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Salento, formiche e... dintorni, con sorpresa finale

Basta soffermare brevemente lo sguardo nel giardino di casa, in campagna, sul terrazzo, nella veranda, lungo i tronchi e i rametti degli alberi, in ogni dove, anche nel sito più strano e defilato (pare che abbiano scalato altissimi grattacieli, conquistando gli angoli di esclusive suite): se ne scorgono a vista d’occhio, a milioni, anzi a miliardi. Quasi che la specie, negli ultimi lustri, avesse subito un’immane esplosione, moltiplicandosi addirittura in termini incommensurabili.

formiche tarallo

Minutissime e in quantità, dunque, senza limite, un po’ come, stando a una tradizione millenaria, si sono considerati i granelli di sabbia del mare e degli oceani.

Per richiamo d’inevitabile e automatico paragone, s’affacciano alla mente, in tutt’altra uniforme e densità, gli omologhi esemplari dei tempi andati: consistenti, formosi e robusti, ma tali da poter essere contati, controllati, indirizzati verso percorsi non marcati da passi e presenze di umani.

A voler pensare semplicemente a un boom demografico, si otterrebbe una risposta non fedele e una visione riduttiva, giacché, rispetto all’attuale stato dell’arte, sul fronte formiche, ci deve essere, senza alcun dubbio, il concorso dell’animale auto definitosi “intelligente per eccellenza”, incidono le ripercussioni delle di lui abitudini, sotto forma, ad esempio, di consumi esageratamente al di là del necessario e del sobrio, di abnormi avanzi di cibo e alimenti, negligentemente abbandonati in giro, di spargimenti indiscriminati di briciole e non solo.

Il che, ha, in certo senso, finito con l’assecondare, nel genere, fenomeni di plurima riproduzione su basi di sei zeri e ha, in pari tempo, stimolato in modo inspiegabile gli apparati sensitivi di queste minuscole creature.


Per sommi capi e con un pizzico di fantasia e immaginazione, sulla moltiplicazione e la presenza delle formiche si è bello detto e fatto.Si provi a spargere semplici frammenti di umore su un filo utilizzato per stendere la biancheria, teso fra due punti di presa distanti e a qualche metro d’altezza dal suolo: le formiche, per effetto, giustappunto, di misteriose antenne olfattive, ne acquisiranno avvertenza e, in un baleno, si porteranno sulla cordicella, ricoprendola con andatura e tenuta sciolte, da acrobati espertissimi.

A questo punto, passando a un altro “genere”, come non procedere a un sincero e coscienzioso outing, accorgersi e rendersi conto delle innumerevoli, se non infinite, moltiplicazioni di certi orpelli, anch’essi inimmaginabili sino a ieri, spesso inutili e dannosi, a fianco dell’uomo, penetrati ormai in forma integrante nella sua stessa vita?E’ sufficiente prendere a citazione i cellulari e le schede e cartelle relative a “gratta e vinci” e scommesse varie e si raggiunge, agevolmente, la densità della popolazione formiche.

Si passi la stranezza, e però, forse, vale la pena di riflettere. 

formiche2

Variando nettamente, se è permesso, sul tema, al colmo di una caldissima mattinata estiva, è capitato d’incontrare, diciamo così, un esemplare di “formica” eccezionalmente saggio, grande e ben definito, simbolicamente multiplo delle sopra citate operaie di una volta: camice di medico, specialista cardiologa.

Interpellata da un non addetto ai lavori, quale è lo scrivente, circa l’opportunità o meno di sottoporsi, in mezzo a tanta afa, a un “holter pressorio”, ossia a quell’indagine che può rivelarsi utile per far emergere eventuali sbalzi latenti, specie nella fase notturna, nella gradazione arteriosa, la citata professionista ha con estrema franchezza risposto ”farlo durante questa stagione e sotto temperature altissime, è totalmente inutile (salvo beninteso particolari urgenze diagnostiche), e ciò a causa della naturale accentuata azione vaso dilatatoria del caldo; tutti i livelli di pressione arteriosa, compresi quelli riguardanti soggetti esposti e a rischio, emergerebbero in valori normali o artificiosamente contenuti”.

Ammirevole, in questo medico “formica”, l’onestà intellettuale e professionale, certamente abbinate a indiscussa onestà umana, doti che, ad ogni modo, hanno nettamente prevalso, una volta tanto, sulla “corsa al fatturato” in favore della casa di cura d’appartenenza.

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