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I cent’anni vivaci di Luigi Sciarrillo

Vivacità dello sguardo, lucidità nella memoria e immediatezza nei collegamenti, fanno da contraltare agli acciacchi dell’udito e della vista di Luigino Sciarrillo, che taglia il traguardo dei 100 anni, festeggiato nell’Aula Consigliare del Comune di Troia, circondato e festeggiato da parenti, amici e colleghi di vecchia data; con lui i figli Paolo, Maria Cristina, Pasquale ed Eleonora.

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Emozioni tante, abbracci e ricordi altrettanti, aneddoti ed espressioni di affetto lo travolgono tra le richieste di foto e un fiume di selfie più o meno consenzienti. L’abbraccio è corale e Luigino lo avverte e si commuove fino a sintetizzare il suo ringraziamento a tutti: “Per l’infinita ‘stima’, di cui ha sempre goduto nella comunità troiana”.

Toccando anche la sensibilità del sindaco Leonardo Cavalieri, che accogliendolo a Palazzo di Città con la fascia tricolore istituzionale, si è sentito apostrofare: “Che onore per me, sapere che il sindaco è il nipote di un mio caro amico, Nardino Cavalieri”.

Con un video messaggio sono arrivati gli auguri anche del Ministro per gli Affari Europei, Enzo Amendola, figlio di Carlo Amendola che - insieme a Secondino Lattorre - da sempre sono stati compagni di passeggio e di lunghe conversazioni, con Luigi, su e giù per il corso troiano.

I saluti e il rinnovo di auguri della numerosa schiera di colleghi ‘postali’ - non solo troiani - sono stati riassunti negli interventi di Gerardo Mottola, Tonino De Peppo e di Carmela Dandola, che hanno dato voce ai sentimenti di amicizia fraterna di Lorenzo Bonghi, Gino e Antonio Guglielmi, Elisa Salandra, Nicola Dattoli, Mario Donnini e Maria Cagiano, solo per citarne alcuni. 

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A cui sono seguiti i ricordi fatti rivivere da Ermelinda e Andrea Buono, che hanno in qualche modo introdotto in sala: Carmelino, Santino, Lina, Ultimina, Iolanda, Otello… e riportato la mente ai momenti di sana e spontanea convivenza, segnata dai valori profondi del rispetto, dell’amicizia e dell’onestà di sentimenti.

Finale festoso, quindi, con gli auguri musicali cantati da Vincenzo De Santis, il francobollo celebrativo del Millennio regalato dal Sindaco e l’omaggio biografico al “Mercurio troiano” (che riportiamo in seguito, ndr), col tradizionale soffio sulle candeline dei 100 anni e il brindisi con le bollicine Ferrari, accompagnate dal ricco buffet a cura di Rofle - Leonardo Rosiello e dal dittico Trabbiano/Nero di Troia, per testimoniare l’asse territoriale Abruzzi-Puglia/Troia-L’Aquila, sul quale a lungo si è consumata la transumanza famigliare di Luigino e di Maria Rubino.

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Con Ninì Russo, Liberato Bonghi, Totonno Pompa e Nicola Crucinio - tra una fetta di torta e un panino farcito, abbiamo attraversato il suo secolo di resistenza e se ci si pensa, il nostro Luigino - infatti - ne ha scampate di tutti i colori. 

Le ristrettezze del primo dopoguerra, le modeste condizioni famigliari, gli studi, l’Azione Cattolica, l’amicizia con Santino, Lino e Semino, la guerra con la missione in Albania - da cui tornò segnato con i piedi congelati - il “primo” matrimonio per procura con Ada (ma solo come rappresentate del caro amico Lino Lombardi soldato in guerra d’Etiopia), l’impegno politico, il balcone dei Crucinio che crolla sotto la nevicata del 1966 e lui con Angiolino Guglielmi, fino a 5 minuti prima, a spalare la neve nel medesimo punto. 

