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Palagiustizia Bari, nulla di fatto Stefanì: 'Soddisfatta la malavita'

Se la realtà dei fatti non fosse drammatica, per i tempi e i risvolti dignitosi della Giustizia, la situazione barese sarebbe da classificare tra il grottesco e l'amaro, lungo la dorsale irritante e comica di una struttura non a norma, a rischio cedimento, nella quale per 90 giorni si è continuato ad entrare ed uscire per l'utilizzo e il trasferimento degli archivi (da tener presente che alle famiglie 'sfollate' a Genova, come nelle zone terremotate - giustamente per ragioni di sicurezza - non è stato consentito lo stesso 'andirivieni' per il recupero delle loro cose), che alla scadenza dei termini è oggetto ancora di ipotesi di proroga.

bonafede palagiustizia

Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari, Giovanni Stefanì, è molto duro nel commentare la nota veicolata oggi dal Ministero della Giustizia: "L’elefante ha partorito il topolino: a tre mesi dalla dichiarazione di inagibilità del tribunale penale di via Nazariantz, le procedure ordinarie non hanno portato ad alcun risultato e oggi, giornata in cui il Ministero aveva promesso di annunciare delle novità, si garantisce che tutto procede nei tempi previsti e che si può procedere al trasloco verso Modugno e via Brigata Regina".

"È il tracollo della giustizia penale a Bari, per la soddisfazione della malavita" - ribadisce Stefanì -  se il Ministero avesse dato ascolto ad Avvocatura e Magistratura, assumendo poteri straordinari, a quest’ora la macchina della giustizia penale barese sarebbe, invece, pronta a rimettersi in moto".

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"Non capiamo il motivo per cui - aggiunge Stefanì - una volta revocata la scelta sul palazzo ex Inpdap, non si accelerino le procedure per individuare una degna soluzione ponte, atteso che manca una settimana allo sgombero del tribunale di via Nazariantz e che l’unica alternativa, la torre ex Telecom, fu giudicata la soluzione più idonea da Avvocatura e Magistratura sin dallo scorso giugno, quando furono rese note le sette proposte emerse dalla ricerca di mercato".

"Peraltro, - fa notare Stefanì - è sempre più vicino anche il termine ultimo del decreto di sospensione dei processi penali al 30 settembre, scadenza non reiterabile per decreto, a meno di non voler violare la Costituzione".  

Stefanì Avvocatura

"Chiediamo al ministro Bonafede - conclude Stefanì - che provveda quanto prima alla scelta definitiva di una sede idonea, anche facendo ricorso a procedure straordinarie, visto l’aggravarsi dello stato emergenziale. È impensabile, infatti, che il primo ottobre il lavoro della giustizia penale possa riprendere normalmente, contando soltanto su via Brigata Regina e sull’ex sede del tribunale di Modugno. Ci uniamo quindi all’allarme lanciato dal procuratore capo di Bari Giuseppe Volpe: il rischio che si blocchino definitivamente indagini importanti riguardanti anche la criminalità organizzata è sempre più concreto".

In merito alla stessa nota pubblicata sul sito del Ministero della Giustizia, sulla vicenda di via Nazariantz, il sindaco di Bari Antonio Decaro dichiara: “Sono sempre stato consapevole che la competenza esclusiva in ordine alla agibilità o meno di un edificio spetti al Comune. Tuttavia nell'edificio di via Nazariantz non si esercita un'attività qualunque, ma si svolge una funzione primaria per i cittadini, quella giudiziaria".

G7 BV Decaro

"Per questo il Comune, con i suoi tecnici, ha definito un percorso teso a salvaguardare al contempo la sicurezza degli operatori e la prosecuzione delle funzioni, attraverso una procedura di sgombero con misure cautelative, articolata in un arco temporale di 90 giorni. Sin dal mese di maggio - prosegue Decaro - il Comune però ha chiesto al Governo di riconoscere l'eccezionalità della situazione, dichiarando lo stato di emergenza proprio per utilizzare procedure di urgenza per evitare di ritrovarsi, alla fine di agosto, senza soluzioni definitive".

"Tale richiesta è stata ignorata e oggi, alla scadenza dei 90 giorni, ci ritroviamo con i processi penali sospesi, le operazioni di trasloco non completate, senza una sede alternativa e con il rischio concreto di bloccare le attività della Procura ordinaria e di quella distrettuale".

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"Il Comune - precisa Decaro - non vuole scaricare responsabilità su nessuno né io, che sono il sindaco, ho bisogno di alcuna copertura politica. Voglio solo capire dal Ministero, unico  titolare delle competenze in materia di edilizia giudiziaria, se ci sia la necessità di una proroga dei termini già fissati per lo sgombero dell'immobile, così come evidenziato nella nota inviata al Presidente della Repubblica dall'Assemblea dei magistrati baresi. A leggere il comunicato del Ministero sembrerebbe di no".

"Per Roma tutto procede secondo il programma. A Bari, invece, la sensazione è completamente diversa. - sottolinea il sindaco di Bari - purtroppo si sta consumando l'ennesimo tentativo di scaricare tutti i problemi sulle spalle dei Sindaci e dei Comuni, anche quando non ne hanno alcuna competenza”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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