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Roma
Abruzzo, per FI è finita la decrescita. Aurigemma: “La rivincita dei moderati”

L'Abruzzo al Centrodestra e anche nel Lazio si riaprono le speranze per la fine della decrescita di Forza Italia. Ma Antonello Aurigemma, capogruppo regionale del partito di Berlusconi avverte: “Meloni e Berlusconi hanno festeggiato la vittoria del centrodestra non quella dei rispettivi partiti”.

Dunque Aurigemma il risultato di Fi in Abruzzo è una speranza?

“Bella domanda... Rispetto a un anno fa abbiamo perso punti percentuali, però è anche un buon punto di partenza per rilanciare e rinnovare un partito che continua a rappresentare una parte importante dell'elettorato moderato”.

Sembra un cartoon del tipo “moderati alla riscossa”, ma c'è ancora posto per questa “categoria” in un Paese “polarizzato”?

“Assolutamente sì, noi siamo sempre più convinti che Fi debba riappropriarsi di quel ruolo di rappresentante del mondo produttivo del nostro Paese. Poi se non le piace il termine “moderato” lo cambi pure a suo piacimento, ma tega conto che in Italia c'è una maggioranza silenziosa che non va a votare perché non si riconosce negli attuali partiti. Molte di queste persone non appartengono alla generazione social ma sono l'ossatura del Paese. Persone che rappresentano valori sociali e modelli economici lontani anni luce dalla decrescita felice o dalla propaganda digitale”.

Dicevamo che Berlusconi e Meloni festeggiano la vittoria ma a ben guardare i numeri delle liste c'è poco da festeggiare. Forza Italia è al 9,1%, Fratelli d'Italia è al 6,4% e la somma dei due non arriva neanche alla metà della Lega. In altre stagioni si parlerebbe di crisi... E' d'accordo?

“Non sono d'accordo. Festeggiano la vittoria della coalizione che unità riesce non solo a vincere ma come dimostrano le altre regioni come Liguria, Lombardia, Veneto e Sicilia, anche a governare con buoni risultati”.

Cosa ha pagato il Movimento Cinque Stelle in Abruzzo?

“Quello che pagherà a Roma e Torino, perché in tutti i posti in cui governa non è stato in grado di realizzare le tante promesse fatte sotto campagna elettorale”.

Da domenica sera è cambiato qualcosa per il sindaco Virginia Raggi?

“Non cambia molto per la Raggi. Giorno dopo giorno i romani sono più coscienti che hanno votato per un'amministrazione che non riesce a dare risposte. Quando ci sono le buche è colpa dei pedoni che non le evitano, i bus a fuoco sono colpa degli autisti e via di seguito secondo il modello di scaricare sempre su altri le proprie colpe. Succede anche con l'Ama che rischia un concordato fallimentare”.

Il risultato politico cosa cambia in previsione delle elezioni Europee?

“Cambia il modello di campagna elettorale. A maggio si confronteranno due schieramenti: quelli che vogliono provare a cambiare le regole Ue e quelli che vogliono scontrarsi per uscire dall'Unione”.

Chi schiererà Forza Italia?

“Schiererà persone di livello nei 5 collegi nazionali, persone che possono fare la differenza per far contare e ridare all'Italia un ruolo primario e nuovi rapporti con gli stati membri, vedi Francia e Germania”.

Oltre a Tajani?

“Persone rappresentative dei territori e delle realtà locali. Tajani si candiderà nell'Italia centrale con amministratori e dirigenti che daranno il loro contributo”.

Forza Italia e il rinnovamento, a che punto siamo?

“Io penso che ormai sia ineludibile che Forza Italia ritorni a quella politica del territorio che possa consentire a tanti amministratori locali capaci e preparati di poter dare il proprio contributo in un cambiamento che tuti aspettano. La scelta di Tajani come vicepresidente del partito avvenuta ormai 7 mesi fa è stato un segnale forte in questo senso.Ci sono stati cambiamenti in molte regioni d'Italia. Con la fine del tesseramento avvenuta qualche settimana fa ci aspettano i congressi provinciali per poter consentire una normale e sana dialettica interna quel confronto che da tempo si auspica. Cominciamo col coordinamento delle province e con i congressi che è la migliore selezioni fatta dagli iscritti del partito”.

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