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PugliaItalia
Michele Emiliano (Pd), il ritorno del gladiatore

Il Governatore è tornato a brandire la spada. ‘Si vis pacem, para bellum’, se vuoi la pace devi inasprire i toni e preparare la guerra, ripetevano in latino gli antichi maestri di strategia politica. Ed è quello che Michele Emiliano ha deciso di fare, all’indomani del fallimento della trattativa governativa sull’Ilva di Taranto, portata avanti con determinazione e senza esclusione di colpi dal Ministro dello Sviluppo Economico uscente, Carlo Calenda.

Melucci Calenda Emiliano
 

Ma se il nemico individuato, o metus hostilis di sallustiana memoria, è l’ex ministro neo-tesserato PD - che era riuscito a rompere il fronte processuale pugliese, sfilando il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e quindi il Comune ‘attore’ principale nel ricorso contro il Piano Ambientale Ilva - lo sguardo irritato del Gladiatore è rivolto, in verità, verso il Partito Democratico e verso coloro che hanno sempre girato la testa altrove, sul problema Ilva e sul dramma della città di Taranto, fino a deriderne l’azione e ogni tentativo di rivendicazione di rappresentanza territoriale/regionale tra gli interlocutori istituzionali.

Sciopero Ilva Taranto
 

Il fallimento della trattativa ribalta la situazione. Il fiuto politico non manca, per cogliere l’attimo e capitalizzare strategicamente il passaggio, che ha visto nella tenuta delle rappresentanze sindacali - contrarie alla prospettiva ‘precaria’ dei lavoratori nella gestione degli esuberi previsti nel Piano industriale - l’argine decisivo ai tentativi governativi di chiudere la vicenda prima del cambio di esecutivo.

Martina pd
 

La palla ora passa al nuovo Governo e qui l’azione di Michele Emiliano assume i contorni e le traiettorie di insperate strategie. Ripetutamente attaccato, per l’immediata apertura al M5S - a urne ancora calde - isolato e ‘silenziato’ nel partito, salvo vedere poi riprendere le medesime posizioni dal Segretario reggente, Maurizio Martina - durante l’incaico esplorativo al presidente della Camera, Roberto Fico - il Governatore di Puglia sa che potrebbe diventare estremo e solido appiglio, per un PD senza rotta, proprio attraverso la vicenda tarantina.

lega m5s ape
 

Tenere la barra ferma sulla ‘decarbonizzazione’ e sulla riconversione sostenibile del siderurgico nel cuore della Capitale della Magna Grecia, croce e nel contempo fonte di sostegno per le famiglie tarantine, potrebbe rivelarsi vincente come il possesso della ‘pietra filosofale’. I temi sono argomenti sensibili sia per il M5S che per la Lega, per cui ergersi a sponda favorevole, per una diversa lettura e gestione della vicenda - nel lungo periodo - potrebbe essere rivitalizzante per lo stesso PD. Ma, in particolare, nel breve periodo può tornare utile a Michele Emiliano, in vista dell’appuntamento prossimo delle elezioni regionali.

BANDIERA PD
 

Ricostruire nuove alleanze, anche all’interno del Pd, è verosimilmente l’obiettivo concreto a cui mira il presidente della Regione Puglia. Rappresentare la sponda meridiana, per un asse con lo stesso Martina (una cosa che avrebbe dovuto fare già tempo addietro, anziché puntare al Nord su un alleato depotenziato come Penati), ma anche con Nicola Zingaretti, Graziano Delrio e Paolo Gentiloni sarebbe lo scenario a cui hanno già cominciato a lavorare i fedelissimi.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato in precedenza: L'irritazione di Emiliano verso Calenda e il PD senza memoria

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