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Pier Luigi Lopalco, i tempi della ricerca e il futuro della Sanità in Puglia

E’ stato il primo epidemiologo di caratura internazionale, e orgoglio nazionale indiscusso, ad essere chiamato e cooptato da un presidente di regione, Michele Emiliano, per guidare la task force pugliese delle emergenze epidemiologiche, dopo lo scoppio della pandemia da coronavirus.

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Con l’ipotesi di diventare assessore alla Sanità, come anticipato dallo stesso Emiliano, in caso di rielezione alla presidenza della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco è stato capolista ”Con Emiliano” in due circoscrizioni (Bari e Lecce) e candidato anche in quella di Foggia.

Molte le critiche dall’opposizione per questa candidatura, altrettanti i consensi tra i suoi colleghi a partire da Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, e Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Tutti concordi che dalla società civile, e dalla scienza, “Possano arrivare nuove prospettive e nuove forze che possono contribuire all’autorevolezza delle istituzioni. Per cui, la politica potrebbe solo arricchirsi con tali prestigiosi innesti”.

Dottor Loplaco, partiamo dai vaccini influenzali che la Puglia ha già acquistato per far fronte all’attività di argine al ritorno dei focolai da Coronavirus, che in autunno e inverno potrebbero tornare ad assediarci. Ne sono stati acquistati 2.100.000 quale sarà la loro funzione preziosa?

L’ordine fatto servirà a coprire fasce di popolazione che fino ad oggi non hanno avuto una protezione ottimale contro l’influenza. Innanzi tutto, le categorie tradizionali a rischio: anziani e soggetti anche più giovani con patologie che espongono al rischio di avere una forma grave di influenza. Per queste categorie dobbiamo raggiungere coperture di almeno il 75%. Dobbiamo aggiungere a questi tutti coloro che svolgono attività di pubblico servizio. Primi fra tutti gli operatori sanitari che, quest’anno, davvero non possono affrontare il rischio di lasciare il proprio reparto scoperto per una settimana o più a causa dell’influenza. Ricordiamo infine che chiunque, grande o piccino, che sia a contatto con un soggetto a rischio, ha diritto ad avere la vaccinazione gratuitamente.

Tutto questo, naturalmente, è ben altra cosa dal vaccino anti Covid, che tutti aspettano con trepidazione e speranza. Che tempi, secondo lei, dovremo preventivare ancora e quale ricerca è “avanti” rispetto ai diversi tentativi di accaparrarsi l’ambito primato?

I tempi della ricerca sono quelli che sono. Possiamo dire che in media un vaccino di questo genere richiede almeno 12-18 mesi di sperimentazione. Sempre che non subentrino intoppi o problemi di qualsiasi natura, che sono assolutamente normali in questo genere di esperienze. La disponibilità di un vaccino sul mercato non potrà avvenire prima della prossima primavera-estate. Esistono al momento buoni candidati, fra cui il famoso vaccino anglo-italiano.

La corsa al vaccino contro il coronavirus ricorda un po’ la corsa allo spazio durante la Guerra Fredda. La scienza non è magia, pertanto ha bisogno dei suoi tempi?

E’ così, e noi tutti dobbiamo essere bravi a non accelerare il processo di sperimentazione, e a persistere nella pazienza fiduciosa, se vogliamo alla fine ottenere un vaccino efficace e sicuro. Guai se la scienza si piagasse alle pressioni della politica.

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Durante la pandemia il modello Italia, in generale, e quello Puglia - tra altri - in particolare, hanno segnato positivamente nel complesso il profilo nazionale e quello locale. In che cosa siamo stati più bravi e quale la svolta vincente, magari utile nei prossimi mesi alla reazione ai “ritorni di fiamma” conseguenti a una ripresa delle attività, seppur in chiave cautelativa?

Si è trattato di una combinazione di esperienza, professionalità e flessibilità del sistema. In Puglia esiste da sempre una forte scuola di Igiene ed Epidemiologia che ha formato bravissimi professionisti sul territorio. La loro esperienza nel controllo delle catene di contagio è stata preziosissima. Il sistema ospedaliero si è poi dimostrato così flessibile da ristrutturare aree COVID nel giro di pochissime settimane. Anche in questa seconda fase stiamo dimostrando che la sanità del territorio regge bene e i focolai sono ben contenuti.

 

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La sua candidatura in Puglia è stata annunciata come propedeutica a un Assessorato alla Sanità in cerca di referente autorevole e del settore. Che idea s’è fatta del sistema sanitario pugliese, come pensa di governarlo e, in particolare, quali saranno i punti di forza e le criticità più insidiose?

Partiamo da una materia prima di ottima scelta per rimodellare un sistema e renderlo più moderno ed efficiente. Finalmente la Puglia, grazie agli sforzi fatti dal governo Emiliano, è fuori dal piano di rientro. Questa è una novità enorme. Dopo 15 anni di sacrifici saremo finalmente liberi di operare le nostre scelte ed investire in quei settori che più necessitano di rilancio. Le priorità saranno rivolte a limitare la mobilità dei nostri cittadini verso altre regioni, che da sola costa alla Regione Puglia 250 milioni di euro l’anno e rafforzare la sanità di prossimità, per rendere i nostri ospedali più efficienti. 

A tal proposito, c'è chi si chiede se eliminando gli ospedali periferici. con i relativi pronto soccorso, si migliori davvero l'offerta assistenziale e la medicina di prossimità

Certamente si: un pronto soccorso che non abbia alle spalle un ospedale di dimensioni adeguate rappresenta più un pericolo che una sicurezza per il paziente. Quello che serve è un servizio 118 efficiente, che indirizzi le emergenze verso la struttura giusta in tempi rapidi.

 

Caruso Lopalco

Come sta vivendo questa campagna elettorale anomala e, nel contempo, decisiva per il futuro del settore ma anche delle sorti politico-amministrative dell’intera regione?

Di campagna elettorale ne ho fatta ben poca, perché sono stato molto impegnato con la task force, con cui sto collaborando a titolo gratuito, giusto per fugare ogni malinteso. Ma ce la metto tutta, anche utilizzando i social che permettono di fare sentire la propria voce senza spostarsi da casa. E’ davvero un momento storico, in cui finalmente i cittadini pugliesi possono riprendere in mano le chiavi degli investimenti in sanità. Sarebbe paradossale consegnare queste chiavi a chi ha distrutto questa macchina quindici anni fa.

Un’ultima domanda, a quale tipologia di lotta epidemiologica assocerebbe la controversa battaglia elettorale, in cui si trova a barcamenarsi?

Non credo che possa esistere un paragone efficace. I virus, in fondo, sono brave persone.

(gelormini@gmail.com)

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Pubblicato sul tema: Maria Gabriella Caruso (Con): ‘La rivoluzione non ha età’

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