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Sicurezza, Decaro a Salvini: 'Siamo in difficoltà e lei ha memoria corta'

Il presidente dell'Anci e sindaco di Bari Metropolitana, Antonio Decaro, interviene con un appello al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a proposito della polemica sull'applicazione della legge 113/2018 su Sicurezza e Immigrazione, e sulle ricadute per i colleghi sindaci e gli amministratori delle città.

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"Da sindaco e da presidente dell'Anci - segnala Decaro - non ho alcun interesse ad alimentare una polemica con il ministro dell'Interno. Non credo sia il caso di polarizzare uno scontro tra posizioni politiche differenti. Faccio solo notare che le nuove norme mettono noi sindaci in una oggettiva difficoltà".

"Se ai migranti presenti nelle nostre città non possiamo garantire i diritti basilari assicurati agli altri cittadini - sottolinea Decaro - né, ovviamente, abbiamo alcun potere di rimpatriarli, come dovremmo comportarci noi sindaci? Inoltre - prosegue - quando si è deciso di chiudere i centri Sprar, che distribuendo su tutto il territorio nazionale il flusso migratorio assicuravano un'accoglienza diffusa, anticamera di una necessaria integrazione, alcune città hanno visto un aumento considerevole di stranieri nei centri Cas e Cara, a gestione ministeriale".

Decaro gente

"Si è interrotto, così - aggiunge il presidente dell'ANCI - un percorso virtuoso di accoglienza e integrazione e si è favorito l'aumento di tensioni sociali nelle comunità di riferimento".

"Riguardo alle minacce che il ministro dell'Interno rivolge ad alcuni sindaci - precisa Decaro - non vorrei essere costretto a fargli notare che poco tempo fa, prima di diventare ministro, egli stesso invitava platealmente i sindaci a disobbedire a una legge dello Stato, quella sulle unioni civili".

"Se il ministro ritiene che il mestiere di sindaco sia una pacchia, come ha dichiarato anche in queste ore - ha dichiarato il sindaco Decaro - siamo pronti a restituirgli, insieme alla fascia tricolore, tutti i problemi che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare. I sindaci sono quotidianamente nella trincea dei bisogni e sono tenuti a dare risposte che non possono essere inefficaci, specie se si tratta di diritti civili e protezione sociale".

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"Per questo auspico che il ministro dell'Interno, contribuendo ad abbassare i toni della polemica, ci convochi per discutere delle modalità operative e dei necessari correttivi alla norma".

"Ribadisco - conclude Il presidente ANCI - l' invito a riunire ministero e sindaci per risolvere i problemi che questa legge, oggettivamente, crea, così come avevano paventato prima della conversione, la commissione immigrazione dell'Anci e molti consigli comunali di orientamento politico diverso. Non si possono sospendere i diritti basilari delle persone, così come non è possibile sospendere unilateralmente l'ottemperanza di una legge".

(gelormini@affaritaliani.it)

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