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L’Italia a due velocità, il Governo intervenga sulla Termoli-Lesina

E’ una delle tre domande che avrei voluto rivolgere al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, durante l’annunciato suo ritorno in Puglia - il 9 agosto a Ceglie Messapica (Br) - per l’ormai tradizionale appuntamento estivo ‘La piazza’ a cura di Angelo Maria Perrino, direttore fondatore di Affaritaliani.it

Termoli Lesina

Le limitazioni e le disposizioni per contenere gli effetti del Cpvid-19 impongono distanziamenti fisici, oltre che sociali, e contenimento delle presenze anche nelle “agorà” delle nostre città. Il Paese a due velocità si rivela anche in questo aspetto della quotidianità: la comunicazione mediatica in tempo reale è molto più rapida ed efficace di quella tradizionale, di stampo classico, che si materializzava in maniera cadenzata con l’incontro in piazza, col passeggio dialogato e con la ‘parola pronunciata’.

Quindi, anche per testimoniare nei fatti quanto voglio mettere in evidenza, mi affiderò alla virtualità del web, per interrogare ‘concretamente’ il presidente Conte sulla doppia velocità che attanaglia un’Italia dalle mille contraddizioni, dalle altrettante più o meno sottaciute ambizioni e dalle sorprendenti reazioni: come al solito, soprattutto, nei momenti più critici della sua storia.

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L’inaugurazione del nuovo Ponte San Giorgio a Genova e il “modello” del cosiddetto Decreto Genova, che oggi si vorrebbe applicato in forma diffusa, e la controversa vicenda della Doppia Preferenza di Genere in Puglia, resa possibile solo con l’intervento decisivo del Governo, attraverso un decreto legislativo e la nomina di un Commissario Prefettizio, sono le facce di una medaglia nazionale che continua a splendere di riflessi contraddittori e ad essere avvolta di riverberi nebulosi.

Senza altri giri di parole la domanda, da dauno a dauno e, quindi, da pugliese a pugliese, “Cosa aspetta ancora il Governo ad intervenire con atti concreti ed operativi nella risoluzione dello stallo ferroviario tra Termoli e Lesina: 30 km. di binario unico, che da decenni strozzano la modernizzazione di una mobilità “a treni veloci” su una dorsale vitale come quella Adriatica?”

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Ancora ieri il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia (anche lui pugliese) annunciava tra i programmi infrastrutturali finanziati con le risorse del Recovery Fund gli interventi per modernizzare la linea ferroviaria Bologna-Lecce. Mentre sulla strozzatura del binario unico da Termoli a Lesina, sempre sulla dorsale adriatica, si è detto “disponile a promuovere un’audizione a Palazzo Chigi dei rappresentanti istituzionali e associativi del movimento pugliese per il raddoppio”.

Ancora audizioni, ancora petizioni, ancora attese, ancora soste in coda, mentre il mondo corre. Alla rapidità dell’idea, della proposta e del dialogo virtuale, purtroppo in Italia non corrisponde una mobilità ‘dinamica’ dell’azione, per non parlare delle sabbie mobili della burocrazia.

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La normativa alla base dell’intervento esecutivo sia a Genova che in Puglia venga applicata anche tra Termoli e Lesina: “Nei casi e con le modalità previsti dall’art.120, secondo comma, della Costituzione, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro competente per materia, anche su iniziativa delle Regioni o degli enti locali, assegna all’ente interessato un congruo termine per adottare i provvedimenti dovuti o necessari; decorso inutilmente tale termine, il Consiglio dei Ministri, sentito l’organo interessato, su proposta del Ministro competente o del Presidente del Consiglio dei ministri, adotta i provvedimenti necessari, anche normativi, ovvero nomina un apposito commissario». La disposizione si completa con la previsione secondo la quale «Alla riunione del Consiglio dei ministri partecipa anche il Presidente della Giunta regionale della Regione interessata al provvedimento”.

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Presidente, restiamo tutti in attesa della sua risposta. Dico tutti, avendo la presunzione di avanzare un’istanza da parte dell’intero Mezzogiorno, per un problema che ha radici antiche se persino Federico II aveva colto la strategicità di quella dorsale Adriatica, superandone le ‘strozzature’ e optando per il viaggio via mare, anche per aggirare l’ostacolo avversato dei Comuni lombardi.

Se ci rispondesse da ‘La piazza’ di Ceglie darebbe ulteriore dignità all’attenzione auspicata, restituendole quella peculiarità intrinseca fatta di tanto radicato Amor loci, la cui carica meridiana vorrebbe tanto trasformarsi in un proficuo, diffuso e ‘dinamico’ Genius loci.

Con stima, rispetto e affetto.

(gelormini@gmail.com)

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