Ilva, Di Maio riceve Emiliano al MISE. Soddisfatto il Governatore
Emiliano dopo l'incontro al MISE: "Dico a Taranto che la connessione col Ministero Sviluppo Economico è stata riprisrinata. Una cosa di un'importanza enorme".
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha incontrato il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, nella sede del Ministero a Roma, sulla vertenza dell’Ilva di Taranto.
Nella delegazione c’erano la dirigente del dipartimento Ambiente Barbara Valenzano e l’avv. Rocco De Franchi in virtù della sua specifica competenza e conoscenza in materia.
“Voglio dire ai cittadini di Taranto - ha riferito Emiliano al termine dell’incontro - che la connessione e la comunicazione tra la Regione Puglia è il ministero dello Sviluppo Economico è stata ricostruita e ripristinata. Questa è una cosa di un'importanza enorme, fate conto che in precedenza questo rapporto non era mai esistito".
Emiliano ha spiegato che il ministro "Ha ascoltato le nostre posizioni, gli ho consegnato la nostra ultima proposta che gli consentirà di decidere, nell'eventualità in cui scelga di proseguire l'attività industriale della fabbrica, conoscendo il nostro punto di vista".
Per Emiliano “Se il governo deciderà di riconvertire immediatamente la fabbrica, senza consentirne la prosecuzione dell'attività noi ovviamente ci limiteremo a chiedere assicurazione sui livelli occupazionali, non potendo entrare nella vicenda della valutazione dell'effettiva strategicità dell'impianto".
”Questo - ha proseguito - ovviamente significa piena collaborazione con il ministro, che ha ascoltato con enorme interesse per tutta la mezz'ora del colloquio, devo dire è stato estremamente cordiale e quindi se devo trasmettere un'impressione personale: la città di Taranto e i cittadini sanno adesso di poter contare su un ministro dello Sviluppo economico che non ha interesse a risolvere la crisi aziendale punto e basta, ma vuole definitivamente dare un assetto alla questione Ilva per i prossimi anni”.
“Se si deciderà, con l'aiuto del sindacato, di far proseguire l'attività industriale della fabbrica l'unica strada possibile sarà la cosiddetta decarbonizzazione, ovviamente nei tempi industrialmente accettabili".
“Se si deciderà di chiudere – ha aggiunto - secondo il mio giudizio, occorrerà una quantità di denaro enorme, che ovviamente prevede non solo tutte le bonifiche ma anche la creazione di alternative industriali".
”Ora sto meglio – ha concluso Emiliano - perché le mortificazioni che ho avuto in passato sono state terribili. Non potersi sedere a un tavolo di trattativa per difendere la salute dei propri concittadini è una cosa che non mi sarei mai immaginato potesse accadere in particolare con un governo del mio partito”.
Dal ministro Di Maio anche il presidente della Liguria, Giovanni Toti, che condivide la posizione non rinuciataria alla produzione di acciaio: “Abbiamo già dato tutta la nostra disponibilità al precedente ministro dello Sviluppo economico e la ribadiamo all'attuale ministro: la Regione Liguria c'è per trattare, negoziare e trovare tutte le soluzioni possibili. Siamo pronti a parlare con il ministro Di Maio non appena vorrà convocare gli enti locali”.
"Pensare a strade diverse - ha proseguito Toti - con l'abbandono totale dell'acciaio nel nostro Paese, la dismissione di quelle aree dedicate, la liquidazione di quella società che vale un punto di Pil nazionale e oltre 20.000 posti di lavoro tra diretti e indiretti, è molto rischioso e auspico che questo ministro non voglia intraprendere questa strada".
“L'acciaio prodotto da Ilva viene considerato competitivo - ha sottolineato Toti - e a Genova esiste un accordo di programma che lega l'utilizzo di aree molto pregiate ai livelli occupazionali dell'azienda: siamo pronti con la Società per Cornigliano, realtà pubblica che nasce appunto da quell'accordo di programma, ad aiutare il periodo di transizione per l'ingresso dei nuovi azioni di Ilva”.
(gelormini@affaritaliani.it)