Il legame col fratello Antonio trasferitosi a Modena, la prima bicicletta usata da postino per le consegne, fino al drammatico terremoto a L’Aquila e alla fuga di notte, in pigiama, dalla casa tremante insieme a Maria. Non c’è niente da fare, era segnato: predestinato per questo giro di boa centenario.

Diceva la moglie, al fratello al telefono da Modena che non lo trovava a casa: “E’ jut a d’ a menn’ a Santin’ e Carmelin’ (è andato ad allattare Santino e Carmelino)”, per sottolineare che non resisteva più di tre ore (la frequenza con cui, di solito, si allattano i bambini) lontano dagli amici di sempre.

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Ricordo con ammirazione e riconoscenza come nei dibattiti ‘analitici’ del tabacchino - dove gli spunti provenivano dalle letture di Panaroma, L’Espresso e l’Europeo, Luigino introdusse ‘Rocca - Periodico della Pro Civitate Christiana’, facendoci scoprire firme come Adriana Zarri, Raniero La Valle e dom Giovanni Franzoni. Che andavano ad aggiungersi a quelle di Giorgio La Pira, Giorgio Galli, Francesco Forte, Guido Calogero e Bancor (lo pseudonimo usato da Guido Carli - Governatore della Banca d’Italia).

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Con Santino costituiva una ‘osmosi indelebile’, testimonianza di una sorta di filo storico, che rinnovava il legame tra il presidio basiliano (Luigi abitava in piazza Sabato, dietro la chiesa di San Basilio) e quello benedettino dell’antica Aecae: la casa di Santino era un pezzo del grande monastero dei Benedettini all’altro capo di Via fra Due Terre (quello che si espandeva dalla scalinata di piazza Leppe a Vico Pagano, in cui l’odierna piazza San Vincenzo era parte del chiostro). 

La declinazione in rima che li ha visti sempre insieme: Carmelino, Lillino, Santino, Semino, Fonzino, Corradino, Angiolino, Banino, Tonino, con le note fuori rigo di ‘nToniucc’ Mott’l, Totonn’ Mott’l e Totonn’ Colell’ - come ha ribadito Andrea nei suoi auguri - può tranquillamente aspettare e continuare a rimandare i festeggiamenti celesti per Luigino.

Come sarebbe bello potergli augurare “Puzz’ camp^ cent’ann ancor’!”

(gelormini@gmail.com)

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MERCURIO

Parlando di bellezza, divinità, anniversari e celebrazioni varie, oggi voglio parlarvi di un MERCURIO, non mitologico o astratto, ma quanto mai “vivo” e “popolare”. Di un amico troiano di lunga data, non solo mio, ma che tanti di voi hanno conosciuto molto bene: la cui vita è stata a lungo segnata dai piedi.

Sì, dai piedi! Perché la sua formazione di base - per tradizione famigliare - era quella di ciabattino. Una passione ricca di dignità, che lui non abbandonerà mai e che riserverà, come gesto di autentico affetto, verso gli amici a cui continuerà a rendere - anche in tarda età - i suoi servizi e le sue attenzioni.

Perché questo MERCURIO aveva e conserva l’orgoglio delle radici da “calzolaio”!

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Piedi che gli si congelarono, quando era soldato, durante la campagna di Albania: quando ‘dovevamo spezzare le reni alla Grecia’, calzando stivali di cartone tra le nevi dei Balcani.

Il nostro MERCURIO, però, messaggero non degli Dei ma della quotidiana vita di paese, trova il modo di mettere “le ali” a quei piedi dalla sensibilità in parte “ibernata”.

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E cosa fa? Ci mette a suo modo “due rosoni”, o meglio, gli calza due ruote e sarà per tutti il primo postino a Troia con la bicicletta.

Sabato 25 gennaio 2020, Luigino Sciarrillo ha compiuto 100 anni, venendo a festeggiarli da L’Aquila a Troia, e raccogliendo il testimone del Millennio.

A lui, amico di una vita, e ultimo dei Moicani e dei pionieri da Tabacchino, gli auguri più corali accompagnati dall’affetto senza tempo e senza confini personale e dell’abbraccio plurale di tutta la comunità troiana! (ag)

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