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Lecce, Remo Croci a Palazzo Tamborino Cezzi con 'Una voce nella notte'

Remo Croci torna in Salento ospite a Lecce a Palazzo Tamborino Cezzi (via Guglielmo Paladini, 50), per presentare il suo noir "Una voce nella notte". L'evento organizzato dall'associazione "Elementi" (giovedì 4 ottobre alle ore 18), prevede anche una visita guidata, per scoprire la bellezza e la storia di uno dei più bei Palazzi nel cuore antico della città.

locandina remo lecce

Questo è il secondo noir del giornalista, inviato della nota trasmissione di “Quarto Grado”, che con i suoi romanzi cala il lettore nelle atmosfere di San Benedetto del Tronto, sua città natale, alla fine degli anni Settanta e intreccia nella narrazione episodi legati a vicende cittadine con fatti nati dalla sua fantasia. 

L'appuntamento è nelle ex Scuderie di Palazzo Tamborino Cezzi - residenza storica e location preferita da molti registi, in primis Ferzan Ozpeteck che vi ha girato anche “Mine vaganti”- e a dialogare con l’autore sarà la giornalista Alessandra Bianco. Ingresso libero.

La recensione del libro a cura di Antonietta Fulvio

Una voce nella notte. Una calda notte del giugno 1974 fa sobbalzare il maestro Lampo intento a fumare la sua irrinunciabile nazionale senza filtro. È questa la prima immagine con cui si apre il secondo noir di Remo Croci, Una voce nella notte, ideale prosecuzione di Un’ombra tra gli scogli, entrambi firmati per Il Raggio Verde edizioni.

Avvincente la trama che parte dalla sparizione di Luigi Liberato, il cuoco del motopesca “Luna”, che non rientra da un viaggio a Las Palmas e lascia nello sconcerto la giovane moglie, Anna Lanari, e Nazzareno il figlioletto di appena tre anni.

«Lampo aveva ancora negli occhi il momento in cui Anna e il suo bambino erano sulla banchina in attesa di Luigi (…). Possibile che il marito l’avesse lasciata in quel modo? Nessuna telefonata per dirle che non sarebbe più tornato a casa? Possibile che un uomo, e soprattutto un padre, abbandoni in quel modo il figlio così piccolo?»

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A questi interrogativi, il maestro Lampo prova a dare una risposta.

Il molo sud diventa il punto di partenza di un caso che vede, accanto ad una galleria di personaggi, San Benedetto del Tronto, città d’origine di Remo Croci, protagonista di una vicenda dai toni cupi e misteriosi ambientata negli anni Settanta. Cifra stilistica dell’autore è infatti la capacità descrittiva non solo dei luoghi ma anche della comunità sambenedettese che si impara a conoscere proprio attraverso i ricordi di Lampo che in questo libro -  inserito nella collana “I racconti del terroir” e con l’illustrazione in copertina di Monica Spadoni -  mostra tutta la sua abilità investigativa ma anche la sua fragilità di uomo che prova dei sentimenti autentici ai quali, suo malgrado, per rigore etico, è costretto a rinunciare.

In un sovrapporsi di piani narrativi, con continui flash back, lo scrittore delinea psicologicamente i soggetti del suo romanzo a partire dallo stesso Lampo Amodio, cronista e scrittore sambenedettese realmente esistito, che ha immaginato nelle vesti di detective pronto a cercare indizi e incastrare tasselli per amore della verità.   

Via via sono rievocate le atmosfere delle estati sambenedettesi con l’arrivo dei turisti stranieri e il rientro delle navi dalla pesca in oceano Atlantico, fonte di sicuri guadagni per i marinai che affrontavano mesi di assenza da casa pur di mettere da parte una piccola fortuna e dare una svolta alla propria vita.

remo croci fattitaliani

La prima parte della narrazione ha un ritmo lento che consente al lettore di scoprire - quasi fosse un gioco di scatole cinesi - la comunità sanbenedettese dell’epoca sia attraverso la voce di alcuni  ambulanti del mercato, voci rese ancora più vivide dall’utilizzo del dialetto, sia attraverso il racconto di aneddoti, alcuni dei quali annunciati en passant nel precedente romanzo. Come, per esempio, la rapina alla Posta centrale in cui Lampo si comporta da eroe.

L’episodio è tra quelli che fa nascere l’astio insanabile tra lui e il maresciallo dei carabinieri Peluso. O l’episodio traumatico vissuto da Lampo quando adolescente perse tre suoi amici, Gianni, Nicola e Fabio, a causa dello scoppio di un ordigno  residuale della seconda guerra mondiale trovato in una grotta nel bosco durante un innocente pomeriggio di giochi.

Man mano che ci si addentra nella storia, che si snoda tra San Benedetto e la capitale di Gran Canaria, il ritmo diventa più incalzante e lascia scoprire personaggi nuovi tra i quali  “l’uomo Plasmon”, che aveva prestato la sua scultorea figura alla pubblicità della nota marca di biscotti per neonati, l’affascinante Evita Vega che gestisce una casa di appuntamenti, Miguel il temibile comandante spagnolo, l’ex pugile Carlos Zapata e la moglie Isabel di cui si sono perse le tracce proprio come per Luigi… Intrecci nuovi e vecchi si sovrappongono come le onde del mare che a volte restituiscono tracce perdute… Un noir con tanti risvolti e in cui niente è come sembra. Finale compreso.

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