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PugliaItalia
La pluralità autoctona pugliese: antidoto al consumatore globalizzato

Oggi non è più così raro trovare - persino sugli scaffali di un supermercato ben fornito, accanto alle bottiglie italiane -  vini che provengono da altre parti del mondo e talvolta da Paesi che in passato non avevano prodotto vino e nei quali non vi era una tradizione di consumo di questa bevanda così popolare presso di noi.

Vino carbenet cileno
 

Avete mai bevuto un Cabernet cileno? Ce ne sono di ottimi, e sono venduti a costi imbarazzanti, per quanto sono bassi. Che cos’hanno di diverso dai nostri? Sono vini tecnologicamente perfetti, prodotti per piacere ai consumatori: il loro limite è che vini molto simili si possono trovare in molti altri luoghi.

Sono prodotti a partire da varietà, come il Cabernet, praticamente universali, che si sono adattate benissimo a  territori e a condizioni climatiche diversissime. Difficile distinguere l’uno dall’altro. Certo, un rosso del Médoc non è uguale ai cabernet cileni o a quelli bulgari, ma… Le note varietali predominano sulle differenze dei diversi terroirs e le nuove tecnologie della vinificazione assottigliano ulteriormente le distanze, dando luogo a una sorta di omologazione globale. Un assaggiatore inesperto non troverebbe così facile distinguerli.

Vino Chianti California
 

Considerate invece una varietà tipica del nostro paese, come il Sangiovese. Anche un assaggiatore inesperto distinguerebbe immediatamente un Sangiovese, di un qualsiasi comune del Chianti, da quelli  prodotti in California: ce n’è anche là, non tanto, ma alcuni produttori della Napa Valley, di Sonoma e Santa Barbara hanno provato a piantarne.

Vino Chianti Califoria2
 

Un assaggiatore molto esperto, invece, non confonderebbe mai un Sangiovese di Greve con uno di Radda, due comuni nella zona del Chianti classico, che distano tra di loro meno di 20 Km. La “diversità” delle nostre varietà di uva è un’arma in più nel sempre più difficile confronto internazionale. Noi ne abbiamo un numero impressionante.

Sapevate che le varietà “indigene” dell’Italia sono più numerose di quelle di qualsiasi altro paese al mondo? Più numerose di quelle di Francia, Spagna e Grecia messe insieme: rispettivamente 2°, 3° e 4° paese della speciale classifica dei paesi con il maggior numero di varietà d’uva autoctone.

Ma più in generale, il Vecchio Mondo, del quale facciamo parte, può contare anche su un’altra grande fonte di distintività gustativa: quella dei diversi terroirs, la capacità dei nostri vini di declinarsi in modi diversissimi pur provenendo dallo stesso vitigno.

vitigni primitivo manduria
 

Impressionante la diversità dei vini borgognoni: centinaia di vini diversi a partire da due sole varietà, il Pinot nero e lo Chardonnay. Ma a parte la Borgogna, avete mai provato insieme un Primitivo di Manduria e uno di Gioia del Colle? Direste che è “lo stesso” vino?

Diversamente che altrove, le denominazioni dei nostri vini (anche se non di tutti) non sono, infatti, delle “semplici denominazioni geografiche”, come lo era l’Italia per il Principe di Metternich, ma vini davvero diversi, splendidamente unici. E la Puglia ne è orgogliosamente la privilegiata porta-bandiera: dato che nella nostra regione più del 40% delle uve da vino appartiene a varietà autoctone. Un presioso, autentico e "unico" patrimonio territoriale!

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