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Istat, sale il calo demografico Puglia più vecchia e più longeva

Calo demografico naturale in Puglia del 9,7% nel 2017, secondo l’indagine ISTAT, per il calo delle nascite e il saldo migratorio interno negativo (-8,7%). La Puglia è sempre più vecchia, rileva Coldiretti Puglia, anche perché al Sud che la longevità aumenta anche grazie alla Dieta Mediterranea, ma al contempo si registrano più malattie croniche degli anziani e si acuisce, secondo Coldiretti Puglia, la cronica carenza dei servizi alla persona, soprattutto nelle aree rurali.

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“In considerazione delle patologie che affliggono gli anziani in Puglia - commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - va riconosciuto un sostegno alle famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza. E’ evidente l’insostenibilità sociale della situazione a carico dei coltivatori pensionati e delle loro famiglie, sui quali si vanno sempre più scaricando i disservizi e le insufficienze dell’intervento pubblico".

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"Esiste una disparità di trattamenti nelle aree rurali - prosegue Cantele - alla quale si aggiunge la carenza di servizi sociali che rende più complessa la vita degli anziani. In Puglia sono circa 210 mila pensionati dei lavoro autonomo - 63 mila coltivatori diretti, 73 mila artigiani ed altrettanti commercianti - con un’altissima percentuale di pensioni integrate al minimo che stanno vivendo un momento di grande difficoltà, ma che, nonostante tutto, sono impegnati nel presidio territoriale nelle aree rurali dove sono spesso il motore di iniziative ed esperienze culturali e di solidarietà”.

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Tra gli anziani del Mezzogiorno sono molto più diffuse anche le limitazioni gravi sia motorie (27,7%) che sensoriali (16,5%). “Le donne anziane riportano più difficoltà degli uomini, secondo l’Istat, sia nelle attività di cura della persona (14,1% donne contro 7,3% uomini) sia nelle attività domestiche (37,9% donne contro 20,4% uomini). I continui tagli apportati alla spesa sociale - sottolinea il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti -  la notevole riduzione del Fondo per la non autosufficienza e le addizionali IRPEF stanno scaricando sulle famiglie l’inadeguatezza dei servizi pubblici per gli anziani e per i non autosufficienti e stanno minando la stessa qualità della vita dei nostri pensionati, una risorsa e un patrimonio da salvaguardare”.

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"Da qui la necessità di intervenire - concludono da Coldiretti Puglia - per recuperare il potere di acquisto delle pensioni più basse, eliminare ogni forma di discriminazione fra lavoratori dipendenti ed autonomi anche per quanto attiene gli assegni familiari, riconoscere un sostegno per le famiglie che si fanno carico di accudire in casa gli anziani con disabilità e/o non autosufficienza; definire i livelli essenziali di assistenza, potenziare i servizi di prevenzione presso gli ambulatori di medicina generale allo scopo di assicurare, agli anziani a basso reddito, gli accertamenti diagnostici in forma ambulatoriale, con riduzione delle liste di attesa, dei ricoveri in ospedale e della spesa sanitaria". 

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“C’è davvero poco da esultare: la soddisfazione del Pd e del governo sui dati Istat relativi al calo demografico e alla produzione industriale su base annua nel 2017 è veramente fuori luogo, perché siamo lontanissimi dai dati pre-crisi. L’Italia continua a restare al palo", dichiara in una nota Luigi d’Ambrosio Lettieri (Noi con l’Italia), componente Commissione Sanità Senato.

 

"Piuttosto che esultare, governo e maggioranza facciano ammenda su quello che non hanno fatto per la famiglia e il welfare in questi anni. Rispondano sui dati diffusi ieri, sempre dall’Istat, in relazione al crollo delle nascite nel nostro Paese".

 

"L’invecchiamento della popolazione - aggiunge Lettieri - avrà ricadute pesantissime sul welfare e sul sistema sanitario nazionale, già duramente messo alla prova da sfibranti tagli lineari e da politiche miopi incapaci di far fronte alle vere emergenze. Tra queste, l’aumento delle cronicità a fronte di una più alta aspettativa di vita, che evidentemente richiede ben altri interventi, a cominciare da un ripensamento della governance in chiave sociale, ambientale, sanitaria ed economica e dalla riforma della sanità integrativa”.

 

​(gelormini@affaritaliani.it)

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