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Taranto, Eva Cassano e 'La custodia del creato'

Eva Cassano dell’IPS “F.S. Cabrini”, ha presentato le sue riflessioni sulla custodia del creato, premiate nella sezione letteraria del relativo concorso diocesano, alla presenza di Monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, grande sostenitore di questa iniziativa. Nel suo testo, che riportiamo di seguito in parte, dopo alcune note a carattere generale, si legge della sua città, Taranto e che all’inquinamento ambientale precede quello umano, secondo un salutare cambio di prospettiva. 

 

Scrive Eva Cassano:

 

Non voglio esporre dati relativi a percentuali, statistiche e previsioni; di questi elementi se ne parla già tanto nei programmi televisivi, nelle conferenze e sui giornali. Vorrei, invece, fare uno zoom sulla nostra area, la Puglia. Marzo 2017: leggo la testata di un giornale online, il titolo è “Tumori, in Puglia aumenta la diffusione: nel 2016 quasi 22mila casi. I posti letto raddoppieranno” e il sommario aggiunge “In aumento i dati regionali con picchi nel Salento, a Taranto e nella Bat. Il direttore scientifico dell'Oncologico dice: “Presto aprirà anche la quarta sala operatoria e i posti letto passeranno da 80 a 150”. E pensare che Taranto è dove vivo io..! Vorrei tanto un mondo diverso, senza la piaga dell’inquinamento! Ma poi questa parola cosa significa?

 

Leggo su wikipedia: “un'alterazione dell'ambiente, naturale o antropico, e può essere altrettanto di origine antropica o naturale. Esso produce disagi temporanei, patologie o danni permanenti per la vita in una data area, e può porre la zona in disequilibrio con i cicli naturali esistenti”.

 

Sono tanti i tipi di inquinamento, ma il mondo, oggi, ne soffre principalmente due: quello ambientale e quello umano. Il primo è causato dal secondo! L’inquinamento umano è dato dalla mancanza di equilibrio dell’uomo, che, pur di guadagnare, sarebbe disposto a rinunciare ai suoi sentimenti, disposto anche a distruggere la sua casa e se stesso.

 

La sua casa è l’ambiente, la casa di tutti è l’ambiente! Quindi, l’uomo, pur di guadagnare di più, sempre di più, annienta se stesso, non solo fisicamente. L’ambiente, poi, devastato dalle tossine, dalle polveri sottili e dai rifiuti di una società industrializzata, è solo il mega-specchio che riflette, in grande, un dilemma che l’uomo sta già vivendo dentro di sé: il mondo intorno a noi è diventato una discarica, ma potrebbe essere un giardino rigoglioso.

 

Anche chi maltratta l’ambiente forse reputa se stesso una discarica, altrimenti avrebbe rispetto per se stesso. Si tratta di un problema molto più profondo di come appare in superficie. Non è solo un problema dell’ambiente, è prima di tutto un problema dell’uomo e per l’uomo. Se non cambiamo, come custodiremo il nostro giardino? Incredibile come l’uomo usi male il suo potere! Lui, che è sicuramente l’animale più capace di valorizzare il giardino della terra e le sue molteplici risorse, grazie alla sua intelligenza! Eppure … si comporta da perdente della situazione, perché rovina sempre tutto. E lo fa per poca cosa, come il vile denaro. Non che quest’ultimo non sia utile, serve nella vita di tutti i giorni, ma, rispetto alla vita dell’ambiente, lo è. Che ce ne faremmo di una valanga di oro in un mondo senza alberi né animali e nemmeno uomini? La cosa più preziosa è la vita, senza di lei il denaro non serve. 

 

La ricchezza ha valore solo perché gliela diamo noi, ma la vita è un valore in natura, tutt’altra cosa insomma! Un team di ricercatori ha descritto con un’equazione matematica l’impatto delle attività umane sulla Terra. Il risultato è inequivocabile: l'uomo impatta sul clima con un forza 170 volte superiore a quella naturale. Conoscete Will Steffen? Chimico ed esperto di cambiamenti climatici della Australian National University, ha pubblicato un importante studio su Antropocene Review.

“Per 4,5 miliardi di anni fattori astronomici e geofisici hanno influenzato e determinato le caratteristiche del sistema Terra, che comprende le interazioni tra biosfera, atmosfera, idrosfera e litosfera terrestre - la parte più superficiale del pianeta, composta dalla crosta e dal mantello superiore, che si trova allo stato solido”, racconta Steffen: “ma negli ultimi 40-50 anni l'umanità ha spinto i cambiamenti climatici in una certa direzione con una velocità mai vista prima.

