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La Corte Costituzionale conferma il blocco pesca per i ricci in Puglia
ricci di mare

“La Corte Costituzionale ha respinto il ricorso del governo Meloni avverso alla legge regionale che determina il blocco triennale della pesca dei ricci nei mari pugliesi. Si tratta di una straordinaria vittoria della nostra regione che mantiene così la possibilità di tutalare il proprio mare e le sue risorse”, questo il primo commento del presidente del gruppo Pd in consiglio regionale Filippo Caracciolo.

“Questo risultato - ha affermato Caracciolo - è frutto della determinazione del presidente Michele Emiliano che tra mille difficoltàha  ha deciso di non desistere nella difesa dei diritti della Puglia non piegandosi all’impugnativa del governo dinanzi alla Corte Costituzionale.”

“La decisione della Corte, inoltre - prosegue il presidente del gruppo Pd - va a stabilire un principio rivoluzionario: le Regioni hanno il diritto/dovere di proteggere il mare e le sue risorse nella zona di loro competenza. Grazie all’impegno del presidente Emiliano, del consigliere Pagliaro e dell’Avvocatura Regionale è stata sconfitta la prepotenza politica del ministro Calderoli (firmatario dell’ impugnativa) e del governo Meloni che avrebbero voluto impedire alla Puglia di preservare dall’estinzione una risorsa preziosa come i ricci di mare”.

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“La legge n. 6/2023 ha introdotto il blocco triennale della pesca dei ricci di mare in Puglia al fine di garantire un periodo di riposo della specie, preservando la risorsa ittica e scongiurando il rischio di estinzione dovuto ai massicci prelievi. Per questo motivo - conclude Caracciolo - era nostro dovere tutelarne il fine andando contro ogni ostacolo. Così è stato fatto nell’interesse dei pugliesi e di questo la giustizia ci ha dato atto”.

Immediato il commento anche del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani: "L’avallo della Consulta alla nostra legge, che impone lo stop di tre anni alla pesca dei ricci di mare in Puglia, è una vittoria per me come proponente e primo firmatario, per tutti i 48 colleghi consiglieri che l’hanno sottoscritta e approvata insieme al presidente Michele Emiliano, per la Regione Puglia e per la sua avvocatura che l’hanno difesa, opponendo ricorso all’impugnativa del Governo il 18 dicembre scorso".  

"I giudici della Corte Costituzionale hanno confutato le motivazioni di quella impugnativa, dandoci ragione: non c’è contrasto con la normativa statale, internazionale ed europea in materia di ambiente e mare; non c’è violazione dell’articolo 117 della Costituzione che affida al Governo centrale la tutela dell'ecosistema e dell'ambiente. L’hanno sostenuto in modo chiaro, nelle memorie difensive a sostegno dell’azione dell’avvocatura regionale, l’avvocato Vincenzo Tondi della Mura ordinario di diritto costituzionale di UniSalento, e il professor Stefano Piraino responsabile del laboratorio di zoologia e biologia marina di UniSalento". 

"È una legge in cui abbiamo creduto fin dall’inizio - ha spiegato Pagliaro - pur sapendo che avremmo dovuto superare ostacoli e ostilità, perché siamo convinti che sia nostro dovere la difesa del mare e delle sue specie a rischio, i ricci in particolare, che svolgono la funzione preziosa di spazzini dei fondali rocciosi e garantiscono l’equilibrio dell’ecosistema marino".

"Non siamo stati soli in questo percorso, e perciò vogliamo ribadire oggi il nostro grazie a chi ha condiviso con noi lo studio e l’impostazione della proposta di legge approvata dal consiglio regionale il 28 aprile 2023 ed entrata in vigore il 5 maggio. Una legge che in questi mesi ha portato i suoi frutti, grazie alla costante azione di sorveglianza della Guardia Costiera guidata dall’ammiraglio Vincenzo Leone che ha effettuato numerosi sequestri, rinvigoriti dal quadro sanzionatorio approvato finalmente a dicembre scorso dalla Regione, anche grazie al pressing dell’assessore all’agricoltura e alla pesca Donato Pentassuglia".    

