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Roma
Alcol no stop e pregiudicati nel finto circolo: chiuso tempio della movida

Alcol no stop, nessuna licenza e pregiudicati come dipendenti. Altro che circolo culturale, dietro al "Central" di Testaccio una discoteca abusiva con fiumi di alcolici e musica fino a tarda sera.


 

Era mascherato da circolo culturale, bastava una tessera all'ingresso per poter entrare e ballare e bere fino a tardi. Già in passato il locale era finito nel mirino della polizia perché, specie nel fine settimana, veniva letteralmente preso d'assedio da decine di giovani, diventando spesso e volentieri teatro di risse e disordini.

Indizio della pericolosità del locale era stato anche l’episodio verificatosi nelle prime ore del 17 febbraio scorso, quando un ragazzo aveva denunciato di essere stato aggredito e percosso violentemente con un bastone da due uomini, appena dopo essere uscito dal locale “Central”. La vittima era stata trasportata un’ambulanza chiamata da un equipaggio della Polizia che si trovava a passare e condotta presso il pronto soccorso ove gli era stato diagnosticato un trauma cranico.  In sede di denuncia, la stessa riferiva di aver visto gli aggressori conversare amichevolmente prima con i “buttafuori” del locale. Da ciò la necessità di sottoporre ad un controllo approfondito il locale. Così qualche giorno fa gli agenti della Divisione Polizia Amministrativa della Questura, hanno accertato che il “Central”, autorizzato come “circolo privato”, svolgeva in realtà una vera e propria attività di  discoteca e di somministrazione di alimenti e bevande, consentendo l’ingresso a chiunque pagasse il biglietto.

Anche se non vero socio, veniva poi rilasciata la tesserina per l'accesso.  Tanto che gli avventori dichiaravano di non conoscere le finalità dell’associazione culturale, né di conoscerne il presidente ma di recarsi lì al solo scopo di ballare e consumare bevande. Una vera e propria discoteca dunque, con tanto di effetti luminosi, postazione per il Dj, diffusori sonori e musica riprodotta ad alto volume e possibilità di bere tranquillamente e senza vincoli di orario, bevande alcoliche con la possibilità di pagare col bancomat. Un’ attività imprenditoriale a chiari fini di lucro, lungi dall’essere l’apparente associazione culturale che dichiaravano di gestire, il tutto con una chiara evasione fiscale e in barba alle norme sulla sicurezza e l’igiene.  E non solo, poiché la zona in cui insiste il “Central”, oltre ad essere soggetta alle restrizioni per la somministrazione di alcool prevista dall’ordinanza del sindaco che vieta dopo le ore 02.00, è soggetta anche alla limitazione del rilascio delle licenze di somministrazione, ostacolo, in tal modo artificiosamente raggirato con l’escamotage della realizzazione del finto circolo privato. Nel corso dei controlli è emerso anche che una persona, che asseriva di svolgere le mansioni di “buttafuori” all’interno del locale, in realtà, dai riscontri effettuati in ufficio, è risultato non regolare, così come altri due soggetti presenti, addetto al guardaroba e addetto alla somministrazione, sono risultati avere pregiudizi di polizia anche per gravi reati. Pertanto, l’attività era da ritenersi a tutti gli effetti attività imprenditoriale e la parvenza di  “circolo culturale” era solo un pretesto per svolgerla in maniera non conforme alla legge.

Sempre nella giornata di lunedì, gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Prenestino hanno dato esecuzione ad un altro provvedimento emesso dal Questore di Roma, Carmine Esposito, con il quale è stata disposta la chiusura per 10 giorni di un bar in Viale della Primavera. Il locale nel mese di gennaio era balzato alle cronache per essere stato teatro di una tragedia umana, allorquando una ragazza, dopo avervi trascorso la serata all’interno aveva consumato una bevanda alcolica con dentro presunti allergeni tali da procurale uno shock anafilattico che le avevano causato la morte. L’esercizio commerciale sottoposto a minuziosi accertamenti da parte dei poliziotti è risultato essere un ritrovo abituale di pregiudicati, rilevata  la presenza di lavoratori privi del regolare contratto e riscontrate numerose inottemperanze sulle indicazioni degli allergeni dei prodotti posti in vendita.

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