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Gargano, la mafia alza il tiro Freddato in piazza maresciallo CC

La mafia garganica alza il tiro. In una perversa logica di accreditamento e di affermazione del potere e del controllo dei territori, mira alla qualità del bersaglio e alla forza del simbolo. A cadere sotto i colpi omicidi è un maresciallo dei carabinieri di 45 anni, Vincenzo Carlo di Gennaro, vicecomandante della stazione di Cagnano Varano (Foggia), morto durante il trasporto in ospedale a seguito di un conflitto a fuoco nella piazza principale del paese.

Carabiniere ucciso

A sparargli è stato Giuseppe Papantuomo, un 66enne con precedenti penali legati alle sostanze stupefacenti, già arrestato nel 2017 per aver accoltellato un uomo alla schiena durante una lite. L’uomo aveva subito una perquisizione nei giorni scorsi e aveva minacciato di morte i carabinieri. Ha sparato contro la pattuglia dei militari, intervenuti per una lite familiare, uccidendo il maresciallo e ferendo un altro carabiniere al braccio e all’addome in modo non grave. Il carabiniere ferito ha ricevuto la visita del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte (in Puglia, per l’inaugurazione dell’Anno Accademico del Politecnico di Bari), e del comandante dell’Arma, Giovanni Nistri, nell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.

foto Dimonte Conte

Lo stesso comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Giovanni Nistri, ha espresso il suo cordoglio: “Vincenzo è un’altra vittima tra i militari che ottemperano al loro giuramento e svolgono il loro dovere per la tutela della legalità a favore della sicurezza dei cittadini”.

“Ora basta con i cincischiamenti! Basta con le chiacchiere mentre a pagare l'estremo tributo sono troppo spesso le forze dell'ordine”, ha tuonato Fabio Dimonte, Segretario Generale Regionale FSP - Federazione Sindacale di “Serve un ‘Tavolo regionale per la legalità e la sicurezza’. Lo avevamo detto un anno fa, torniamo a dirlo più forte oggi mentre il sangue del maresciallo Vincenzo Carlo Di Gennaro è ancora caldo sull'asfalto della piazza principale di Cagnano Varano (Foggia)”.

“Avevo incontrato il Premier Giuseppe Conte a Roma - ha aggiunto Dimonte - in occasione del XIX premio Donato Menichella. Uno scambio di battute veloce ma significativo, in cui ho rappresentato tutte le mie preoccupazioni per il territorio pugliese, trovando molta comprensione, da parte di chi conosce bene questa terra. Oggi, questo episodio doloroso per tutti, è l'ennesima dimostrazione che poco sta facendo la politica nella tutela del territorio e di chi, Polizia, Carabinieri, Finanza, lo difende dalla criminalità e dalle mafie”.

Cagnano Carabinieir3

“Così torno con gli occhi umidi di tristezza, in grande cordoglio per la famiglia del maresciallo Di Gennaro, a nome mio e di tutti i colleghi della Polizia, che rappresento sul territorio pugliese, a chiedere con forza l'apertura del “Tavolo regionale per la legalità e la sicurezza”, che non va aperto dopodomani, la settimana prossima o liquidato con un vedremo, ma va aperto lunedì!”

“Lo dobbiamo tutto noi, istituzioni e società civile, in rispetto del collega carabiniere morto - ha proseguito Dimonte - in rispetto ad un italiano in divisa caduto sul campo per i valori di questa Patria e per lo spirito di servizio che ogni giorno ed in ogni momento mettiamo in campo al servizio dei cittadini.  Il tavolo va aperto subito, come forma di osservatorio permanente regionale sulla sicurezza, per l’analisi dei fenomeni criminali e di illegalità e per il coordinamento e lo sviluppo delle politiche regionali di informazione, ricerca, documentazione e formazione in materia di sicurezza che possa effettuare indagini sulla percezione della sicurezza dei cittadini pugliesi”.

Cagnano assassino

“Non c'è più tempo”, ha ribadito Dimonte: “Chiedo al Presidente Emiliano ed al Ministro Salvini, ognuno per le proprie competenze, di essere uniti, compatti e coesi nella lotta per la legalità. Chi tocca un poliziotto o un carabiniere tocca lo Stato!

Molto partecipato l’intervento di apertura del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’inaugurazione dell'anno accademico del Politecnico di Bari: “C’è stato un grave episodio che ha riguardato un maresciallo dei carabinieri, Vincenzo Carlo Di Gennaro, e questo rende particolarmente pesante questo intervento. Avendo lavorato per anni accanto a queste persone, per me un fatto del genere è insopportabile, pesantissimo. E ci ricorda delle tante persone senza le quali questo paese non starebbe in piedi. A queste meravigliose persone, tra le quali il Maresciallo Di Gennaro, delle quali non si sente mai parlare se non il giorno in cui succede loro qualcosa di irreparabile, dedico questo mio intervento”.

Emiliano Politecnico

 “La Puglia intera - ha concluso Emiliano - si stringe attorno all’Arma dei Carabinieri e alle famiglie dei due militari coinvolti, esprimendo la vicinanza e l’affetto di tutta la comunità. Sono particolarmente vicino alla famiglia del maresciallo Di Gennaro in questo giorno terribile in cui il loro caro ha pagato il prezzo più alto per il suo servizio rivolto alla collettività. Una tragedia, che ribadisce l'impegno dei carabinieri e di tutte le forze dell’ordine per la sicurezza di tutti ma anche i rischi purtroppo connessi al loro compito".

Loizzo1

Sgomento, profondo rammarico e sentita partecipazione al dolore della famiglia e dell'Arma dei Carabinieri sono i sentimenti del presidente del Consiglio religione della Puglia Mario Loizzo, davanti al tragico episodio di Cagnano Varano: “Il maresciallo Di Gennaro serviva il Paese e la Puglia ed è stato ucciso in un episodio drammatico nell'esercizio del proprio dovere”, ha sottolineato Loizzo, “Manifesto il cordoglio dell'intero Consiglio regionale in questa circostanza drammatica, che ci lascia senza parole e, purtroppo, senza un tutore dell'ordine che non meritava di trovare la morte, un sabato qualsiasi, per un controllo come tanti”.

Dario Stefàno

Più pungente il commento del senatore pugliese Pd, Dario Stefàno: “Quell’area della Puglia è noto sia più in sofferenza di altre, non va abbandonata perché esiste una situazione abbastanza critica. Ma non è colpa dei foggiani se il Ministro dell’Interno Salvini preferisce fare selfie, propagandare la legittima difesa o prendersela con chi scappa dalla guerra e attraversa il mare alla ricerca di un posto più sicuro”.

“Non occorre necessariamente arrivare a episodi terribili come questo - ha precisato Stefàùno - per capire che ci sono zone del Paese in cui è obbligatorio alzare l’asticella dell’attenzione, supportare di più gli organismi preposti sul territorio e chi contrasta quotidianamente la criminalità, aumentare il controllo, far sentire lo Stato ancora più presente”.

“Un pensiero commosso - ha concluso Stefàno - alla famiglia del vice comandante ucciso Di Gennaro e un augurio di pronta guarigione al suo collega”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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