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"Il nostro grazie va inoltre ad ambientalisti e pescatori, i primi ad amare e rispettare il mare e ad essere consci della necessità e dell’urgenza di fermare la pesca del riccio di mare per consentirne il ripopolamento. Ma anche ai ristoratori coscienziosi e ai consumatori responsabili, ed anche ai pescatori della domenica che hanno accettato questo stop non come atto punitivo ma come gesto d’amore verso il nostro meraviglioso mare da proteggere".

"Ed ora, forti di questa vittoria ha concluso Pagliaro - rinnoviamo alla Regione la richiesta di fondi per i ristori ai pescatori, per i programmi di monitoraggio e ripopolamento e per campagne di informazione e sensibilizzazione a tappeto”. 

Dopo la conferma allo stop della pesca dei ricci di mare vanno subito previsti gli indennizzi - ha subito chiesto Coldiretti Puglia, che in seguito al provvedimento adottato dalla Regione Puglia ha proposto la riapertura della pesca di ricci di mare ai pescatori subacquei professionisti, regolarmente dotati di licenza, consentendo la pesca anche in un periodo più ridotto dell’anno, diminuendo il numero di esemplari prelevabili ai fini commerciali per salvaguardare così il periodo riproduttivo, che va da gennaio ad aprile per andare incontro alle esigenze turistiche e lasciando a disposizione un ampio periodo di tempo di assoluto riposo durante il quale garantire ai ricci di mare di vivere e riprodursi.

Anche perché il fermo lascia senza lavoro e senza reddito 200 pescatori subacquei, un provvedimento ‘salva ambiente’ che non tiene conto della necessaria salvaguardia degli operatori del settore. 

Coldiretti Puglia ha proposto tra l’altro l’attivazione di una piattaforma telematica con comunicazione giornaliera delle vendite di ricci di mare, con indicazione dei dati dei destinatari del prodotto, agevolando – afferma Coldiretti Puglia - i controlli da parte delle autorità preposte ai fini del monitoraggio vendite di ricci, creando così una sorta di “percorso del riccio di mare” che potrebbe diventare anche un marchio di qualità per il consumatore, mentre nei mesi di fermo pesca è stato proposto di diversificare l’attività dei pescatori subacquei alla luce delle sempre maggiori restrizioni all’attività di pesca – aggiunge Coldiretti Puglia – utilizzandoli per la manutenzione ed il ripristino dei fondali marini tramite il recupero di reti e altro materiale adagiato sul fondo.

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"Al contempo vanno intensificati i controlli per la pesca abusiva ed indiscriminata, indicando - ha insistito Coldiretti Puglia - regole più certe riguardo la produzione e la vendita di polpa di riccio, la cui produzione danneggia per tutto l’arco dell’anno la popolazione di ricci di mare (provenienza della materia prima), realizzando una piattaforma di denuncia pesca illegale dove chiunque può segnalare alle autorità tutte le attività di pesca illegale".

"Occorre, infine, un tavolo tecnico - ha concluso Coldiretti Puglia - tra pescatori subacquei professionali, associazioni di categoria, WWF, ed Università per portare avanti il monitoraggio, oltre a studi e ricerche sull’andamento della riproduzione del riccio di mare.

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"Una bella vittoria in difesa del nostro mare! - ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - la Corte Costituzionale nella sentenza n. 16/2024 ha dichiarato “non fondata” la questione di legittimità costituzionale sollevata dal governo italiano contro il provvedimento della Regione Puglia che istituisce il divieto triennale della pesca dei ricci di mare in Puglia".

