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Roma
Allarme turismo, settore in rivolta: tutti contro il “Piano bus” della Meleo

Il settore turistico romano alza la voce contro l'assessore capitolino alla Mobilità: con i rincari per i bus turistici e i blocchi al centro storico, Linda Meleo mette in ginocchio ristoratori, hotel e tour operator.

 

Una crisi vera e propria è questo il quadro che dipingono Asshotel, Fiavet Lazio, Etoa e Emet Bus, sigle del turismo preoccupate dalle ordinanze comunali. Il “Piano pullman” proposto dall'assessore Meleo metterebbe in croce più di una categoria. I turisti scarrozzati per il centro storico sono gli stessi che di notte riempiono le stanze degli hotel della Capitale e che durante il giorno visitano i musei comunali. Per non parlare delle perdite del settore ristorazione: chi prende i pullman incriminati pranza e cena in bar e ristoranti del centro, facendo muovere l'economia di una città che vede nel turismo il proprio scrigno d'oro.
“L’espulsione dalle aree a maggiore interesse turistico degli operatori del trasporto su gomma, non compensabili dai mezzi Atac, porterebbe una serie di conseguenze su tutta la filiera” si legge in una nota diffusa dalla filiera turistica. “Nel centro di Roma – spiega Giuseppe Canfora, presidente Asshotel provinciale Roma Confesercenti – circa il 50-60% delle strutture ricettive conta meno di 50 camere e sono proprio quelle che lavorano anche grazie al turismo organizzato, gestito con i pullman turistici. Contribuire ad affossare questo servizio vorrebbe dire la morte per questi imprenditori, già messi a dura prova dalla tassa di soggiorno”.
Se il piano bus fosse già attivo, i turisti estivi sarebbero bloccati insieme ai pendolari e ai lavoratori romani che negli ultimi giorni sono rimasti per ore in attesa di un bus Atac. Con i lavori nella Capitale che interrompono la Metro A è difficile immaginarsi i turisti contenti di girare per Roma sugli autobus di linea. Senza possibilità di scelta diventerebbe più una lotta alla sopravvivenza che una vacanza.
Giancarlo Iacuitto, responsabile del settore Incoming della Fiavet Lazio - Federazione Italiana Associazioni Imprese Viaggi fa eco alle parole del collega: “Il 30% del turismo a Roma si basa sul turismo organizzato. I tour operator sono molto preoccupati da questo piano pullman e alcuni potrebbero lasciare la Capitale: se vanno via loro cade tutto il castello. Anche le compagnie crocieristiche che arrivano a Civitavecchia potrebbero risentire e decidere di diminuire gli approdi, creando un effetto domino spaventoso”.
Il quadro delineato da Iacuitto è catastrofico, ma non è difficile immaginarsi una simile reazione a catena. Se non c'è una città pronta ad accogliere il turismo è chiaro che anche le linee di crociera e battello potrebbero prendere provvedimenti e diminuire le corse.
Secondo i dati forniti da European Tour Operator Associations, “solo i 10 più importanti tour operator associati a Etoa, generano 7mila posti di lavoro. Se si guarda al settore nel suo complesso, si stima che 5 milioni di persone arrivino a Roma in pullman, generando 40mila-50mila posti di lavoro. Stando ai numeri suggeriti, fino a 300 bus entrano in media nel centro di Roma ogni giorno, a fronte dei 1,9 milioni di auto private immatricolate a Roma”. Conferma Fabrizio Ajo, referente nazionale di Etoa, che aggiunge: “I pacchetti per il 2018 sono stati già stampati e venduti, se si alza il prezzo cosa diciamo ai nostri clienti? Li rimborsiamo? Il Comune ci esponga per bene e con le giuste tempistiche il suo piano”.
Oltre alla questione dei rimborsi c'è quella dell'inquinamento. Non tutti i turisti opterebbero per i mezzi pubblici. Quelli provenienti da altre regioni d'Italia o dai Paesi limitrofi, potrebbero scegliere di arrivare in città con le proprie automobili, ingorgando ancora di più il traffico romano e inquinando l'aria.
Giovedì 3 agosto in Campidoglio si incontrano l’assessore capitolino al Turismo, Adriano Meloni, e le principali categorie della filiera. “All’assessore – spiega Andrea Genovese, segretario del Sindacato EMET Bus – esporremo i dati economici relativi al Pil che genera il nostro settore, circa 30 punti, allo studio de La Sapienza che esclude qualsiasi collegamento fra la nostra attività e l’inquinamento o il traffico cittadino, e al disastro in termini di indotto che porterebbe il piano Meleo. Speriamo Meloni e la sindaca Raggi ci ascoltino, o sarà l’apocalisse turistica per la città di Roma”.

 

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