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Roma
A Roma circolano anche i bus distrutti. Lo certifica il Comune in una gara

Bus periferici a Roma, il nuovo bando del Comune a 5 Stelle rischia di saltare per un pasticcio. Anzi, per una serie di errori nella flotta, che sarebbe composta da bus che non esistono o che sono andati distrutti. Una follia a 5 Stelle.

Sul bando europeo per la gestione di 103 linee attualmente in mano alla Roma Tpl, quattro player nazionali hanno presentato richiesta di chiarimenti perché il documento redatto dal Comune presenta una serie di incongruenze sull'obbligo di acquistare 442 autobus dal gestore attuale, compresi alcuni che sono andati distrutti e dei quali non c'è traccia nel capitolato.

A differenza del Comune di Roma, la cui scarsa esperienza nei bandi è nota, aziende come Busitalia. Cilia Italia, Ratp e Unindustria Sata, hanno posto l'accento su errori macroscopici che rischiano di far saltare la gara, per la quale la presentazione delle offerte scade il prossimo 18 marzo.

Ma vediamo nel dettagli il pasticcio del Comune di Roma, sintetizzato da un post del blog “odisseaquotidiana.com”. Il bando dice chiaramente che l'aggiudicatario dovrà acquistare da Roma Tpl 442 bus usati al prezzo di circa 60 milioni di euro più Iva “nello stato d'uso in cui si trovano” e quindi “senza specificare se debbano essere efficienti e funzionanti oppure ridotto a rottami”. E qui arriva l'inghippo o meglio il pasticcio: nell'elenco allegato al bando compaiono una decina di autobus fantasma, mezzi mai rilevati in circolazione da mesi e che o sono spariti dalla flotta monitorata dal satellite oppure hanno il sistema gps rotto e quindi non vengono rilevati in servizio. Qualora il guasto fosse del gps, teoricamente eventuali chilometri percorsi non dovrebbero essere calcolati nel corrispettivo chilometrico che il Comune paga a Roma Tpl in regime di proroga del contratto. Infine, ed è il massimo del pressapochismo con il quale è stato scritto il bando, nell'elenco allegato al bando c'è anche un bus che è andato distrutto il 26 giugno del 2018, quindi 5 mesi prima della pubblicazione del bando stesso.

Tra errori, sviste e imprecisioni, ce n'è abbastanza per fornire materia legale e aprire la strada ad eventuali ricorsi che costringeranno il Comune a far saltare la gara. E chi ci guadagna è Roma Tpl che dovrà continuare a fare servizio in periferia grazie a un appalto scaduto nel maggio del 2018 e già prorogato sino al 31 ottobre del 2019.

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