Politecnico Bari, 'L'economia d'Italia': fuoco incrociato sul governo
Al Politecnico di Bari l’evento su ‘Economia d’Italia’ Emiliano avvelenato su Ilva. Decaro sul ‘bando periferie’
Ripartire dalle imprese, ma anche, anzi soprattutto, dalle relazioni fra mondo accademico e mondo del lavoro, in modo da costruire un argine alla fuga dei neo-laureati che, una volta terminato il percorso di studi, non trovano immediata (ed idonea) collocazione lavorativa sul territorio e sono costretti a portare altrove saperi e conoscenza.
Questo il tema dell’incontro ‘L’economia d’Italia’ alla facoltà di architettura del Politecnico di Bari. Un incontro che, complice anche la presenza nel parterre dei relatori di esponenti come il presidente della regione, Michele Emiliano, ed il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha toccato anche alcune tematiche di estrema attualità.
Sull'Ilva, il Governatore non le ha mandate e a dire al ministro Di Maio. Secondo Emiliano, sarebbe stato un enorme errore che un governo ‘scaduto’, quello targato PD di fatto mandato a casa dagli italiani dopo il voto del 4 marzo, continuasse a condurre le trattative sulla questione. Una cosa che anche i sindacati stessi avrebbero compreso, intavolando il dialogo col nuovo esecutivo giallo-verde. Una questione di responsabilizzazione, insomma, che ha condotto, infine, a smascherare le promesse elettorali dei Cinquestelle.
“Una volta al governo, Di Maio ha dovuto completamente rivedere quanto dichiarato - ha sottolineato Emiliano - non solo la fabbrica non è stata chiusa, ma non è stata bonificata e continua a costituire un pericolo per la salute”. Una vergogna, secondo il Governatore di Puglia, soprattutto alla luce del fatto che Ilva sarebbe stata ‘avvantaggiata’ da aiuti da parte dello Stato: quelle immunità penali concesse alla azienda a danno dell’ambiente, che Emiliano non esita a chiamare ‘deliri giuridici’.
“Io non potevo camminare a Taranto perché parlavo di de-carbonizzazione e non di chiusura", ha ricordato Emiliano, "La soluzione? Ora Di Maio trovi il modo di continuare a far funzionare l’acciaieria e, quindi, di tutelare i posti di lavoro, senza che, tuttavia, ciò costituisca un pericolo per l’ambiente. Io aspetto. E continuo a dar battaglia”.
Ma di promesse non mantenute dal Ministro pentastellato ha parlato anche il sindaco Decaro che, in qualità di presidente nazionale Anci, è tornato alla carica sul tema ‘bando periferie’ e sullo ‘scippo’ consumato grazie al sì del Senato al Decreto Milleproroghe, che fra le altre cose stabilisce di ‘congelare’ fondi alle periferie di quei comuni dichiarati non più collocati utilmente in graduatoria. Una revisione avvenuta in corso d’opera - cioè quando quei comuni avevano già fatto affidamento su quelle risorse e, addirittura, in alcuni casi, fatto partire le procedure di affidamento di incarichi - che, solo alla Puglia, è costata circa 45 milioni di euro ai danni dei quartieri periferici di Taranto, Foggia e Brindisi.
“Se un Governo ha necessità di ricompattare le risorse, come purtroppo può capitare che accada, buonsenso vorrebbe che chiamasse a raccolta i referenti territoriali, ci si sedesse insieme per stabilire dove operare dei tagli. Quando un'Aula vota, in piena notte e all’unanimità, vara un decreto che toglie fondi alle periferie e cancella il futuro dei ragazzi che le abitano, non si può parlare di taglio ma di furto con destrezza”.
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