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Introna e Lettieri, analisi opposta su Renzi e renzismo
“Il vero sconfitto di queste amministrative è il renzismo nel panorama nazionale e il personalismo del segretario regionale del Pd, nonché presidente della giunta, Michele Emiliano, in Puglia", lo afferma in una nota diffusa Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR).
Lettieri presid
 
 
"Facce della stessa medaglia", precisa Lettieri,  "La vittoria di Angela Carluccio a Brindisi è la vittoria di un metodo, quello delle primarie fortemente voluto dai Conservatori e Riformisti. La strada dell’arroganza e di scelte muscolari non solo non pagano, ma è evidente la scollatura sempre più forte tra il paese reale e quello del Palazzo, soprattutto di Palazzo Chigi a Roma e il Palazzo della giunta regionale in Puglia. Detto questo, però, bisogna prendere atto che se Sparta piange, Atene non ride. I risultati di questi ballottaggi ci impongono una profonda riflessione, a partire dall’aumentato astensionismo nei ballottaggi".
 
"E’ giunto il momento che davvero il centrodestra decida cosa vuol fare da grande", aggiunge il senatore dei Conservatori e Riformisti, "Se continuare a farsi del male alimentando con le proprie divisioni la nascita per forza di inerzia di un nuovo bipolarismo tra M5s e Pd. Oppure se rispondere con responsabilità alla grande richiesta - che proviene dal basso e da quella potenziale maggioranza di elettori del centrodestra che di fatto esiste, ma è tagliata fuori per la frammentazione in atto e magari non va neanche a votare - di un profondo cambiamento che, nel metodo e nel merito, si misuri con la forza di idee innovative e riformatrici per il bene dell’Italia e la coerenza con i principi liberali".
 
"Il centrodestra - conclude d'Ambrosio Lettieri - ha una grande responsabilità e non può limitarsi a rimettere insieme i cocci: serve una grande rifondazione. E a questa lavoreremo sin dai prossimi giorni. In questa direzione, la Puglia è certamente avamposto prezioso per rilanciare progetto liberale, riconnettendosi con gli elettori. E’ dal metodo Brindisi che dobbiamo ripartire”.
Introna Emil
 

Diversa e per certi versi opposta l'analisi di Onofrio Introna (Socialisti), che registrando Roma e Torino ai Cinque Stelle, Napoli a De Magistris, Milano e Bologna al PD per il rotto della cuffia, si chiede: "Renzi sconfitto?", per poter rispondere: "Voglio andare controcorrente: Renzi non ha vinto, ma questi risultati sono una vittoria del Renzismo".

"Intendiamoci - prosegue Introna - come capo di partito ha certamente subito la disunità di un PD da cui è riuscito a farsi detestare. E chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Ma come capo del Governo, questi sono gli effetti di una politica di cambiamento che lui ha avviato. Ha voluto rottamare non solo un ceto politico, ma un modo di fare politica: la Raggi e un po’ meno l’Appendino sono esattamente la conseguenza della sua rivoluzione".
 
E poi aggiunge: "Da Premier, si è affannato a proporsi come “rottamatore” ed ha in effetti rottamato un modo di fare politica, una vecchia classe dirigente e perfino uno stile, che ora fanno emergere prepotentemente il nuovo in politica. E che nuovo! La romana Virginia, la torinese Chiara, under 40 e addirittura donne. Questa è la vittoria di Renzi".
raggiappendino ape
 
 
"Se esaminiamo i risultati col dovuto distacco, ci rendiamo conto che vedere elette in due capitali d’Italia due giovani professioniste che non hanno esperienza e che si sono ritrovate all’interno del movimento che gli italiani hanno assunto come antisistema. Alla fine Renzi non può dolersi di quello che lui stesso ha avviato, ma che non ha saputo gestire, perché le due prime cittadine sono l’esito della rivoluzione che non ha saputo legare alla suo nome e al suo partito".
 
"Per le vicende interne al PD, il rottamatore non  può ascrivere questo successo alla sua campagna di cambiamento. Ha lanciato il sasso nello stagno, ma il capitano Renzi non è stato capace di  governare la sua nave sulle onde che ha scatenato".
 
minerva emiliano
 
"Cos’altro ci dicono i ballottaggi? Che il partito erede dei grandi partiti della Prima Repubblica soffre nelle metropoli, dov’è difficile gestire il rapporto con l’opinione pubblica e non c’è contatto con le grandi masse di elettori. Va meglio nei piccoli centri, dove la stima, la credibilità dei candidati, il buon lavoro dei sindaci scelti dal centrosinistra hanno fatto la differenza, con la conferma in Puglia di Lopane a Laterza, ad esempio e l’elezione di Zaccaria a Fasano, Minerva a Gallipoli, Chieco a Ruvo e Zaccheo a Palo. Dove la stima e lo spessore dei nomi valgono i risultati sono stati positivi".
 
"Capitolo a parte Napoli, dove il centrosinistra non ha compreso il fenomeno De Magistris e si è fatto male da solo, isolando un sindaco che ha dimostrato di sapersi fare apprezzare e sostenere dai cittadini.
Bologna è la Rossa, sia pure a fatica ha confermato la sua storia. Fino a quando?"
 
"Per la Sinistra democratica e di governo, la lezione che esce dalle urne impone una riflessione seria, profonda e non rinviabile - conclude Introna - basta con le battute al veleno e con le dichiarazioni intrise di rancore. Ricordiamo la saggezza di Nenni: la politica, diceva, non si fa con i sentimenti... figuriamoci con i risentimenti!"
 
(gelormini@affaritaliani.it)
 
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