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Xylella avanza di 2 Km. al mese, Efsa (UE): ‘Non esiste ancora una cura’.

Non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale xylella fastidiosa. E' quanto risulta da due pareri dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa).

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Questo significa che alcuni trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi, ma non eliminano il batterio. L'applicazione immediata delle misure di controllo Ue resta finora l'unico modo per fermarlo, sostiene l’Efsa.

La lotta alla xylella è complicata dal ritardo con cui si manifestano i sintomi. Controllo degli insetti vettori e corretta e tempestiva applicazione delle misure di emergenza attualmente in vigore a livello Ue (taglio delle piante infette e di quelle suscettibili di infezione nel raggio di 100 metri) risultano quindi decisive.

Le simulazioni condotte dall’Efsa suggeriscono che l'eradicazione potrebbe essere ottenuta anche con un raggio inferiore ai 100 metri, ma solo in caso di diagnosi precoce della malattia, controllo degli insetti vettori molto efficiente per adulti e larve, rimozione immediata delle piante. Al contrario, se il vettore è scarsamente controllato, anche nel caso del raggio di taglio attuale, l'eradicazione potrebbe fallire. Ridurre le zone tampone, quelle che separano l'area infetta dall'area indenne, aumenta drasticamente la probabilità di espansione dell'epidemia.

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Il batterio si sta espandendo: è stato identificato in Francia, in Corsica e nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Nel 2016 è stata la volta delle Baleari, con infezione di ulivi, viti e mandorli, e di una serra in Germania.

Le piante nel focolaio tedesco sono state distrutte e il batterio eliminato, operazione resa più semplice dal fatto che si trattava di un vivaio e non di una vasta area, come accade in Puglia o nella Spagna sud-orientale, dove nel 2017 il batterio viene trovato sui mandorli nella provincia di Alicante, con l'area dell'epidemia che oggi supera i 134mila ettari.

Nel 2018, la Spagna ha notificato la presenza del patogeno in un ulivo situato nella regione autonoma di Madrid, e nello stesso periodo un vivaio belga distruggeva tutti gli ulivi in azienda dopo averne trovato uno infetto. All'inizio del 2019 sono stati segnalati due nuovi focolai, uno in Toscana sul Monte Argentario e l'altro nel distretto di Porto in Portogallo su piante ornamentali e spontanee.

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Intanto, con il via libera al Senato, si chiude l’iter di approvazione del Decreto Emergenze. Un decreto che arriva all'approvazione profondamente modificato, rispetto all’impostazione iniziale, e che dovrebbe contribuire a superare i ritardi regionali per una malattia che avanza di 2 Km. al mese.

"Serve ora un deciso cambio di passo - commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia - per sostenere gli agricoltori colpiti dell’area infetta che vogliono soltanto avere la libertà di espiantare, reimpiantare e non morire di Xylella e burocrazia”, 

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“Non esiste cura per la Xylella, così come affermato dai due pareri dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa). Si può solo intervenire per fermare il dilagare della malattia - aggiunge Muraglia - e nelle aree infette trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti. E’ mancato finora un piano straordinario d’intervento per fermare il contagio che è avanzato inesorabilmente verso nord della Puglia ad una velocità di più 2 chilometri al mese che ha già provocato con 21 milioni di piante infette”.

"L’Efsa chiarisce che non esiste ancora una cura in grado di eliminare il batterio vegetale Xylella fastidiosa che minaccia non solo i Paesi mediterranei, ma la maggior parte del territorio Ue. Si deve quindi intervenire - sostiene la Coldiretti - per fermare il dilagare della malattia mentre nelle aree infettate occorre trovare adeguati sistemi di convivenza, come innesti e sovrainnesti con varietà resistenti.  strage di ulivi, lasciando un panorama spettrale mentre si continua a perder tempo con annunci, promesse ed inutili rimpalli di responsabilità della politica regionale".

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“Quanto sta avvenendo circa l’ulivo di Monopoli, prima risultato infetto, con tutto quello che ha comportato, e nelle ultime ore dichiarato negativo ai test da Xylella - insiste il presidente Muraglia - fa emergere in maniera prepotente per l’ennesima volta la necessità che sia convocato immediatamente e a ritmo costante il tavolo istituzionale istituito dopo la nostra manifestazione del 9 marzo a Lecce, che prevede la partecipazione degli enti di ricerca, per affrontare in maniera compatta tutte le problematiche che oggi ricadono esclusivamente sulla pelle delle imprese delle aree infette, contenimento e cuscinetto. L’assessorato regionale all’Agricoltura non può fare finta di nulla”.

"Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia -sottolinea Coldiretti - si è estesa senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione".

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"Il conto dei danni al patrimonio olivetato causati dalla Xylella in Puglia - prosegue con durezza Coldiretti - è salito secondo la Coldiretti a 1,2 miliardi di euro, per colpa di errori, incertezze e scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio mentre si assiste a giorni alterni a malcelati tentativi di mettere sullo stesso piano i fatti raccontati dai ricercatori, con complotti utili a bloccare le attività di contenimento e le farneticazioni su miracolose guarigioni mai dimostrate da parte di personaggi in continua ricerca di autore che vivono di bugie e falsità".

“Su Xylella la macchina burocratica dell’Assessorato regionale all’Agricoltura è in narcosi. E’ fermo da 1 anno il pagamento degli indennizzi per gli espianti obbligatori già effettuati per ordinanza, sono al palo i bandi del PSR Puglia. E’ un disastro su tutta la linea - conclude il presidente Muraglia - e anche i tanto attesi provvedimenti contenuti nel Decreto Emergenze e nel Piano Centinaio con questa gestione regionale pachidermica ed esitante, se non si  provvede ad un radicale cambio di passo, correranno il rischio di rimanere lettera morta e restare inapplicati”.

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Anche UNAPROL commenta il varo del decreto e le note Efsa (UE): "Secondo i due pareri dell'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) non esiste ancora una cura che sia in grado di eliminare il batterio Xylella fastidiosa, che ha già provocato danni per 1,2 miliardi di euro, devastato quasi 880mila ettari del territorio pugliese e infettato 21 milioni di piante".

“Sono stati commessi tanti errori da parte delle istituzioni che hanno favorito il propagarsi del contagio e trasformato, con la complicità di burocrazia e fake news, un problema serio in un dramma epocale - spiega David Granieri, presidente di Unaprol, Consorzio olivicolo italiano - ci sono stati non solo ritardi e rimpalli di responsabilità, ma anche gravissime carenze sotto il profilo dell’informazione".

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"Sarebbero servite, infatti, campagne mirate per sensibilizzare gli olivicoltori e spiegare per tempo gli opportuni accorgimenti da adottare - sottolinea Garnieri - percorsi virtuosi che vedono Unaprol da sempre impegnata anche con l’innovativo sistema Olivo.net, progettato in collaborazione con Horta S.r.l, che consente il monitoraggio in tempo reale dell’oliveto e dà informazioni utili all’imprenditore agricolo".

"Ora è necessario fermare il contagio - ribadisce Granieri - lavorare per sviluppare adeguati sistemi di convivenza con il batterio, come gli innesti con varietà resistenti, e puntare con decisione su ricerca e sperimentazioni, per salvare il paesaggio e far ripartire la produzione, dopo una stagione funesta sul piano produttivo. C’è una sfida complessa da vincere a tutti i costi: creare sistemi economicamente sostenibili nelle zone infette. Il primo passo, in tal senso, è aiutare gli olivicoltori nelle operazioni di espianto e reimpianto”.

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Alquanto soddisfatta Confagricoltura Puglia per l'approvazione in Senato del Decreto Emergenza: "È il frutto di un duro lavoro - commenta il presidente Luca Lazzàro - che ha visto tutte le forze del territorio unite con l'unico obiettivo di mettere riparo non solo ai danni provocati dalle gelate che hanno colpito la Puglia (e in particolare il Nord Barese e la provincia di Foggia) tra febbraio e marzo del 2018, ma anche delle troppe mancanze delle istituzioni che troppo a lungo hanno tergiversato prima di rendersi conto della gravità della situazione".

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"L'approvazione del decreto, che riguarda in generale numerose situazioni critiche in agricoltura su più territori regionale - sostiene Confagricoltura Puglia - comporterà per la Puglia due effetti immediati: sul fronte Xylella saranno accelerate le procedure per gli abbattimenti, anche grazie allo stanziamento di fondi dedicati); sul fronte gelate, saranno riaperti i termini per la declaratoria dello stato di calamità".

"Proprio rispetto a quest'ultimo elemento - afferma il presidente Luca Lazzàro - abbiamo già preso contatto con l'Assessorato regionale all'Agricoltura, per sottolineare che, a partire dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, decorreranno 60 giorni per la declaratoria. È evidente che non potranno essere tollerati ritardi: ne va della tenuta del sistema agricolo pugliese e in particolare del comparto olivicolo-oleario".

(gelormini@affaritaliani.it)

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