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Taranto, approdo sventurato per 83 pakistani sull'isola San Pietro

In piena notte, un’imbarcazione con 83 migranti di cui 12 minorenni non accompagnati, tutti di origine pakistana, sono sbarcati sull’isola di san Pietro nel golfo di Taranto

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La notizia ha subito scatenato i commenti dei residenti vicini: critiche sulla difesa, sulla presunta chiusura dei porti, il piano subdolo della malavita organizzata, per portare manovalanza straniera a casa nostra, preoccupazioni su invasioni future, l’assalto al nostro… inquinamento?

Frequento quell’isola da anni: manca acqua. Nessuna sorgente, prima c’erano i contadini che raccoglievano l’acqua piovana ma parliamo del secolo scorso. Sull’isola non ci sono case e cibo o un letto, fatta eccezione del distaccamento militare della marina italiana dove, giorno e notte, d’inverno e d’estate, ci sono sottufficiali di guardia all’antenna NATO che svetta sull’isola. 

L’estate è attivo lo stabilimento balneare che alle 19 chiude acqua e battenti. Infatti l’acqua è portata da Taranto dai militari, che la conservano nella cisterna, ma i rubinetti si aprono nello stabilimento e nel dipartimento.

Dunque i pakistani partiti, probabilmente, dalla Turchia e giunti lontano verosimilmente stremati, hanno trovato il peggiore degli approdi possibili ed essere trasportati all’hotspot del capoluogo di provincia gli deve essere apparso come una salvezza con cibo, acqua, vestiti e un letto.

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Inutile sottolineare che non ho sentito nessuno immedesimarsi in questi poveri cristi sfortunati fino all’inverosimile. Gli scafisti erano tra loro? Sono andati alla deriva trascinati dalla corrente oppure proprio quella era la loro destinazione (e, in questo caso, perché)?

Resta da capire come sia stato possibile non intercettare una imbarcazione nei pressi di una città che ospita marina, aviazione ed esercito, che si vanta di essere un porto strategico nel Mediterraneo… Le isole Keradi (di cui San Pietro fa parte) sono all’interno della rada illuminata dal faro militare di San Vito, siamo già nella “conca” di mar Grande.

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L’oscurità della notte è indifferente ai radar; questo episodio sembrerebbe richiamare “la notte di Taranto” quando, durante la seconda guerra mondiale, le corazzate militari italiane furono annientate dai nemici mentre erano all’ancora nel nostro porto.

Siamo seri: non sono nemici e nemmeno terroristi, prima di alzare polveroni e barricate porgiamo loro un bicchiere d’acqua, tanto astio ci rende solo più brutti e soli.

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