Migranti, Stefàno e Fitto: 'Euforia
incomprensibile, nulla è cambiato'
Dario Stefàno (Pd) e Raffaele Fitto (NcI) commentano gli esiti di Bruxelles sul tema migranti.
Il senatore Dario Stefàno (Pd) commenta gli esiti del primo incontro del vertice di Bruxelles sul tema migranti: “Gli esiti del vertice almeno un fatto nuovo l’hanno prodotto: ci hanno fatto scoprire che la ruspa di Salvini è di cartone. Dopo mesi e mesi di chiassosa intolleranza verso i migranti e di dura accusa nei confronti della gestione Ue, la più volte promessa rivoluzione sulla gestione del fenomeno ha prodotto un nulla di fatto”.
“Il trattato di Dublino è stato blindato - precisa Stefàno - perché rimandato a una nuova trattazione dove servirà l’unanimità per cambiarlo, vengono confermati il principio di volontarietà negli accoglimenti dei rifugiati e la responsabilità dei paesi di primo arrivo. L’unica obbligatorietà conquistata riguarda i cosiddetti movimenti secondari che riguardano in larghissima parte l’Italia. Un risultato che accontenta semmai altri Paesi e non noi”.
“Ho difficoltà a comprendere i toni trionfalistici di queste ore - continua Stefàno - o addirittura il tentato confronto con lo spirito di Ventotene, che pure è stato sfacciatamente fatto. Questo “non risultato” si inanella a una serie di “non cose”: il governo ha compiuto quasi un mese di annunci ma non c’è traccia di nessun provvedimento politico nemmeno in Consiglio dei Ministri”.
Anche Raffaele Fitto punta il dito sui facili entusiasmi: "Un’euforia al quanto eccessiva arriva da Bruxelles. Il Consiglio Europeo nella notte di fatto ha confermato che i salvataggi avvengono a “a norma del diritto internazionale” (ovvero le navi devono attraccare nel porto sicuro più vicino) e i centri di accoglienza sono “su base volontaria”,, così come redistribuzione (vale a dire che nessuno può obbligare nessuno ad accogliere e tenere sul proprio territorio immigrati). Insomma resta in vigore il Trattato di Dublino".
"Una sola cosa è cambiata - prosegue Fitto - l'Italia è andata a Bruxelles pensando che il "nemico" fosse la Francia e ha preso atto che i nemici sono, invece, esattamente quelli che reputavamo amici di Paesi Visegrad (Ungheria, Austria...) che chiaramente vogliono la chiusura delle frontiere, ma soprattutto non vogliono immigrati e hotspot sul loro territorio. Dalle parti nostre si dice che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, ma il vino lo paga l'Italia".
(gelormini@affaritaliani.it)