Taranto, sotto i fumi dell'Ilva
si rompe l'asse Melucci-Emiliano
Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, prende le distanze da Michele Emiliano e lascia Fronte Democratico
La stoccata del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che prende le distanze da Michele Emiliano e lascia la sua corrente - che l’ha sostenuto nell’elezione a Palazzo di Città - la dice lunga su quali orizzonti si prospettano sotto i fumi dell’Ilva, dopo l’affermazione clamorosa del Movimento 5 Stelle in Puglia. E aprono uno squarcio illuminante anche sulla particolare durezza dei commenti del Governatore pugliese sul tesseramento di Carlo Calenda al PD.
“Quella di Fronte Democratico, per quel che mi riguarda, la reputo una stagione finita”, ha dichiarato il primo cittadino di Taranto, che da tempo è sulla graticola pentastellata, alle prese con le ripetute richieste di dimissioni. Una posizione certamente insostenibile con le auspicate “intese” o gli “appoggi esterni” prospettati da Emiliano, ma che soprattutto è cartina al tornasole del malcontento tarantino nel Partito Democratico, per l’assenza di rappresentati ionici nel nuovo Parlamento.
Si lamenta, a risultati acquisiti, la mancanza di partecipazione, tanto meno di condivisione, nelle scelte delle candidature nei plurinominali: “Ho appreso i nomi dai giornali”, sottolinea Melucci, ”Siamo stati schiacciati dalla lunga notte dei coltelli romana e dall’agire solitario di Michele Emiliano, che magari ci azzecca pure. Ma mi sono stancato di tutte le beghe interne e delle correnti”.
Dopo il tentativo, parato a suo tempo in extermis dal Governatore, di un filo diretto tra il sindaco Melucci e il ministro Carlo Calenda sulla vicenda del ricorso Ilva di Regione e Comune e le pressioni per il suo ritiro, gli auguri di benvenuto nel PD a Calenda da parte di Melucci hanno tutta l’aria di un affondo con stoccata verso Emiliano: “Ci sono grandi temi sui quali conta poco il colore politico, ma devono avere a che fare con questo sindaco e posso così eliminare alibi per chiunque”.
Proprio il fronte Ilva, una volta rotto l’asse Regione Puglia-Comune di Taranto, insieme al malcontento interno al partito, rischiano di alimentare le ipotesi di spaccature, già innescate dalle contrastanti ipotesi di approccio al M5S: “Se il partito dovesse andare incontro alla scissione, non avremo fretta a riposizionarci - ribadisce Melucci, probabilmente non solo a titolo personale - e valuteremmo con cautela perché i nostri sono orizzonti locali, legati al territorio e non rispetto a leader e correnti. Quella di Fronte Dem, per quel che mi riguarda, la reputo una stagione finita”.
(gelormini@affaritaliani.it)