SCU lavaggio completo
Contraffatti pure i detersivi
Questione di coerenza e forza dei processi di globalizzazione: le attività illecite della Sacra Corona Unita (SCU), spesso centrate sull'attività di cosiddetto "lavaggio" dei proventi da attività non lecite arriva a comprendere gli stessi prodotti per l'igiene e la pulizia della casa.
Da Dixan a Dash, fino a Chante Clair o Infasil, tutti i marchi più conosciuti erano presi di mira e tutti "autenticamente falsi", per la Procura di Lecce che ha chiuso l'inchiesta su prodotti venduti anche nel Brindisino: 40 gli indagati, tra i quali - secondo quanto riportato da Brindisi Report - figurano due commercianti della provincia, Santo Leo, di Cellino San Marco; Francesco De Padova, di San Donaci, entrambi coinvolti in relazione alla vendita degli articoli considerati tarocco, ultimo passaggio che avrebbe avuto la regia di un'associazione per delinquere“.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Antonio Donno, è il risultato degli accertamenti condotti dai militari della Guardia di Finanza di Otranto nel periodo di tempo compreso tra il 2010 e il 2013, su un diffuso giro di contraffazione e commercializzazione per circa 1milione e 200mila euro di prodotti.
"Bolle di sapone" questo il nome dato già all'epoca per l'intera operazione investigativa, che portò aI sequestro di 700mila etichette, nei negozi dei territori provinciali di Lecce e Brindisi.
Indagini che hanno portato alla scoperta anche di un capannone, dove venivano prodotti i detersivi tarocco, versati in contenitori, ai quali venivano apposte le etichette dei marchi noti - tutte riprodotte nella zona - con evidenti danni di immagine, oltre che commerciali e finanziari, per le multinazionali, leader nel settore dei prodotti per l'igiene della casa e della persona.