Gli articoli 1 e 2 della legge regionale n. 6 del 2023 non violano la competenza legislativa statale esclusiva nella materia tutela dell'ambiente e dell’ecosistema. “Gli uffici regionali e i Ministeri mi avevano scoraggiato tutti dal resistere davanti alla Corte Costituzionale a un ricorso del Governo Meloni che tutti giudicavano fondato - ha dichiarato Emiliano – e invece, io e il consigliere regionale Paolo Pagliaro, ispiratore della legge, col quale l’avevo proposta, abbiamo deciso di resistere all'impugnativa del Governo ad ogni costo e abbiamo avuto ragione".

"Anche grazie al grande lavoro della Avvocatura Regionale guidata dall’avv. Rossana Lanza che ci ha rappresentato in questa vicenda insieme all'avvocato Carmela Capobianco. La Corte ha statuito per la prima volta un principio rivoluzionario, e cioè che le Regioni hanno il diritto/dovere di proteggere il mare e le sue risorse nella zona di loro competenza. Una strepitosa vittoria contro Roberto Calderoli, Ministro firmatario della impugnativa e contro il Consiglio dei Ministri di Giorgia Meloni che ci voleva negare il diritto di proteggere dall'estinzione i ricci di mare. Battersi per una giusta causa è sempre necessario, anche quando la vittoria è incerta o apparentemente impossibile. Chi non lotta infatti ha già perso”.

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La legge regionale n. 6/2023 ha introdotto il blocco triennale della pesca dei ricci di mare in Puglia al fine di garantire un periodo di riposo della specie, preservando la risorsa ittica e scongiurando il rischio di estinzione dovuto ai massicci prelievi.

Il provvedimento era stato contestato davanti alla Corte Costituzionale dall'Avvocatura dello Stato in rappresentanza della Presidenza del Consiglio dei ministri. La Consulta ha rilevato che la disciplina regionale “si pone nel solco dell'esigenza di disciplinare la pesca in conformità a obiettivi che la stessa Unione europea” e, indubitabilmente, incide “in melius sulla tutela ambientale, e nello specifico sulla protezione del riccio di mare, che è parte dell'ecosistema marino, norme che indirettamente agevolano la riproduzione di tale specie animale".

Secondo la Corte Costituzionale, la Puglia ha messo in campo "una misura specifica, concernente un fermo pesca disposto una tantum, che si riverbera temporaneamente su un'attività che si svolge sui fondali posti a breve distanza dalle coste pugliesi e che riguarda una risorsa ittica, il cui consumo è strettamente correlato al territorio e alle tradizioni locali, tant'è che la misura è la conseguenza di un massiccio sovra-sfruttamento". Il fermo della pesca, pertanto, non è "incompatibile con una possibile modulazione di interventi legislativi regionali, mirati a risolvere specifiche criticità locali".

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Infine, anche il capogruppo Per la Puglia, Saverio Tammacco, è intervenuto sul tema: “Avevano cantato vittoria troppo presto gli avversari della legge regionale n. 6/2023 di cui noi di Per la Puglia siamo stati firmatari. Avevano persino esultato all’impugnativa del Governo secondo cui la Regione Puglia con quella legge violava la competenza esclusiva dello Stato sul mare. E invece la Corte costituzionale ha dato ragione alla Puglia e alla determinazione mostrata dal presidente Emiliano che non ha desistito di fronte al ricorso del Governo".

"La consulta non solo ha escluso che ci sia stata violazione, ma è andata oltre sancendo il principio secondo cui le regioni possono difendere il mare di loro competenza. Esattamente lo spirito con cui è nata la legge che mira ad evitare l’estinzione dei ricci. Tre anni di fermo, come la legge prevede e con le relative sanzioni in caso di inosservanza, serviranno a preservare la specie dalla pesca selvaggia e continua che negli anni ha alterato l’ecosistema marino".

"Siamo soddisfatti per il risultato ottenuto e siamo sicuri che i pugliesi, alla fine del triennio di fermo, ringrazieranno la Regione Puglia perché avrà restituito loro uno dei frutti più tradizionali e identitari della cultura gastronomica locale”

(gelormini@gmail.com)









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