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'A Castro con il cuore' , la recensione di A. Peluso

La cultura - scrive Husserl - è il sedimento oggettivo del sapere della comunità.  Come allora non considerare Rocco Boccadamo depositario della cultura salentina?

Ne scrive da anni, dopo averla vissuta, amata, accettando anche gli aspetti più impervi. In “A Castro, con il cuore” si evidenzia l’amabile arte di destreggiarsi tra racconti che appartengono al piccolo, ma straordinario paese salentino, come Castro: una perla, bellezza dirompente del sud del Salento.

castro bellissima
 

Boccadamo si nutre di cultura, di storia, di tradizioni appartenenti ad una Terra di persone che amano, accolgono, sono ospitali, generosi, inconsapevoli, spesso però, di essere attori e protagonisti di una storia. Ecco che Rocco Boccadamo sembra rappresentare una cartina tornasole, depositario di una cultura da salvaguardare. Egli utilizza la scrittura, a differenza dell’aedo o del bardo, l’oralità, per trasmettere e far conoscere a tutti, visitatori e non, la cultura salentina.

I numerosi racconti contenuti nel libro “A Castro, con il cuore”, come anche in molte altre sue pubblicazioni, rappresentano un legame tra presente e passato, necessario a creare un’identità. Senza identità non si è nessuno. Non soltanto, ma la popolazione che riesce ad aver meglio un rapporto con la propria origine, la propria identità e tradizione, è anche quella capace di confrontarsi con le altre, accettando e rispettando la diversità.

boccadamo rocco
 

Pertanto, Rocco, oltre ad allietare i lettori con le sue ammalianti storie, funge anche da guida, affinché gli abitanti di Castro e i salentini tutti prendano coscienza di se stessi, riconoscano il valore della propria identità e la presentino agli altri, tutelando per questo anche il territorio nel quale vivono.

Tuttavia, l’autore del prezioso libello è anche il vessillo del sentimento. Il cuore per Boccadamo non è solo l’organo pulsante di vita, ma anche di amore, di quel sentire dolce o acre che scuote il profondo, libera l’istinto, la creatività, la miglior parte dell’individuo e anche la più vera; così come vero è il sole, e caldo che scalda le pietre inscalfibili di questa terra, il mare cristallino dai colori verde e blu cangiante, la luna rassicurante, i gabbiani che gracchiano, volteggiando, indisturbati.

Il Salento è anche questo. E anche Castro diventa il luogo dell’anima, luogo di innamoramento, come scrive Giuliana Coppola nella Prefazione.

E dunque, Rocco Boccadamo, alla stregua di Virgilio quando narra di Enea, prende per mano il lettore, il turista, o il viaggiatore, o il castrense, e lo conduce per mari e per monti, sino a raggiungere il Castello aragonese di Castro giustappunto, e trovarvi ristoro del corpo e dell’anima; mentre, intanto, questa si rinfranca dall’amore intenso per le proprie origini, la bellezza del territorio, come insegna - emblema incontrastato - il caro Rocco.    

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Pubblicato sul tema: A Castro, con il cuore

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