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Martina Franca, Festival Valle d'Itria: 'Il Turco in Italia' di G. Rossini
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“Baci dai bagni Geronio”. Una cartolina con le cabine di legno, i tetti a punta e le porte azzurre. Gli ombrelloni a righe bianche e rosse, e i bagnanti immagine degli anni ’60, con le fasce in testa, i costumi castigati e le abitudini di un epoca che è restata nei cuori.

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Inizia così “Il Turco in Italia”, opera buffa di Gioachino Rossini su libretto di Felice Romani. Il Palazzo Ducale di Martina Franca, illuminato e pieno di un pubblico elegante, riporta al fasto delle rappresentazioni liriche antiche.

Un direttore spiritoso che interagisce con gli attori: Michele Spotti, applaudito dal pubblico più volte, scene divertenti e accurate nella ricostruzione epocale di Andrea Belli, con un lungo tavolo di intrattenimento per Ferragosto, durante l’intervallo, e tanti colori che lo rendono caleidoscopio e molto gradevole.

Costumi intriganti, con il paradosso di quello del Turco, il femminile curato di Fiorilla, e la ricostruzione accurata degli abiti bianchi e lunghi degli zingari, figli dei fiori, che turbano gli astanti rigidi nel loro protocollo sociale. Li realizza Valeria Donata Bettella.

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Luci accurate di Pietro Sperduti, e la regia di Silvia Paoli, che disegna vacanze all’italiana in questa opera dal sapore estivo, allegro, scanzonato. Il Turco, diventa una rockstar esotica con tanti fans, il bagnino un ragazzo innamorato, il postino un Poeta con velleità cinematografiche, e la buca d’orchestra il mare Ionio pieno di insidie dove salvare un bagnante.

Un lavoro fresco e spontaneo che coinvolge i cittadini di Martina Franca perché dice la Paoli:”Il Teatro è un evento popolare che dovrebbe appartenere a tutte e tutti…e poterlo fare attraverso la bellezza della musica di Rossini e la leggerezza della comicità è una meravigliosa sfida che sono onorata di affrontare”.

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La moglie “civetta”, il ritrovato amore fra Zaira e il Turco, l’alterco fra le due donne per l’uomo desiderato da entrambe, gli interventi poetici del postino, lo stratagemma di Don Geronio per riconquistare la moglie con la lettera che la manda via, e che invade il palcoscenico con il suo messaggio di addio, tutti particolari che appartengono alla vita vera di in epoca più semplice e spontanea di quella attuale. Una serata veramente gradevole quindi, con un’opera che fa sorridere.

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