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Roma
Amianto, inchiesta sull'Aeronautica: il pool di esperti “accusa” i militari

Amianto negli aerei e negli hangar dell'Aeronautica militare, ma anche nelle tute ignifughe dei militari, realizzate con l'amianto e utilizzate almeno fino all'inizio degli anni Novanta. E' alle battute finali l'inchiesta su negligenze ed omissioni a carico di massimi vertici del Corpo militare, che sarebbero state commesse tra il 1988 e il 2004. E presto potrebbe arrivare la richiesta di rinvio a giudizio.

L'inchiesta, istruita dai pm Sergio Dini e Francesco Tonon presso la Procura di Padova, si concentra su basi dell'Aeronautica dell'area Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli e Veneto. Ma tra le 25 vittime, tra deceduti e ammalati, c'è anche Nicola Panei, un militare che ha prestato servizio per 25 anni tra Pratica di Mare e l'aeroporto di Guidonia, tra coloro che hanno dato vita all’Osservatorio Nazionale Amianto, e che a suo tempo ha depositato la prima denuncia.

Il pool di esperti, composto da Arthur Alexanian, Fulvio D’Orsi e Bruno Murer, incaricato dalla Procura di Padova di realizzare una consulenza tecnica, ha depositato il lavoro nel quale si arriva alla conclusione che “l’impressione che si ricava dalla consultazione di tutti i documenti e le testimonianze è che l’aeronautica sia rimasta a lungo un mondo separato, nel quale il rischio amianto era del tutto ignorato, mentre invece in tutto il paese rappresentava una situazione di allarme”.

I reati ipotizzati sono omicidio colposo pluriaggravato e lesioni colpose gravissime.
Sette i casi di mesotelioma accertati tra le vittime: di questi “in tre casi l'omissione di idonee misure di prevenzione rappresenta una violazione di obblighi normativi inequivocabilmente vigenti”, si legge nella consulenza. “Negli altri quattro l'esposizione accertata si verifica in periodi antecedenti. Per tre casi non è stato possibile dimostrare con certezza l'esposizione lavorativa da amianto, per quanto la presenza di amianto nelle apparecchiature e nei sistemi di telecomunicazione appaia probabile”.

I due militari ancora vivi che rientrano nel fascicolo sono ammalati di asbestosi polmonare. Come Nicola Panei, in pensione dopo aver lavorato per 25 anni nel servizio antincendio dell'Aeronautica, difeso dall'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio Nazionale Amianto.

“L'amianto era presente negli automezzi, negli aerei, negli hangar, nei capannoni e nei magazzini, ma soprattutto nelle tute da lavoro in tessuto ignifugo realizzate con l'amianto”, racconta Panei. “In tanti anni non fui sottoposto a nessun tipo di sorveglianza sanitaria né fu mai avvisato dei pericoli derivanti da presenza di amianto”.
Nel 2013 i medici gli diagnosticarono l'asbestosi polmonare. E la consulenza tecnica degli esperti conferma la correlazione tra la malattia e l'esposizione all'amianto durante il periodo lavorativo.
“L'esposizione in Aeronautica certa si è verificata nel periodo 69-95 quando Panei utilizzava teli di amianto e indumenti ignifughi contenenti amianto”, si legge nel documento. “L'esposizione quindi è stata determinata dall'uso di dispositivi protettivi antincendio che contenevano amianto. In questo caso quindi non c'erano misure preventive (tipo respirtatori o aspiratori) che dovesse essere utilizzati. L'Unica misura di prevenzione opportuna era la sostituzione di tale dispositivi con altri privi di amianto in particolare quando si presentavano in condizioni di usura da rilasciare fibra in aria.

“Il signor Nicola Panei si costituirà parte civile nel procedimento penale, insieme all’Osservatorio Nazionale Amianto, e con richiesta di citazione del Ministero della Difesa quale responsabile civile per i danni subiti, e quindi con condanna in solido al loro risarcimento” anticipa il legale Ezio Bonanni.
“Il rischio amianto in aviazione militare e civile, a lungo sottaciuto, è esploso quando nel 2005 il Tribunale di Latina ha cominciato ad accogliere le prime domande di rivalutazione della posizione contributiva per esposizione ad amianto e prepensionamento dei lavoratori del comparto aereo, e poi con un vero e proprio fenomeno epidemico, a testimonianza dell’intensa esposizione in questo settore. Come associazione continueremo a denunciare tutti i casi di malattie asbesto correlate delle vittime nel settore dell’aviazione civile e militare” conclude Bonanni.

Tra i 30 indagati nell'inchiesta della Procura di Padova, ci sono Capi di Stato Maggiore, direttori dell’Ispettorato logistico sempre dell’Aeronautica e dirigenti del Difesan (Dipartimento di Salute e Igiene delle Forze Armate). Tra loro i generali Mario Arpino di Tarvisio (capo di Stato maggiore tra il ’95 e il ’99); Andrea Fornasiero di Este (1999-2001); Adelchi Pillinini udinese di Cavazzo Carnico (1993-1995); il sassarese Franco Pisano (1986-1990).

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