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PugliaItalia
RSA, appello al Governatore e al Consiglio regionale
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L'appello di Antonio Perruggini al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo l'ulteriore rinvio delle modifiche ai criteri organizzativi delle RSA: "Pronto un dossier per la presidente Meloni, e i ministri Giorgetti e Schillaci, questa agonia deve finire", ha dichiarato Perruggini. 

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Caro Michele,

come ho fatto con Vizzino, Picaro, Tammacco, Tutolo e riferito a tutti gli associati, sono a ringraziare il Consiglio regionale per l’unanime attenzione e coerenza dimostrata ieri ma che non ha prodotto risultati concreti. Il governo regionale avrebbe potuto e dovuto dimostrare sensibilità e impegno verso un settore fondamentale per la tenuta dell’intero sistema di assistenza. 

Se le RSA continuano a essere in difficoltà (o chiudono proprio!) il tutto si ripercuote sull’assistenza generale, le liste di attesa, l’occupazione dei posti letto negli Ospedali e il concreto pericolo inerente la tenuta dei livelli occupazionali, generando un corto circuito di incerta soluzione. 

È come pensare a un incendio che ormai sta distruggendo quasi tutto, e quindi bisogna scegliere se salvare il salvabile oppure raccogliere le ceneri. 

Lo dico da anni, lo scrivo ma nonostante l’impegno di pochi non avviene nulla. 

Sembra una palude che non si esaurisce mai. Ma di sicuro non molliamo. Non lo faremo per questioni etiche, legali, di ragionevolezza e rispetto verso la fragile utenza e le rispettive famiglie che ancora con immensi sacrifici vengono assistite. 

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Il tutto avviene mentre solo il 10% delle strutture gode del 100% delle quote sanitarie mentre l’altro 90% è pieno di debiti a causa di un articolato normativo impossibile da attuare. Di recente Palese, coerentemente, ha dichiarato che “I Regolamenti sono come un video game ove quando pensi di aver ucciso un mostro, ne esce sempre un altro”. È proprio così, come dice lui stesso, ma non succede nulla.

Ieri ci aspettavamo almeno un’ancora di salvataggio su una questione allucinante, ben spiegata da Lacatena ma sappiamo come è andata…..è stato ritenuto più utile far approvare la legge sul “trapianto di capelli”….

Pertanto oggi ho chiesto i verbali del Consiglio di ieri e delle ultime audizioni in Terza Commissione che saranno di supporto alla nostra strenua difesa.

Questa storia deve finire a qualsiasi costo e con la legalità naturalmente e non può essere ancora gestita in questo mortificante modo colmo di orientamenti assurdi e che non risolve i gravissimi problemi, anche a costo zero (!!!) come abbiamo visto ieri.

Nelle more per la questione della tariffa trasporto dei CD il settore è stato commissariato (non lo dice nessuno!) e i Dipartimenti di Prevenzione combattono con le Circolari che stabiliscono cose non previste dalla Legge.

Il 3 agosto Palese ci ha convocato e senza certezze e atti ufficiali purtroppo saremo costretti a difenderci da questo andazzo e a interessare altre istituzioni.

Grazie per quanto potrai fare.

Antonio Perruggini

Poche settimane fa, con una nota diffusa il consigliere regionale delegato di Con, Stefano Lacatena, aveva trattato il tema: “Avevo chiesto un aggiornamento delle audizioni sulla crisi delle Rsa e dei Centri Diurni pugliesi con l’obiettivo di ascoltare, da parte della dirigenza regionale, possibili e semplici soluzioni alle criticità più annose. Non ambivo a ricevere lumi su una riforma complessiva, per carità, ma auspicavo che in queste settimane si potesse giungere a dare delle risposte. Ebbene, non ne abbiamo avute, purtroppo, ed è la ragione per la quale ci faremo promotori di una proposta di legge per correggere il tiro laddove possibile, recependo le istanze dei gestori ormai in ginocchio e costretti a grandi sacrifici per contenere gli inevitabili riflessi sull’assistenza da loro erogata. Due questioni di rilevanza preminente: innanzitutto l’adeguamento ai requisiti organizzativi richiesti. Oggi, a prescindere dal numero degli ospiti presenti ed assistiti, la normativa pretende che il gestore debba già avere – all’atto delle verifiche dei dipartimenti - tutto il personale in base ai posti da autorizzare e da accreditare. Il che, ovviamente, ha riverberi finanziari notevolissimi e negativi tanto da mettere a repentaglio la sopravvivenza delle residenze stesse e, dunque, il servizio ai cittadini".

"Altro quesito non meno importante, ma rimasto del tutto inevaso - aveva aggiunto Lacatena - riguarda i criteri di emanazione delle determine di autorizzazione ed accreditamento per quelle strutture residenziali e semiresidenziali che hanno già ricevuto doppia verifica dei dipartimenti incaricati e doppio parere favorevole (all’autorizzazione ed all’accreditamento), costrette ad aspettare non si sa cosa prima di ricevere i provvedimenti dovuti che consentirebbero loro di poter iniziare ad erogare assistenza ricevendo la quota sanitaria aggiornata".

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"Pertanto, la nostra proposta, che presenteremo a brevissimo, verterà su questi e su altri nodi e formuleremo una soluzione, di concerto con gli operatori, che non interferirà affatto con le esigenze dettate dal Piano Operativo. Lo faremo nella convinzione che tutelare l’esistenza di queste realtà sul nostro territorio sia un dovere nei confronti della collettività: in Puglia, l’assistenza erogata dalle residenze viaggia esclusivamente sulle gambe delle strutture private accreditate e affossarle significherebbe provocare un vuoto nella rete assistenziale”.

Il suo commento odierno è stato diffuso con altra nota: “Le residenze socio-sanitarie in Puglia sono gestite dai privati e senza di loro, torno a dirlo, l’intero sistema dell’assistenza crollerebbe. Ho sentito il dovere, con altri colleghi, di raccogliere il loro grido di dolore e ho presentato un emendamento ieri in aula consiliare per modificare il tiro di una disciplina che sta attanagliando il settore. Mi riferisco, in particolare, ai requisiti organizzativi: oggi, si impone alle strutture di assumere un numero di dipendenti adeguato ai posti letto accreditabili a prescindere da quanti pazienti sono effettivamente accolti. Il che significa esporre i gestori sotto il profilo finanziario tanto da poterne provocare il fallimento".

"Su questo, nei mesi scorsi - ha ricordato Lacatena - ho più volte sollecitato l’assessorato, ma non avendo ricevuto alcun riscontro ho deciso di procedere in aula. L’assessore Palese ieri ha assunto un impegno formale a presentare una disciplina complessiva di modifica che possa salvare le nostre rsa, andando incontro alle richieste più che ragionevoli della categoria. Ha promesso di farlo in occasione del prossimo Consiglio regionale utile, ovvero il 20 settembre. Ho ritenuto, perciò, di fare un passo indietro, ma non retrocederò di un millimetro qualora, il prossimo Consiglio, non sarà mantenuto l’impegno: possiamo permetterci di assistere al crollo del sistema assistenziale per colpa di norme miopi e irragionevoli per l’attuale contesto storico”.

(gelormini@gmail.com)

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