Fondatore e direttore
Angelo Maria Perrino

"Un'apocalisse tragicomica"
Baini e la Grande Guerra

Il libro di Fiorenzo Baini "Un'apocalisse tragicomica", per vedere la Grande Guerra controcorrente

Di Giovanni Aquilino
Baini libri

Nelle librerie già dall’anno scorso e almeno per i prossimi tre anni si vanno accatastando, con il loro dorso intonso, centinaia di volumi, con titoli che trattano della “Grande Guerra”. Infatti, in occasione del ricorrere dei cento anni dal catastrofico conflitto la pubblicistica specialistica decuplica le sue nuove uscite.

Baini copertina
 

Tra le centinaia di volumi di autori più o meno conosciuti, più o meno autorevoli, la mia personale attenzione è stata attratta da un agile volumetto dal titolo inaspettato e oserei dire contro-celebrativo. Pubblicato per i tipi della IBISKOS Editrice, di Firenze, con una prefazione nientepopodimeno che di Franco Cardini è uscito, solo da qualche mese: “Un’apocalisse tragicomica” di Fiorenzo Baini.

Il volume ha un sottotitolo ancora più intrigante, infatti, recita: ”Una Prima Guerra Mondiale per principianti 1914-1917”. A ben riflettere non si comprende subito se i principianti siano i protagonisti della guerra o i lettori al loro primo cimentarsi con l’argomento, comunque sia il testo si è rivelato una continua sorpresa.

Il taglio dato alla visione del grande accadimento storico, che infiammò l’Europa per 4 lunghissimi anni, è particolarissimo, in buona sostanza, è una sorta di commento a margine degli eventi più o meno conosciuti più o meno sanguinosi.

Baini Argentina
 

L’autore, grazie ad una prosa felicemente scorrevole, racconta con toni odierni situazioni, climi, contesti nazionali o specifici dei diversi protagonisti della Grande Guerra ottenendone una sorta di effetto a contrasto.

Iniziare un saggio storico, affermando che: “Francesco Giuseppe era antipatico a tutti” (sic!) può sembrare un “fuori squadro”, un’espressione inopportuna e lontana dal lessico e della sintassi propria di chi racconta la “Storia” con la “S” maiuscola, tuttavia la novità è proprio questa, rendere una narrazione ormai quasi mitologica: umana.

Baini riesce a riportare la mitologia della “Grande Guerra”, ormai assurta in molti casi a narrazione epica, a livello delle diuturne ed umane vicende, con tutti i limiti, le incomprensioni, le antipatie, i pregiudizi, gli errori, le meschinerie le protervie o le ottusità di protagonisti grandi e piccoli che fossero.

L’autore più che descrivere un quadro dà modo al lettore di comprendere la cornice, è questa una delle particolarità del volume, risulta innovativo il narrare di vicende storiche non come mero fatto di cronaca quanto, invece, il voler descrivere con rigore, questo sì storico, il contesto che le ha generate e magari il clima nel quale si svolsero.

Migliaia di uomini vanno a morire senza una ragione accettabile solo per decisioni capotiche di generali anziani ed incompetenti o di quadri ufficiali ottusi, miopi e dispotici.

Un’apocalisse tragicomica, appunto, che si è sostanziata in una carneficina di almeno 4 generazioni di giovani uomini europei.

Baini firma
 

La specificità di Baini è quella di rendere evidente la “banalità della tragedia” attraverso la narrazione di situazioni e non di battaglie, attraverso la descrizione di personaggi e protagonisti della catastrofe e non degli assalti o dei cannoneggiamenti, rimettendo nel loro contesto spicciolo oserei dire quotidiano un evento che in virtù della distanza data dal tempo ci appare monolitico ed inevitabile.

Infatti, la distanza storica fa sì che si abbia dell’evento quasi una percezione totalizzante come se una forza invisibile e sovraumana abbia deciso per gli uomini e le cose.

Baini ci spiega invece che non è stato il “destino” a gonfiare il fiume della storia, ma sono stati i tanti rivoletti, i molteplici gorghi, la nuvola di spruzzi, singoli e banalmente umani, inani e insignificanti, apparentemente inutili che assommati assieme hanno totalizzato il volume dell’immane tragica apocalisse.

Insomma, un modo originale di raccontare la storia, un libro efficacemente didattico per avvicinare qualsiasi lettore a cose che mai avrebbe appreso altrimenti.

Baini Skantinato
 

Un utile ausilio per conoscere meglio un “tragedia” che ha segnato milioni di uomini e di famiglie di tutte le nazioni europee e che ha determinato la concatenazione degli eventi storici dei decenni seguenti e del secolo appena iniziato.

Complimenti all’autore per aver realizzato un saggio che scorre con la intensità di un racconto giallo, con la passione di un romanzo d’ambiente, che si legge con piacere e rende senza fatica quanto sia banale il male anche quello più assoluto come la guerra seppure aggettivata “Grande”. 

Il libro sarà presentato Venerdì 5 agosto 2016 a Troia, presso Skantinato 58 Bilbiocaffè alle ore 19,30.

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Baini tris2
 

Fiorenzo Baini -  E' nato a Milano nel 1959 e insegna Lettere in un istituto della Brianza. Ha pubblicato un saggio all’interno del volume Il Convento dell’Annunciata, Banca di Vallecamonica (1994) e il libro Lineamenti di storia dell’arte a Troia (FG) dal XV al XVIII secolo (1996). Ha pubblicato articoli sulla storia dell’arte barocca in Lombardia su varie riviste culturali.

È presente con un saggio nei libri Nicola G. Tramonte architetto e Leon Marino "Per votività mancata". Si è occupato della parte artistica nei libri collettivi: "La cattedrale di Troia (FG)", luogo della memoria con R. Mastrulli ed E. Tegon, (2005) e "La chiesa di S. Benedetto o dell’Addolorata", con R. Mastrulli e F. Ciarmoli (2014).

Baini loc
 

Compare tra i relatori negli atti dei convegni "La scultura lignea fra Sei e Settecento nelle valli alpine tra Piemonte e Lombardia" (2008) e "Forme che volano", "1630-1738, Il Barocco nelle province di Novara e del Verbano" Cusio, Ossola (2014). Nel 2010 ha pubblicato "S. Francesco di Troia (FG), la storia e l’arte" e "Messi a 90", le partite più raccapriccianti dell’Italia ai mondiali con Cosimo Argentina

Dalla quarta di copertina - "Se qualcuno qui vuole cercare la storia completa e dettagliata della Prima Guerra Mondiale è meglio che compri qualche altro testo. Questo libro, all'interno della cronologia classica del conflitto, prima di tutto vuole proporre fatti noti e meno noti in una luce il meno accademica possibile, come se si stesse parlando di questo evento tragico tra amici al bar, dove ognuno ha il suo intervento da fare e per questo al lettore apparirà come un insieme di brevi saggi dove ogni parte concorre a creare il testo ma anche dove ogni parte può vivere a se stante. In secondo luogo il testo si propone di mitizzare fatti e personaggi; forse, presuntuosamente, ho voluto fare quello che Foscolo attribuisce a Machiavelli ne "I Sepolcri" cioè di colui che "alle genti svela di che lagrime rondi e di che sangue" la politica e con essa la guerra in omaggio al sangue e alle lacrime versati da milioni di soldati sotto ogni bandiera e in ogni fronte per la follia, o meglio, la stupidità criminale delle loro guide. Infine ho voluto proporre fatti ed eventi pressoché sconosciuti in Italia perché, spesso, ci si basa su fonti straniere inedite presso di noi".


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