 

Al confronto, gli altri parametri sono insignificanti”.  Stiamo male con noi stessi e facciamo soffrire il mondo, con la nostra avidità feriamo il creato, di cui noi facciamo parte a pieno titolo. Sono tante le persone che si lamentano dei problemi ambientali, ma, poi, non fanno niente per cambiare la situazione. Magari non producono il danno, ma nemmeno si impegnano per ripararlo. Gli adulti parlano e parlano, parlano anche tanto, ma poi non si muovono mai quando si tratta di cambiare le cose. Mi sembrano dei bambini. Ormai siamo tutti sensibilizzati sui temi ambientali, ma nessuno poi fa mai niente per cambiare la realtà che ci circonda. Devono sempre essere gli altri a muoversi per noi o prima di noi. Ma poi, chi sono questi altri? Tutti siamo gli altri!

 

Dovremmo voler essere i protagonisti della nostra vita, dovremmo litigare (per modo di dire) per scegliere chi, tra noi, si deve occupare di risolvere questi problemi e invece siamo dei pantofolai che demandano ognuno all’altro, dei pigri dentro, che tra un po’ perderanno pure, per dire, le pantofole, perché si disintegreranno ... tanto farà l’inquinamento!

 

Disinquiniamo innanzitutto la nostra mentalità, soprattutto noi tarantini, che sentiamo più di altri la gravità di questa tematica: iscriviamoci a qualche associazione ambientalista, battiamoci per l’ambiente,  organizziamo manifestazioni, andiamo l’estate a raccogliere rifiuti sulle spiagge e, soprattutto, smettiamola di buttarli dove ci capita! L’inquinamento è un problema di tutti e lo sarà anche per i nostri posteri. Dobbiamo essere attivi, far sentire la nostra voce e pretendere che vengano risolti questi problemi, offrendo la nostra collaborazione.

 

Mahatma Gandhi lo spiega bene: “sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. Non c’è bisogno di essere Gandhi per metterlo in pratica, tutti possiamo essere dei grandi, se ci battiamo (in prima persona, però). Nell’antica Grecia gli eroi erano Achille ed Ettore ...  ma anche oggi si può essere eroi. Ogni uomo deve imparare ad affrontare le difficoltà del momento storico in cui vive. Eroi si è dentro, non basta indossare un’armatura o una divisa per esserlo, sono il cuore e la tenacia a fare la differenza, serve abnegazione, partecipazione attiva e consapevole per salvaguardare e valorizzare ciò che ci è stato dato, anzi, affidato, proprio come afferma un vecchio e saggio proverbio dei Navaho (popolo di nativi d’America): “il mondo non lo abbiamo in eredità dai nostri padri, lo abbiamo in prestito dai nostri figli!”

 

Dovremmo riflettere sull’importanza del nostro ruolo , della missione che dobbiamo portare a termine custodendo il creato ed ogni suo elemento. Invece, oggi regna la cultura dello scarto. Oramai tutto è diventato scarto per noi, anche noi stessi, anche il nostro tempo, buttiamo tutto senza sfruttarlo, senza viverlo appieno. Sembriamo alienati dalla nostra natura.  Addirittura esistono vite di scarto: le vite di tutte quelle persone, come i profughi o gli immigrati, considerati gente di troppo, di cui la comunità non sa che fare; uomini che non riescono a trovare un posto  nella società e spesso, pur di sopravvivere, si lasciano sfruttare e spremere, come arance sugli spremiagrumi, da gente interessata solo al profitto. È un mondo poco umano!

 

A volte è il cuore che ci manca. Forse è inquinato anche quello! Qualunque sia il posto da cui proveniamo, non possiamo non essere sensibili ad un problema che ci riguarda e ci tocca talmente tanto nel profondo. Non c’è bisogno di fare lo scienziato per abitare con consapevolezza ed amare con rispetto il nostro territorio. Ognuno nel suo piccolo può fare qualcosa di grande. Molte persone stanno facendo tanto per migliorare il mondo in cui viviamo, e, secondo varie fonti, nel 2015, il vento, l’energia solare e le altre fonti rinnovabili hanno prodotto più giga watt rispetto a carbone e petrolio.

 

A Taranto, ad esempio, da diversi anni Vincenzo Fornaro mette a disposizione la sua Masseria Carmine per far piantare i semi per la riconversione ambientale del territorio, conseguendo vari traguardi. Se ci impegniamo, se ci guardiamo intorno, troviamo anche le buone iniziative e le buone notizie, che possono spronarci ed essere cittadini più consapevoli e attivi.

 

La Terra siamo noi. Se noi sorridiamo alla Terra, anche lei ci sorriderà. In fondo, anche Andy Warhol, uno gli artisti più influenti del XX secolo, nonché massimo esponente della Pop Art (tutti conosciamo i suoi “Ritratti di Marilyn Monroe”) scrisse, tempo fa: “Credo che avere la Terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”.

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