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L'isola che non c'è : 'Vogliamo anche al Sud treni più veloci'

Al Bano Carrisi, insieme ai più autorevoli rappresentanti che aderiscono alla Associazione culturale “L’Isola che non c’è” di Latiano, si unisce alla lotta per avere treni veloci anche al Sud. Una battaglia rilanciata dalla stessa Associazione culturale fondata oltre dieci anni fa dal giornalista Franco Giuliano, lo stesso che per il suo giornale “La Gazzetta del Mezzogiorno” aveva condotto a suo tempo questa battaglia #VOGLIAMOANCHEALSUDTRENIPIUVELOCI.

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Treni più veloci in questo caso lungo la Dorsale Adriatica, una linea ferroviaria, quella da Lecce a Bologna, a doppio binario tranne che nel tratto Lesina-Termoli (35 km), che rimane ancora a binario unico, dove i treni viaggiano ad una velocità media di 115 km/h, rispetto ai 200 km/h (con punte di 300) delle linee del nord.

La battaglia de La Gazzetta del Mezzogiorno del 2013) registró a suo tempo il coinvolgimento dei cinque governatori (di Puglia, Molise, Abruzzo, Basilicata e Friuli Venezia Giulia) e le promesse dei ministri che si sono succeduti. L’obiettivo era quelli di sollecitare il governo al miglioramento ed alla velocizzazione dell’infrastruttra ferroviaria sulla direttrice Lecce-Milano a partire dall’eliminazione della strozzatura costituita dal binario unico nel tratto tra Termoli e Lesina.

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L’unico risultato finora è stato un Frecciarossa da Milano a Bari, che (non essendoci il binario per L’Alta velocità fino a Bologna) viaggia alla media di 120 Km orari. Il raddoppio del tratto Termoli-Lesina, invece, resta ancora un progetto sulla carta: le regioni interessate, in particolare il Molise, non decide dove far realizzare il nuovo tracciato. O meglio vorrebbe spostarlo dall’attuale sito e affiancarlo all’Aurostrada. Una ipotesi che farebbe aumentare di realizzazione. Insomma da una parte la strozzatura, dall’altra l’Alta Velocità che non c’è. Almeno da Bologna a Lecce.

E’ vero: si tratta di un progetto, quello dell’AV, che richiederebbe risorse finanziarie enormi e tempi lunghissimi. Ma non per questo non è legittimo escludere l’ipotesi che anche i nostri figli (che pure hanno pagato per quella infrastruttura al Nord) un giorno possano viaggiare alla stessa velocità dei loro coetanei del Nord.

Ora “L’Isola che non c’è” di Latiano, così come ha fatto per la campagna #NOALLAPLASTICA ha chiamato il cantante di Cellino San Marco e annuncia iniziative insieme alle più autorevoli personalità della Puglia che aderiscono alla Associazione: dal Governatore in carica Michele Emiliano agli ex Raffaele Fitto e Nichi Vendola; dal presidente del Consiglio in carica, Mario Loizzo, all’ex presidente Onofrio Introna; dai Sindaci, ai Rettori delle Università di questa regione, al Presidente della Facoltà di Medicina, Loreto Gesualdo, ai giornalisti e scrittori di spicco pugliesi, fino ai direttori delle Asl e rappresentanti delle più importanti aziende di trasporti, ai direttori e presidenti di Banche, alla direttrice del più importante museo della Puglia, il MarTa di Taranto, Eva Degl'Innocenti, alla presidente di Apulia Film Commission Simonetta Dellomonaco.

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Tutti metteranno la faccia per sollecitare il governo nazionale e il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli a fare qualcosa, soprattutto dopo l’annuncio dello stesso premier Giuseppe Conte di voler portare al Sud l’Alta velocità.

"Mi rivolgo a tutti i componenti dell'Europa: - dice Al Bano in un video - fateci sentire veramente europei a livello degli altri europei. Non penso di chiedere molto. Non sono solo, siamo noi del Sud che abbiamo questa specie di ribellione e questa richiesta umana: vogliamo viaggiare alla stessa velocità di tutti gli europei, perché europei lo siamo anche noi, di fatto, di diritto e di scelta".

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L'obiettivo è portare la battaglia fin sul tavolo del Parlamento europeo, chiedendo al neo eletto presidente, David Sassoli, "Un incontro - dice Al Bano - per spiegare quello che serve per far funzionare il Sud. Non ha fatto niente di male il Sud. Si è aggregato, ha pagato a caro prezzo l'Unità d'Italia e continua ancora a pagare. Facciamo in modo che questa Italia sia veramente unita e il treno, come il sangue nelle nostre vene, ha bisogno di viaggiare con lo stesso tipo di velocità".

"Ricordo il mio primo viaggio a Milano, era il 5 maggio del 1961 - racconta ancora il cantante pugliese - il treno era quello che era, profumi di ogni tipo perché era strapieno di persone che come me andavano a cercare un futuro migliore. Molti lo hanno trovato, e tra quelli anche io. Ritornando dopo tanti anni ho notato che niente è cambiato su quella linea".

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Poi, conclude: "E allora mi chiedo: è possibile che il Sud rimanga sempre e solo sud abbandonato? Si ricordano di noi per pagare le tasse, per votare, ma quando poi devono sviluppare qualcosa di importante per il nostro Sud, c'è qualcosa che si inceppa nel meccanismo. Noi vogliamo viaggiare alla stessa velocità, come si viaggia da Milano a Roma, da Venezia a Roma, da Torino a Roma. Abbiamo diritto di partire da Lecce e viaggiare alla stessa velocità".

Sulla pagina Facebook de “L’Isola che non c’è” via via che passano i giorni aumentano i personaggi che aderiscono a questa battaglia. Le loro facce con il cartello #VIGLIAMOALSUDTRENIPIUVELOCI diventerà presto un manifesto che come per altre iniziative della stessa Associazione non è escluso possano comparire sui municipi delle città i cui sindaci aderiscono a questa iniziativa partita dal basso e che potrebbe anche coinvolgere tutti i cittadini disposti - come i personaggi testimonial - a fotografarsi con lo stesso cartello scaricabile su Facebook.

(gelormini@affaritaliani.it)

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