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Leccese - Laforgia, corsa a Palazzo di Città-Bari con l’Europa in prospettiva
Michele Laforgia e Vito Leccese, candidati a sindaco di Bari

Leccese - Laforgia, corsa a Palazzo di Città-Bari con l’Europa in prospettiva

I candidati del centrosinistra, in corsa per Palazzo di Città a Bari, incontrano le loro basi militanti e si lanciano messaggi convenzionali, in vista della sintesi finale: inevitabile per un avvio di campagna elettorale - da tutti auspicato - dal taglio unitario, pur vivacizzato dalle rispettive identità politiche. Lo fanno a una settimana di distanza: Michele Laforgia oggi nella sede de ‘La Giusta Causa’ e Vito Leccese, domenica prossima, allo Showville.

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Sullo sfondo i rinnovi amministrativi nelle diverse realtà locali di Puglia e l’altra contesa elettorale, che disegnerà il nuovo assetto degli equilibri politici al Parlamento Europeo e che vede, insieme impegnati Michele Emiliano e Antonio Decaro, anche in funzione dell’iter parlamentare relativo alla legge sul terzo mandato sia dei governatori che dei sindaci delle grandi città.

“Una comunità politica unita e partecipe delle decisioni è alla base della buona politica, del bene comune. La primavera è alle porte”, ha affermato Michele Laforgia a margine dell'assemblea nella sede de La Giusta Causa a Bari. L'incontro ha visto la partecipazione anche di Vito Leccese.

“Il problema nell'individuazione del candidato sindaco a Bari non è mettere d’accordo me e Vito Leccese - ha avuto modo di sottolineare Laforgia - ma trovare un’intesa tra tutte le forze politiche della coalizione, per allargare il consenso e combattere l’astensionismo e la sfiducia. Il nostro avversario resta la destra, ma dobbiamo preoccuparci anche dei nostri elettori, dei tanti che non vanno più a votare perché non si sentono rappresentati e chiedono un cambiamento. Dei giovani che invece di emigrare vogliono restare qui e partecipare al governo della città, in prima persona. Io credo ancora nell'unità e nel confronto e nella possibilità di raggiungere un’intesa politica, evitando ulteriori spaccature”.

E’ da presumere che i due candidati si scambino la cortesia anche in occasione dell’incontro allo Showville della prossima settimana. In tal senso, una sorta di trama del dialogo da tempo è praticata dalla stessa presidente del Pd di Bari, Titti De Simone. Laforgia, sostenuto da partiti e movimenti di sinistra e dal M5s, ha commentato la riunione del tavolo politico di ieri sera che ha discusso anche di come arrivare al candidato unitario.

"C'è stato - ha detto Laforgia, commentando l’ultimo tavolo politico che ha discusso di come arrivare al candidato unitario - un pronunciamento esplicito a mio favore del Movimento 5 Stelle, che è una componente essenziale della coalizione e la seconda gamba dell’opposizione al governo nazionale della destra. Quindi in questo senso c'è un esplicito passo in avanti. Poi tutti hanno sottolineato la necessità di allargare e tenere unita la coalizione, come abbiamo sempre detto noi. La coalizione deve essere unita, ma va chiarito di quale coalizione stiamo parlando”.

“Per me - ha ribadito Laforgia - la coalizione deve essere la più larga possibile: Bari deve continuare ad essere il laboratorio politico che è sempre stato negli ultimi vent'anni. Anche per questo, ritengo che le primarie non sono lo strumento migliore per selezionare i candidati. "Sull’eventuale passo indietro, poi, ripeto che a me l’espressione ‘passo indietro’ fa venire l’orticaria. Io penso che in politica bisogna fare passi in avanti, collaborare, discutere. In ogni caso - ha concluso Laforgia - possiamo escludere un mio abbandono”.

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Leccese, nel suo intervento, ha evidenziato: “Di non essere «un candidato scelto per editto, ma dopo un lungo dialogo nel Partito Democratico. Il nostro avversario principale - ha ricordato - resta il centrodestra. Non dobbiamo far tornare indietro la città, ma dobbiamo andare avanti e dobbiamo sbrigarci, perché non è rimasto molto tempo. Qui non sono in ballo i destini dei singoli individui, ma il destino della città. E a tal proposito, tengo a ripetere che non sono una protesi di Antonio Decaro”.

"Ora è tempo di superare i veti incrociati»: ha dichiarato Domenico De Santis, segretario regionale del Pd Puglia, lanciando ‘ANDIAMO’ la manifestazione di domenica 25 febbraio allo Showville con Michele Emiliano, Antonio Decaro e Daniela Mazzucca (tutti sindaci di Bari): “Un grande confronto con la città di Bari sul futuro dei prossimi cinque anni a partire dalla voce dei protagonisti delle migliori esperienze di governo di centro sinistra”.

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“Il dibattito - ha detto De Santis - seppur sacrosanto, tra le forze politiche oggi impegnate nel tavolo della coalizione, rischia di risultare a tratti incomprensibile e inaccessibile ai cittadini che in più di un’occasione ci hanno chiesto di essere uniti e di andare avanti nel solco delle buone pratiche e del buon governo che il centrosinistra ha saputo esprimere negli anni per Bari. Mettiamo in campo, insieme alla disponibilità di Vito Leccese, che ringraziamo, una visione nuova di città che racconti quello che dobbiamo fare nei prossimi anni per continuare a lavorare per il bene della nostra comunità”.

“Ora è tempo di superare i veti incrociati, che fino ad oggi hanno bloccato questo percorso. ‘Andiamo’, questa è la parola che più volte abbiamo ascoltato in questi giorni da iscritti, cittadini, ed è a loro che oggi dobbiamo parlare per sconfiggere ancora una volta le destre di questa città il prossimo 8 e 9 giugno”.

Data in cui si voterà anche per l’Europa e sul tema, opportunamente sollecitato, Michele Emiliano ha dichiarato: “Alle europee non mi candido, perché io devo finire il mandato in Regione, sempre per il principio di sovranità”.

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Sottolineando anche la conferma del profilo all’orizzonte della sua successione: “Io ho la fortuna di avere tirato su tanti ragazzi in gamba, uno di questi potrebbe essere il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che hanno tagliato fuori dalla possibilità di ricandidarsi a sindaco per la terza volta. Per cui, mi dispiacerebbe, non poco, ostacolarne la naturale evoluzione”.

Su questo punto - ha proseguito - devo ribadire che, in teoria, io sarei ricandidabile anche oggi. Pertanto, se capissi che la mia candidatura fosse necessaria mi ricandiderei senza esitazione. Motivo più che stimolante per affermare che ci si candida per svolgere la funzione, a cui si ambisce.  Qualsiasi candidatura non può essere un espediente per tirare la volata elettorale alle liste di partito”. Ecco perché l’auspico è che l’errore grave non sia commesso sia dalla Segretaria Nazionale del PD, Elly Sclein, che dalla stessa Premier Giorgia Meloni”.

(gelormini@gmail.com)

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