossia per ideali che abbiamo il compito di realizzare. Solo l’impegno personale e collettivo trasforma la memoria d’occasione, inamidata, in memoria condivisa e pubblica, in memoria viva”. 

 

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Sull'appuntamento del 21 marzo e sui tragici fatti dell'altra notte a Foggia è intervenuto anche il presidente del gruppo consiliare del Partito Democratico, Paolo Campo: “A Foggia e in Capitanata si fronteggiano due comunità: quella che il 21 marzo sarà in piazza per celebrare la giornata nazionale contro le mafie e quella che le piazze e le strade le batte di notte per seminare panico. I primi sono molti di più e la loro forza sostiene tanto la magistratura e le forze dell'ordine nella continua lotta alla criminalità e all'illegalità che le vittime della violenza estorsiva dei clan".

 

"Non so dire se vi sia un legame tra le bombe che hanno colpito il capoluogo e la grande manifestazione civica e istituzionale della prossima settimana - ha aggiunto Campo - posso affermare con certezza che lo Stato svolgerà con maggiore impegno l'azione fin qui messa in campo per il controllo del territorio, rafforzando la quantità e la qualità dell'azione di prevenzione e repressione del crimine, e la cultura della legalità, incrementando le azioni di antimafia sociale concertate anche con la Regione Puglia".

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"La protezione delle aree ad alto potenziale di sviluppo economico e il recupero infrastrutturale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ad esempio, sono due delle azioni individuate come strategiche dalla Regione e su cui, in sinergia con lo Stato, stiamo concentrando gli investimenti del Pon Legalità".

 

"Se le bombe dell'altra notte sono state anche un segnale alla comunità foggiana, che vive e opera nella legalità, - ha concluso Campo - chi le ha innescate e fatte esplodere sappia che non ha alcuna speranza di fermarci”

 

​(gelormini@affaritaliani.it)

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